Terremoto e appalti, ‘focus’ in Regione

Umbria: procedure più snelle ma trasparenti e aperte a tutti. Il tema è stato affrontato dalla commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni criminali

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La commissione di inchiesta consiliare sulle infiltrazioni criminali, presieduta da Giacomo Leonelli (Pd), si è riunita lunedì mattina a palazzo Cesaroni per l’illustrazione del report sugli appalti pubblici banditi nel 2016 dalla Regione Umbria. Al termine è stato deciso di approfondire la possibilità di introdurre ulteriori criteri di trasparenza nella procedura degli appalti.

La pubblicazione La dirigente della giunta regionale Marina Balsamo ha illustrato l’informativa ai consiglieri, evidenziando che «tutti gli atti sugli appalti vengono pubblicati sui siti istituzionali e sono dunque a disposizione di organi di controllo e singoli cittadini». L’ufficio provveditorato della Regione si occupa delle gare per lavori, servizi e forniture e in questo periodo anche di quanto richiesto dalla Protezione civile relativamente agli ambiti di intervento assegnati all’Umbria.

Nodo trasparenza Per affrontare il post sisma è stata emessa una normativa di deroga che prevede procedure aperte con tempi più rapidi e consente alle stazioni appaltanti di applicare la procedura negoziata  – con almeno cinque ditte invitate – per le opere di urbanizzazione e altri interventi urgenti, la cui casistica è stata estesa di recente. «Stiamo valutando – ha spiegato la dirigente – l’elaborazione di un disciplinare per procedere in modo trasparente alla scelta delle cinque ditte individuate di volta in volta. Abbiamo proposto alla Protezione civile di invitare tutte le imprese che hanno la qualificazione per eseguire determinati lavori: un invito collettivo a manifestare interesse alla partecipazione da cui estrarre le cinque o più aziende a cui poi viene chiesto di presentare un’offerta. Ad oggi – ha detto Marina Balsamo – viene svolta una scelta discrezionale tra le ditte che hanno la qualificazione e le capacità tecniche per eseguire certi lavori».

Opere di urbanizzazione Per gli appalti ‘sotto soglia’ si ricorre ad un invito, per gli importi fino a 40 mila euro, oppure in casi previsti dalla legge, a prescindere dall’importo, si può procedere ad invitare singole ditte scelte dal responsabile del procedimento. «Per le opere di urbanizzazione – ha chiarito la dirigente della Regione abbiamo scelto una procedura aperta, più onerosa e impegnativa per l’ufficio, ma che ha l’effetto positivo di dare la massima libertà di partecipazione all’appalto».

«Strutture scadenti» «La fornitura di moduli abitati per i terremotati – ha detto Andrea Liberati (M5S) ha portato strutture scadenti in Umbria. Nei bandi dovrebbe essere prevista una tempistica adeguata all’emergenza, ma anche un controllo su come vengono eseguiti i lavori. Per completare le opere di urbanizzazione avremmo dovuto chiedere l’intervento dell’esercito, come è stato fatto nel Lazio, evitando disguidi e anomalie. Sarebbe opportuno fare un report degli ultimi tre anni rispetto ad appalti ed esecuzione dei lavori, per capire quanti appalti effettivamente sono stati completati. Non è opportuno che gli appalti vengano decisi dal responsabile unico del procedimento scegliendo solo cinque imprese, selezionate non si sa come».

Massimo ribasso Per Andrea Smacchi (Pd), «ribassi troppo elevati, oltre il 40%, dovrebbero essere considerati anomali. Dovremmo predisporre ulteriori criteri per l’assegnazione dei lavori alle imprese: avere una struttura in grado di farli evitando il subappalto, essere in regola con tutti i parametri compreso il pagamento dell’Iva, una sede operativa posta a distanza di non oltre 200 chilometri dal luogo di intervento. Vanno premiate le imprese che lo meritano e che si trovano più vicine all’area di intervento».

«Ulteriori verifiche» Emanuele Fiorini (Lega Nord) reputa «importante la verifica delle capacità tecniche delle aziende che vincono gli appalti, soprattutto per quelli legati al post sisma. Ci sono studi di architetti che accumulano centinaia di pratiche che poi danno in subappalto ad altri, andrebbero quindi messi dei limiti sul numero dei lavori che vengono assegnati ad un singolo soggetto». Per Sergio De Vincenzi (Rp) sarebbe utile «convocare rappresentanti delle forze dell’ordine per avere chiarimenti su questi ambiti. Servirebbe un report da cui emergano quali sono le aziende che ottengono gli appalti e quali gli importi, per verificare se c’è davvero un turn over».

Le audizioni Il presidente della commissione Leonelli ha concluso evidenziando che l’organismo «deve continuare ad operare per garantire la massima trasparenza nelle normative e nella loro applicazione, lasciando altri ambiti alla commissione di vigilanza e controllo. Sul report consegnato oggi – ha affermato – verrà svolto un lavoro di sintesi per ottenere uno schema su tipi di appalti e ditte vincitrici. Approfondiremo ulteriormente l’argomento, anche in prima commissione, per verificare se è possibile introdurre ulteriori criteri di trasparenza nella procedura degli appalti». A marzo la commissione proseguirà nelle proprie attività con le audizioni di carabinieri, guardia di finanza e del procuratore capo Fausto Cardella.

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