Uil Terni, sicurezza: «Cosa dice la gente»

Giovedì 25, a Collerolletta, un convegno su ciò che emerge da un’indagine sul territorio

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Nell’ambito del ‘Meeting Uil’ – a Collerolletta dal 21 al 28 giugno – giovedì 25 si svolgerà un convegno sul tema della sicurezza. Di ‘Sicurezza: reale – percepita’ parleranno il sottosegretario di Stato, Giampiero Bocci; il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo; il prefetto di Terni, Gianfelice Bellesini; il questore di Terni, Carmine Belfiore.

Un’indagine La Uil di Terni ha inteso offrire al dibattito uno stimolo ulteriore realizzando un’indagine dal titolo ‘La paura sostenibile. Una ricerca di base per discutere dell’insicurezza a Terni’, curata dal sociologo Ugo Carlone. L’indagine è stata realizzata dalla Uil di Terni, con il coordinamento del dottor Mario De Angelis.

La ricerca si basa su un questionario online e su interviste, realizzato nel mese di giugno da 400 residenti a Terni. Il campione «non può considerarsi rappresentativo e casuale – spiega Carlone – in quanto sottostima alcune fasce della popolazione, come persone più diffidenti nell’esprimere la propria posizione, alcuni anziani che non escono mai e che sono meno raggiungibili». La finalità della rilevazione è quella di «porre alla comunità ternana uno spunto di riflessione per il dibattito sulla sicurezza urbana, fenomeno in parte nuovo per la città e indicare delle ‘tendenze’. Non è quello di fornire una fotografia dettagliata ed ‘esatta’ della situazione, attività che presume un’indagine di più ampio respiro». Le domande poste agli intervistati sono per lo più quelle elaborate dall’Istat per la rilevazione periodica sulla sicurezza urbana.

Chi più, chi meno Nel complesso, aggiunge il sociologo, «la questione insicurezza è sentita molto di più dalle donne che dagli uomini; di meno dai giovani rispetto agli adulti e soprattutto agli anziani. Di più da chi abita in centro, ma ancora di più da chi è meno istruito, associando più spesso l’insicurezza alla presenza di stranieri». Proprio la variabile istruzione «è quella che più incide sulla percezione dell’insicurezza. Ovviamente non si può dire che si è insicuri perché si è meno istruiti. Anche i più istruiti non si sentono completamente al sicuro, sono solo ‘meno insicuri’ di chi ha livelli di istruzione più bassi».

La paura «Più aumenta la ‘non conoscenza’, più cresce l’insicurezza. Ciò che fa più paura è il ‘lontano’ rispetto al ‘vicino’, con riferimento alla zona in cui si vive, cioè ad un contesto che si conosce bene, la percezione di insicurezza è minore rispetto a quanto non lo sia con riferimento all’intera città di Terni, cioè ad un contesto che si conosce di meno. Il presente rispetto al passato e il più o il meno abituale». La percezione di insicurezza «è più alta di quanto sia possibile desumere dai comportamenti concreti e i comportamenti concreti adottati, come cambiare strada o lasciare le luci accese, presumono una percezione del rischio di subire un reato che è probabilmente più alto di quello effettivo».

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