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Home » Umbria, Rifondazione: «La sinistra si svegli»

Umbria, Rifondazione: «La sinistra si svegli»

di Fabio Toni
6 Dicembre 2015
in Opinioni, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Enrico Flamini

Enrico Flamini

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di Enrico Flamini
Segretario regionale Rifondazione Comunista – Umbria

La costruzione di un soggetto politico unitario e plurale della sinistra può diventare oggi realtà anche in Italia. Certo, dopo anni di divisioni, non tutto è lineare. Servono generosità e senso di responsabilità per il raggiungimento di un obiettivo alto e nobile, quello di definire cioè un polo politico autonomo ed alternativo a Pd, M5S e destre, capace di avanzare una proposta di governo per la fuoriuscita dalla crisi economica e sociale in cui versa il paese.

Un’iniziativa sui terreni della democrazia, dei diritti sociali e del lavoro, della pace, della scuola, della sanità, della giustizia sociale, della lotta alle povertà, un’iniziativa di cui può e deve essere protagonista una nuova classe dirigente senza ripercorrere le strade già battute del politicismo del ‘meno peggio’.

Purtroppo alle ultime elezioni regionali in Umbria non è stato possibile mettere in campo un percorso unitario di questo tipo. Il risultato, considerando gli errori commessi da tutte le componenti, è stato quello di consegnare la sinistra umbra all’irrilevanza. Un dato, quest’ultimo, davvero pesante se si pensa alle ricadute delle politiche di Renzi sull’Umbria, politiche che hanno demolito i diritti del lavoro e smantellato i servizi pubblici attraverso i tagli agli enti locali, alla scuola, ai trasporti e alla sanità, il tutto per favorire le privatizzazioni e la svendita del patrimonio.

Bene, la presidente Marini e la maggioranza che la sostiene non solo non stanno giocando alcun ruolo politico nei confronti del governo nazionale, ma si stanno dimostrando anzi del tutto subalterni operando in Umbria per nome e per conto di Renzi e del Pd e delle loro politiche neo liberiste ed antipopolari. Nella nostra regione aumenta la disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, e si allargano le povertà. I disastri industriali, al di là delle passerelle e dei comunicati stampa di rito, si moltiplicano. Dai rifiuti all’agricoltura, dalla sanità ai trasporti continuiamo ad assistere all’assenza di programmazione e pianificazione.

Le risorse europee, per il reperimento delle quali ci stiamo avvitando da anni in insensate politiche recessive, vengono elargite a pioggia, senza la minima verifica della loro utilità e nell’interesse dei soliti noti. Ecco, non esiste più nessuna specificità umbra e la fine del centrosinistra non è un dato politico aprioristico, è invece il prodotto terminale di una lunga mutazione genetica che ha nel ‘renzismo’ la sua naturale conclusione, anche in Umbria.

Per questo vogliamo contribuire al processo unitario, ne avvertiamo tutta la necessità in una fase in cui lo scontro è davvero epocale. Ci rivolgiamo quindi a tutte le forze politiche e sociali della sinistra umbra per incontrarci quanto prima. Abbiamo da subito un’occasione, quella delle elezioni amministrative dell’anno prossimo per lavorare insieme e valutare in comune, ovunque, la possibilità di individuare candidati, di costruire e di sostenere liste nuove e partecipate in grado di raccogliere le migliori esperienze civiche e dal basso e di rappresentare una forte proposta politica di sinistra che si confronti sulle proposte concrete necessarie a sostenere tutte le classi sociali che stanno pagando la crisi sulla propria pelle.

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