Troppi dipendenti pubblici? «Una bufala»

Umbria: Cgil all’attacco sul tema del personale pubblico. Fratini (Ires): «Interessi privati incombono». Sgalla: «Servono assunzioni»

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‘In Umbria ci sono troppi dipendenti pubblici’. Un concetto che la Ires Cgil regionale bolla come ‘bufala’: «Non stupisce che informazioni false come questa – afferma Fabrizio Fratini, presidente dell’Ires Cgil dell’Umbria – circolino con insistenza e vengano promosse soprattutto da chi intravede nell’indebolimento dei servizi pubblici ‘enormi spazi’ per allargare la sfera di interesse privato, magari in sanità, dove finora questi spazi sono stati limitati».

«Numeri del tutto normali»

«L’Umbria non ha affatto troppi dipendenti pubblici – continua Fratini – anzi, secondo un autorevole studio dell’osservatorio conti pubblici italiani dell’università Cattolica del Sacro Cuore, diretto da Carlo Cottarelli, nella nostra regione il personale degli enti territoriali risulta sottodimensionato. E anche guardando all’intero pubblico impiego, quindi considerando anche scuola, sanità, università, il dato umbro, peraltro naturalmente influenzato dalle piccole dimensioni della regione, è comunque assolutamente ‘normale’: 45.391 dipendenti delle unità locali delle istituzioni pubbliche nel 2015, 5,1 ogni 100 abitanti (la media del centro Italia è di 5,0, quella italiana è di 4,6)».

«Ridurre? Servono assunzioni e stabilizzazioni»

«Tra l’altro – sottolinea ancora il presidente Ires Umbria – vale la pena ricordare che l’Italia ha un tasso di dipendenti pubblici inferiore alla maggior parte delle altre economie europee». Infine l’Ires Cgil sottolinea il costante calo del numero di dipendenti pubblici che si è avuto negli ultimi anni, causato dal blocco del turnover e dalle uscite per pensionamento utilizzando ‘Quota 100’. «Altro che ridurre il lavoro pubblico – commenta Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria -, questa regione non potrà mai sperare di ripartire se non si avvia un’intensa stagione di assunzioni e stabilizzazioni dei nostri giovani nei servizi pubblici. Abbiamo bisogno di infermieri e medici, di vigili del fuoco e ispettori del lavoro, di personale per la ricostruzione post sisma e via dicendo. È investendo sulle persone e sui loro bisogni che si riscrive un nuovo modello di sviluppo per l’Umbria».

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