Umbria, forti perdite nelle ‘partecipate’

Giudizio netto della Corte dei Conti che parla di «fortissimi squilibri in sette regioni italiane»

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Un fortissimo squilibirio tra utili e perdite, al netto delle imposte. Questo il responso della relazione della Corte dei Conti – sezione delle autonomie della magistratura contabile – sulle partecipate locali in Umbria e in altre sei regioni italiane: Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia.

La relazione annuale della Corte dei Conti ha inoltre evidenziato che i piani di razionalizzazione delle partecipate previsti dalla legge di stabilità, sono stati presentati da oltre la metà degli enti di Umbria (53 su 95), Lombardia, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo, Veneto e Marche. L’indagine ha messo a confronto i risultati ottenuti dagli organismi – in riferimento all’esercizio 2013, rilevazione al 19 giugno 2015 – interamente pubblici (1782) con quelli del totale esaminato (4935).

LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI

I bilanci analizzati tra le società partecipate in Umbria sono 82, l’1.66% sul totale degli organismi. Nel documento della Corte dei Conti si evince che il totale delle partecipazioni dirette al capitale degli organismi partecipati sono 448, suddivise per Comuni (410), Province (32) e Regione (6). Di queste, 435 sono legate a organismi umbri, mentre le restanti riguardano il Veneto (6), il Lazio (4), Marche (2) e Toscana (1). Solo la Toscana invece (16) tra le altre Regioni ha partecipazioni dirette in enti umbri.

Le 82 società umbre riguardano nove forme giuridiche: le società per azioni (30), a responsabilità limitata (20), consortili (9), fondazioni (7), consorzi (6), cooperative (5), aziende speciali-altre forme (2) e istituzioni (1).

L’impegno economico degli enti della Regione verso organismi umbri è pari a 35 milioni e 415 mila euro; le partecipazioni verso gli organismi veneti ammontano invece a 26 mila euro. È di 3 milioni e 69 mila euro invece l’impegno economico di enti toscani nei confronti di società dell’Umbria. I pagamenti verso orgamismi umbri si attestano a 41 milioni e 507 mila euro, 8 mila quelli riguardanti società venete; totale di 3 milioni e 143 mila per i pagamenti degli enti territoriali toscani nel confronto degli organismi umbri.

La perdita Al 2013, il risultato d’esercizio complessivo degli organismi umbri – valore della produzione di 845.552.182 milioni, costo di produzione di 840.381.050 milioni e costo del personale di 214.897.927 milioni – partecipati presenta un perdita di 44.361.201 milioni. L’utile netto raggiunge i 23.111.293 milioni. Negli organismi umbri a totale partecipazione pubblica la perdita è di 32.776.412 milioni, mentre l’utile netto è di 6.443.808: in questo caso la Corte dei Conti fa notare come in alcune Regioni (tra cui l’Umbria) «la forbice tra le partecipazioni totalitarie e l’insieme degli organismi partecipati osservati si presenta notevolmente più ampia rispetto al dato medio nazionale».

Spicca in particolar modo, fa notare la relazione della Corte dei Conti, il quoziente di indebitamento (media nazionale che si attesta sull’1,41) delle partecipate umbre nella gestione finanziaria: 3,25, un dato superato da Molise, Basilicata (9,46, la peggiore), Calabria e Sicilia. Negli organismi a totale partecipazione pubblica il valore umbro sale a 5,78: in questo caso ad avere un risultato più negativo sono solamente Basilicata e Calabria.

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