di Daniele Lombardini
Pd Umbria
Nel Partito Democratico è il momento del coraggio e della generosità. I mesi che ci lasciamo alle spalle, a tratti dolorosi sul piano politico, sono stati sicuramente ricchi di messaggi e segnali su quali fossero le emergenze da affrontare all’interno di quel cantiere infinito che sembra essere diventato il centro sinistra. Segnali che, in vista dei prossimi importanti appuntamenti elettorali, diventa sempre più rischioso sminuire o, peggio ancora, ignorare.
Il percorso congressuale che si è aperto, che culminerà nelle primarie del 19 febbraio, impone a tutti noi delle riflessioni in particolar modo nelle città come Terni che saranno chiamate al confronto con le elezioni amministrative nei prossimi mesi. Pensiamo al tema delle alleanze e a quanto lo stesso, negli ultimi anni, sia diventato il fine dell’agire politico del nostro partito e non più uno strumento per mettere a terra la nostra visione di Paese. Riducendo sempre di più gli spazi di un dibattito pubblico il cui unico elemento di pathos sembrava essere diventato ‘dimmi con chi vai e ti dirò chi sei’. Ma soprattutto perdendo sempre più di vista chi fossimo veramente e quale fosse la nostra ‘funzione storica’, oggi.
La ricerca del ‘chi siamo’ più che del ‘con chi ci alleiamo’ rappresenta invece la nostra missione principale e chiudersi dentro una stanza in una seduta di autoascolto non rappresenta, a mio avviso, il metodo corretto per adempiere a questo compito. In questi anni forte è la sensazione che nelle analisi delle sconfitte elettorali, nel pianificare strategie politiche o tentativi di alleanze per sconfiggere le destre, non sempre ci sia stato il giusto sforzo di autocritica e apertura all’esterno che, di tanto in tanto, viene recitato pubblicamente come un mantra salvo poi essere pronti a smentirlo nei fatti. Insomma, non sempre la pratica in base alla quale ‘le Cause discutono delle Soluzioni’ risulta essere efficace, almeno in politica.
A livello locale corre l’obbligo di iniziare in fretta un percorso di profonda e radicale apertura: le prossime amministrative assumono una rilevanza che va oltre la posta in gioco, di per sé alta, e cioè la guida del Comune di Terni. Personalmente ritengo che questa sia, forse, l’ultima occasione che il centro sinistra umbro e ternano abbiano per riconnettersi con le proprie comunità, sempre più distanti e stanche e che mai come questa volta, anche in modo inedito, ci si debba proporre con un approccio laico, privo di fardelli del passato e ambizioso. È necessaria una zona franca in cui tutti gli attori, singoli o organizzati, che si ritrovino intorno ad una cornice valoriale di alternativa al centro destra locale, animino un dibattito pubblico e un confronto nel quale ritrovare non solo una visione comune di città e territorio ma, soprattutto, dei confini politici entro i quali sia chiaro chi ci si riconosca.
Serve un percorso che non si limiti alla ricerca di un nome al quale aggrapparci insieme alle nostre speranze elettorali, ma che riesca a sprigionare energia, a far uscire di casa quel 40% di persone che non lo hanno fatto il 25 settembre. Perché quello è il partito da convincere. E che quel nome alla fine debba essere coerente con un progetto politico e con una stagione politica diversa. Altrimenti non sarebbe credibile.
Come hanno dimostrato diversi esempi – da Verona alla vicina Narni – la competizione democratica può essere motore di proposta e partecipazione: partire da un’idea chiave di città per poi arrivare alle persone che si candidano a rappresentarla, ha dimostrato di essere una scelta vincente. Insomma, anche per dare una scossa e uscire da un surplace che rischia di rivelarsi letale, servono le primarie più aperte di sempre. Dobbiamo raccogliere quella sfida che in tanti ci lanciano, senza rifugiarsi nella tentazione di chiuderci nelle nostre stanze, rassicurati dal calore di qualche ‘caminetto’. Sarebbe una sconfitta già scritta, sia nei risultato che nel metodo.
È il momento di uscire dalla nostra zona di conforto delle pratiche consuete (spesso consunte) e di mettere in campo un impegno straordinario. Con il coraggio di aprirsi a tutte quelle forze politiche, istanze e gruppi organizzati con i quali raggiungere intese progettuali. Con la generosità di mettere al servizio la propria organizzazione per dare forza ad un nuovo percorso. Con l’obiettivo più alto di stringere con la comunità ternana un patto per il lavoro e l’ambiente in grado di scrivere una nuova pagina della storia di Terni e non solo di ‘battere la destra’.