Umbria, piano qualità dell’aria: «La Regione fa negazionismo»

Movimento 5 stelle: «Per la giunta il problema sono stufe e caminetti. Nemmeno un euro per la sostenibilità ambientale»

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di Fra.Tor.

Hanno scelto senza dubbio un modo originale per esprimere il loro pensiero sul piano regionale della qualità dell’aria, approvato a luglio dalla giunta Tesei. I consiglieri umbri del Movimento 5 stelle venerdì mattina si sono riuniti nell’area Sin di Papigno e, dopo aver imbandito una tavola, hanno acceso un barbecue per cuocere delle salsicce. «Stiamo compiendo un’azione criminale – ha esclamato Thomas De Luca, presidente del gruppo consiliare Movimento 5 stelle Umbria – perché secondo la giunta Tesei il vero problema dell’inquinamento a Terni sono le ‘sbraciate’».

Il piano regionale

«Secondo la giunta regionale – ha spiegato De Luca – caminetti e stufe sono i responsabili dell’emergenza ambientale della ‘conca’ ternana. In base a questa valutazione anti-scientifica degli oltre 200 milioni totali previsti nel piano, nemmeno un euro viene stanziato per la sostenibilità ambientale dei processi industriali e per la transizione ecologica. Un danno incalcolabile per una situazione che richiede interventi immediati ed urgenti. Il negazionismo della politica ricade sull’emergenza ternana e sugli effetti a livello locale della crisi climatica globale. Abbiamo purtroppo visto in questi due anni di pandemia quanto atteggiamenti simili da parte di chi ha responsabilità politico-istituzionali possano essere dannosi».

PIANO REGIONALE QUALITA’ DELL’ARIA

NOTE METODOLOGICHE DELL’INVENTARIO

Secondo la destra, ha aggiunto De Luca, «per quanto riguarda il comune di Terni la ‘matrice’ dell’inquinamento da polveri sottili proviene per il 75-80% dal riscaldamento domestico, dalle pizzerie e dai forni a legna. Solo il restante 11% e 9% da traffico e industrie. Vengono così cancellati anni di indagini e analisi scientifiche, come lo studio ‘Identificazione di sorgenti di particolato atmosferico locali e a lungo raggio in Umbria’ prodotto dall’Università di Perugia e dalla stessa Arpa, pubblicato nel 2017. Studio che in base all’analisi chimica e alla caratterizzazione delle polveri, attesta come a Terni il traffico contribuisca per il 27%, il riscaldamento per il 20% e l’industria per il 17% considerando l’ulteriore risollevamento delle polveri per il 18,7% causato da oltre 150 anni di industrializzazione e urbanizzazione. Una valutazione meramente quantitativa che non entra oltretutto nel merito qualitativo delle polveri, in primo luogo i metalli pesanti».

Le stime

Nell’attuale ‘Piano regionale della qualità dell’aria’, invece, «si è deciso di ignorare le suddette attività scientifiche e si è fatto affidamento sulle stime dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfera. Nelle stesse note metodologiche dell’aggiornamento dell’inventario viene evidenziato come relativamente agli impianti di combustione non industriale la stessa stima viene fatta prendendo in considerazione metodi apparentemente discutibili, ad esempio Individuando il numero per comune delle pizzerie e bracierie dedotto dagli elenchi delle pagine gialle online. Cifra che avremmo potuto spendere per studi epidemiologici mirati come quelli richiesti da anni dall’istituto superiore di sanità e che invece vengono buttati per la propaganda».

«Ammettono l’inutilità delle misure»

Nel piano, è intervenuta Valentina Pococacio, consigliere M5s del Comune di Terni, «si arriva perfino ad ammettere l’inutilità delle misure che si intendono adottare. Secondo gli scenari di concentrazione delle microparticelle ipotizzati nel 2025, nell’area di Terni e Narni è attesa una riduzione del Pm 2,5 del 10% mentre nell’area Perugia Marsciano l’attesa di riduzione del valore massimo è pari al 19%. Nonostante non sia prevista alcuna misura localizzata la riduzione delle emissioni sarà addirittura doppia. Come ammettere che in assenza di misure straordinarie, nel 2025 ci saranno condizioni di vita migliori». Il consigliere comunale Luca Simonetti ha sottolineato, poi, che «quello che ci lascia sconcertati è il silenzio dell’amministrazione comunale ternana», interviene il consigliere comunale Luca Simonetti. «Il vicesindaco e assessore all’ambiente Benedetta Salvati cosa fa? Oltre a pensare alla fontana, fontanelle e parchi, quali sono le azioni che ha intrapreso per attirare fondi per affrontare la questione ambientale a Terni?».

450 mila euro per campagne di comunicazione

«Il nuovo piano regionale di qualità dell’aria sposta di fatto le risorse destinate a risolvere l’emergenza ambientale su caminetti e stufe. Un’azione devastante considerando che la nostra regione è stata sanzionata dalla comunità europea proprio per la procedura d’infrazione causata dai continui sforamenti della conca ternana. Già all’inizio del 2021 le nostre denunce avevano evidenziato l’incongruenza grossolana delle indicazioni nel piano, proteste culminate con le dimissioni dei membri di minoranza, De Luca (M5S) e Bettarelli (PD) dalla Commissione d’inchiesta. La giunta Tesei ha deciso di andare avanti a testa bassa, senza alcun confronto e ascolto. La verità – ha concluso De Luca – è che i cittadini ternani potevano scegliere tra la sicurezza e la salute. Scegliendo la giunta Latini per il Comune e la giunta Tesei per la Regione, invece, hanno perso sia l’una che l’altra. Quanto sta accadendo in questi giorni non ha precedenti. I ternani non riescono davvero a credere al negazionismo della destra ternana e regionale, per questo tra le varie misure vengono previsti 450 mila euro per campagne di comunicazione per convincere la gente che il problema sono i camini e le carni alla brace».

«Il piano qualità dell’aria si basa su studi scientifici»

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