Il dato – preoccupante – è emerso durante l’audizione del vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli e del Garante dei detenuti Stefano Anastasia, che hanno illustrato ai membri della prima commissione del consiglio regionale i contenuti dell’informativa sulla sicurezza urbana, consistenti in una indagine statistica relativa agli ultimi sette anni.
Estorsioni, aumento esponenziale «I dati – ha spiegato Anastasia – fino al 2015 sono quelli dell’Istat, mentre dal 2016 disponiamo di quelli del Sistema informativo d’indagine condiviso dalle forze di polizia. Il 46 per cento delle denunce riguarda i
furti, ma la tendenza è verso una diminuzione. La cifra che in Umbria è più alta rispetto alla media italiana è quella relativa alle denunce per estorsione e usura, ma anche quella che si riferisce alle truffe informatiche».
I dettagli Raggiunto da umbriaOn, poi, Anastasia offre qualche dettaglio in più: «Nel 2010 in Umbria si registravano 7.2 casi di estorsione ogni 100 mila abitanti, un’incidenza decisamente più bassa rispetto a quella nazionale che era di 9.9, mentre nel 2015 il dato è passato a 18.2, superando di due punti e mezzo quello nazionale. Le truffe informatiche, invece, sono passate da 114,6 ogni 100 mila abitanti del 2010, quando in Italia erano 159.5, a 221,2 rispetto alle 219.2 in tutto il Paese».

La malavita Se quello delle truffe informatiche «può essere un fenomeno riconducibile ad un uso spesso poco accorto, per mancanza di informazioni adeguate – dice Anastasia – il massiccio aumento delle estorsioni lascia intuire che dietro ci possa essere l’attività della criminalità organizzata, che utilizza questo strumento con frequenza. Un dato che ci deve far riflettere e deve spingerci ad alzare il livello di attenzione nei confronti del fenomeno».
Il ‘picco’ Nel corso dell’audizione è emerso, spiega il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, «che il picco più alto dei reati commessi in Umbria si è verificato nel 2013, quando ne sono stati registrati 38 mila 506, un dato sensibilmente calato nel 2016 fino a 31 mila 970».