«La popolazione straniera in Umbria è in diminuzione», questo il primo dato che Stella Cerasa della Caritas di Perugia ha evidenziato venerdì pomeriggio alla Biblioteca comunale di Terni, presentando il venticinquesimo rapporto sull’immigrazione curato dalla Caritas italiana. Con lei, il vicesindaco di Terni, Francesca Malafoglia e il presidente di Arci Terni, Francesco Camuffo.
Dal rapporto sull’immigrazione, aggiornato al primo gennaio 2015, emerge che «l’Umbria è la terza regione d’Italia in cui al popolazione straniera residente è diminuita dell’1,3% e ammonta a 98.618 unità. La maggior parte degli immigrati si trovano in provincia di Perugia (76,5%). Le nazionalità più numerose sono l’albanese (16,4%), la marocchina (10,2%) e la romena (26,4%)». La percentuale di stranieri in età da lavoro (da 15 anni in su) con un’occupazione, «supera quella degli italiani. Gli occupati stranieri, infatti, si concentrano maggiormente rispetto agli italiani nell’agricoltura, nelle costruzioni e nei servizi. Significativo il dato degli stranieri che frequentano le scuole della regione. I ragazzi iscritti sono 17.463 con un aumento dello 0,7% rispetto al 2014. Di questi circa 10 mila sono nati in Italia».
Il lavoro «Lo straniero va dove c’è lavoro», ha sottolineato Stella Cerasa. «Il permesso di soggiorno non si può rinnovare se non c’è lavoro e quindi, appena possibile, si emigra verso un altro Stato europeo. Molti problemi soprattutto per i minori che vengono ricongiunti nel Paese d’origine e poi ricondotti in un’altra nazione. Conosciamo molti minori africani che arrivano, imparano l’italiano e poi si trovano costretti a partire per la Germania. Un salto difficile, sia per quanto riguarda la lingua che per la cultura».
PARLANO MALAFOGLIA, CERASA E CAMUFFO – IL VIDEO
Le politiche Secondo il vicesindaco Francesca Malafoglia, «questo strumento è utilissimo per avere il dato aggiornato su come muta il fenomeno sul territorio e, di conseguenza, indirizzare le politiche e scongiurare qualunque tipo di strumentalizzazione». Politiche che hanno due percorsi: «Consentire il transito delle persone che transitano nel nostro Paese, con politiche locali di accoglienza accanto a percorsi giudiziari che consentano l’attraversamento dei nostri territori, accanto a politiche che investano sui progetti delle persone, perché chi è intenzionato a rimanere ha tutto il diritto di essere utile e di investire nella comunità che li accoglie».
Le strutture In provincia di Terni il lavoro sui richiedenti asilo «è consolidato da oltre 10 anni», è intervenuto Francesco Camuffo, presidente di Arci Terni. «Il fenomeno è stato abbastanza contenuto fino al 2011 quando abbiamo iniziato ad avere un vero e proprio esodo dall’Africa. Le strutture che vengono utilizzate abitualmente sono civili abitazioni. Ovviamente, il fenomeno in aumento ci ha portati a creare dei piccoli luoghi comunitari, con massimo 30 persone, dove viene fatta una prima accoglienza per poi organizzare il trasferimento negli appartamenti. Un modello che, per il momento, in termini di numeri tiene bene. Siamo tutti piuttosto orgogliosi di questa modalità d’intervento».