La riunione del ‘Tavolo verde’ di giovedì, richiesta dall’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, per fare il punto sulla siccità che sta interessando l’Umbria e su quello che sta facendo la Regione per fronteggiare l’emergenza, così da dare conto al Governo delle problematiche che si sono manifestate sul territorio regionale, è stata anche l’occasione per ricordare le differenze esistenti, da un punto di vista procedurale, fra la richiesta dello stato di emergenza e quella di calamità naturale.
Lo stato di emergenza Per quanto riguarda lo stato di emergenza legato alla crisi idrica, l’assessore ha ricordato che il Governo interviene con i fondi della Protezione Civile per garantire un fabbisogno straordinario. «Per l’Umbria – ha detto – la richiesta avanzata il 24 luglio dalla Giunta regionale è stata accolta dal Consiglio dei ministri il 7 agosto, con uno stanziamento di 6 milioni di euro che ci consentirà di attuare in tempi brevi il Programma di interventi per potenziare l’approvvigionamento idropotabile nelle aree dove si presentano le maggiori criticità».
Lo stato di calamità naturale Per quanto riguarda, invece, lo stato di calamità naturale per l’agricoltura, «questo – ha sottolineato Fernanda Cecchini – può essere richiesto dalle Regioni solo alla fine dell’evento, cioè quando si avrà un quadro chiaro delle mancate produzioni, dai seminativi al vino, dall’olio ai frutteti, alla zootecnia. Alla richiesta occorre infatti allegare la quantificazione dei danni. Verosimilmente alla fine di settembre avremo una visione chiara del fabbisogno umbro». Dalla fine di giugno gli uffici territoriali delle ex comunità montane e le associazioni agricole «stanno raccogliendo le segnalazioni dei danni da parte delle aziende che, a fine luglio, ammontavano ad oltre 4 milioni di euro, per procedere con le perimetrazioni. Ciò ci permetterà, non appena le norme ce lo consentiranno, di fornire al Ministero la delimitazione delle aree danneggiate e quantificare il danno con una delibera di Giunta e con il conseguente invio al Consiglio dei ministri».
Monitoraggio Per fronteggiare la siccità «un importante aiuto arriva anche dal Governo, con uno stanziamento di 700 milioni di euro, di cui 300 già finalizzati attraverso un bando per gli investimenti irrigui, all’interno dei quali contiamo di soddisfare anche le esigenze poste dall’Umbria». Le procedure, ha concluso l’assessore, «sono tutte aperte per far fronte alla crisi idrica, sia a livello irriguo che idropotabile, come prevede la normativa, e in questo quadro istituzioni e associazioni agricole continueranno a lavorare per lo scambio informazioni e il monitoraggio della situazione».