Il terremoto, certo. Ma forse non solo. Perché il dato sul movimento turistico nel 2016 – a dirlo è l’Istat – è negativo in Umbria, ma non nelle altre regioni colpite dal sisma. Qualcosa non torna.
I dati «Dopo la crisi degli anni 2012 e 2013, si consolida la ripresa del settore – a dirlo è l’Istat – che si era già manifestata negli anni immediatamente successivi. Nel 2016, infatti, gli esercizi ricettivi italiani registrano il massimo storico con oltre 116,9 milioni di arrivi di clienti italiani e stranieri e poco meno di 403 milioni di presenze Rispetto all’anno precedente, i flussi turistici aumentano del 3,1% in termini di arrivi e del 2,6% in termini di presenze (con oltre 10 milioni di notti in più). Le presenze risultano in crescita negli esercizi alberghieri (+1,8%), ma soprattutto in quelli extra-alberghieri (+4,2%) dove si sono registrati i maggiori incrementi. In questa tipologia di esercizi, infatti, il numero di arrivi è cresciuto di un terzo (+37,3%) rispetto al 2010, a fronte di un aumento del 13,7% del settore alberghiero (gli incrementi sono rispettivamente +8,7% e +6,6% in termini di presenze)».
I numeri Negli esercizi alberghieri le presenze sono circa 267,7 milioni e gli arrivi 90,3 milioni (rispettivamente +1,8% e +1,4% sull’anno precedente); la permanenza media, pari a 2,97 notti per cliente, è in crescita, seppur di poco, rispetto all’anno precedente (era 2,95). Negli esercizi extra-alberghieri si contano 135,3 milioni di presenze (+4,2% rispetto al 2015) e 26,7 milioni di arrivi (+9,5%), con una permanenza media di 5,07 notti (-0,26 sull’anno precedente).
Umbria peggio di tutte Solo che, tra i dati che saltano agli occhi, c’è quello – estremamente negativo – riferito all’Umbria, che risulta essere la regione che, tra le quattro che hanno fatto registrare performance negative, è quella che ha fatto peggio di tutte. Il calo delle presenze turistiche è stato del 6,5%. «Colpa del terremoto», sentiremo certamente dire, ma allora perché le altre regioni interessate dal sisma non hanno sofferto e, anzi, hanno visto incrementare (+8,8% l’Abruzzo, +6,7 il Lazio e +2,4% le Marche) le presenze?