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Home » Umbria, auto storiche: «Settore in ginocchio»

Umbria, auto storiche: «Settore in ginocchio»

di Fabio Toni
4 Novembre 2015
in Attualità, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Liborio Libori, Cuae

Liborio Libori, Cuae

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A loro il ‘mini sconto’ non piace per niente e lo definiscono «una pezza messa lì, un contentino che non risolve nulla». A stroncare il disegno di legge regionale licenziato lo scorso 19 ottobre da palazzo Donini, è la sezione di Terni del Club umbro auto e moto d’epoca – Cuae – che attraverso il suo presidente Liborio Libori parla di «grave attacco ad un settore che rappresenta un valore aggiunto per l’economia nazionale e regionale».

Cuae Terni, mezzi d'epoca - 3 novembre 2015La vicenda Tutto parte dalla legge stabilità 2015 che ha cancellato i benefici per i veicoli di interesse storico con più di 20 anni di età. Da un bollo ‘simbolico’ di 25,82 euro per le auto e di 10,33 euro per le moto, i proprietari dei mezzi ‘storici’ si sono ritrovati a pagare la tassa piena. L’esenzione scatta infatti solo dal 30° anno di immatricolazione in poi. Un’imposizione, quella del governo, che la Regione ha accolto per il 2015, tentando di reintrodurre i vecchi benefici dal 1° gennaio 2016. Tutto, però, è stato stoppato dalla corte costituzionale: «Altre regioni – afferma Libori – hanno scelto comunque di tirare dritto, continuando a tutelare i cittadini e le imprese. Questo in Umbria non è successo e ora si cerca di mettere una ‘pezza’ inaccettabile, quando sarebbe stato più logico, ad esempio, ‘modulare’ il bollo in base alla cilindrata».

Duro colpo «Chi pensa che i possessori di auto d’epoca siano tutti ricchi – attacca il presidente del Cuae di Terni – si sbaglia di grosso. E le misure decise dal governo, fatte proprie dall’Umbria nel 2015, vanno in una sola direzione: quella di stroncare una passione, l’indotto ad essa collegato e infine le attività portate avanti da club come il nostro, in tutta Italia».

Le ragioni Libori spiega le ragioni della sua presa di posizione: «Quelli che decidono, o meglio dire decidevano, di acquistare mezzi d’epoca sono davvero in tanti. Basti pensare che il nostro club ha fatto 1.784 soci effettivi solo nel 2014. Oggi, sulla base delle decisioni prese, molti rinunciano, decidono di vendere tutto all’estero e spesso si tratta di auto pregio come Alfa Romeo, Ferrari, Lancia. In troppi stanno abbandonando, non per colpa loro, una passione che porta lavoro a centinaia di meccanici, tappezzieri, gommisti e così via. Per un indotto – afferma – che è fatto anche dal movimento turistico che associazioni come la nostra riescono ad attivare ad ogni evento. Non capiamo perché proprio le persone che hanno investito tempo e denaro in un mezzo d’epoca, certe di pagare un bollo poco più che simbolico, si ritrovino di punto in bianco dover sborsare cifre pesanti. Il nostro è un hobby come un altro ma ci sembra evidente la disparità di trattamento».

Battaglia «È chiaro che il problema parte dal governo – conclude Libori – . Ma la precedente giunta regionale ha disatteso gli impegni assunte con le associazioni e l’attuale non sta facendo di meglio. Questa battaglia vogliamo portarla avanti in ogni sede e non intendiamo mollare».

Forza Italia Sul tema interviene polemicamente anche il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Raffaele Nevi: «Per colpa del governo Renzi che ha impugnato la legge umbra, la Regione non può procedere sulla materia delle esenzioni del bollo delle auto storiche e quindi i cittadini proprietari dovranno pagare per intero, salvo lo sconto del 10%, il bollo. Questo – spiega Nevi – arrecherà gravissimi danni ad un comparto importante che vede coinvolti anche tanti artigiani, operatori turistici e operatori commerciali. Chiaramente da questo atto ne trarrà beneficio in termini di entrate di cassa anche la Regione Umbria con un extra gettito di circa 2 milioni di euro che, se aggiunto all’aumento di 5 milioni di euro dei canoni idroelettrici, arriva ad un totale di 7 milioni in appena 150 giorni di mandato di questa giunta. Oggi (mercoledì, ndR) in commissione è apparso molto chiaro che la presidente condivide questa nuova tassa e, al contrario di quello che stanno facendo altre regioni come la Lombardia, se ne guarda bene dal lottare per far cambiare idea al suo capo partito».

La replica Il presidente del gruppo Pd in consiglio regionale, Giacomo Leonelli, interviene sulle critiche del centrodestra relative all’uscita dall’aula dei consiglieri Dem al momento della votazione sulla mozione del bollo auto storiche proposto da Claudio Ricci. «Nel leggere i quotidiani di oggi – afferma Leonelli – ho visto che i colleghi del centrodestra hanno usato toni molto drammatizzati sul fatto che ieri saremmo usciti dall’aula per non discutere della loro mozione sul bollo per le auto storiche. Peccato che abbiano omesso di dire che il tema era già iscritto alla commissione di stamattina, con tanto di audizione della presidente. Questa mattina – aggiunge il capogruppo Pd – abbiamo chiarito in prima commissione, con l’ausilio dei tecnici, che il centrodestra avrebbe voluto farci votare, con la cancellazione del bollo per le auto storiche, un atto illegittimo, con evidenti aggravi di spesa per la Regione a seguito del successivo contenzioso. Ciò non vuol dire che sia soddisfacente il semplice sconto del 10% proposto dalla giunta e che non si debba lavorare per rendere più equo possibile il provvedimento. Ma tutto questo – conclude Leonelli – avvenga fuori da ogni demagogia e cercando di contemperare in modo equo i vari interessi in gioco».

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