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Home » I genitori ‘no vax’ protestano in Regione

I genitori ‘no vax’ protestano in Regione

di Redattore
5 Aprile 2018
in Altre notizie, Ambiente e salute, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Si sono dati appuntamento nella mattinata di mercoledì a Palazzo Cesaroni, in occasione della discussione della mozione di Valerio Mancini (Lega), per far sentire la loro voce. Sono i genitori (una parte di loro) dei circa 600 bambini che rischiano di non finire l’anno scolastico perché sprovvisti delle previste vaccinazioni.

Incontro in Regione

I numeri La vicenda è notissima. Molti genitori – con ragioni diverse – ritengono di non dover vaccinare i propri figli. E si oppongono alla prospettiva di doverli tenere a casa per questo motivo. In Umbria sono 1400 i bambini non vaccinati (dati forniti dall’assessorato regionale) all’interno dei quali però molti sono quelli di famiglie irreperibili o di bambini che effettivamente non possono essere vaccinati per problematiche mediche, accertate dal servizio sanitario nazionale, e per questo sono esentati. Poi c’è la zona grigia (e sono poco meno della metà): quelli cioè che ritengono di non dover vaccinare i propri figli per ragioni mediche (ma senza l’avallo del Ssn) o per ragioni etiche.

INTERVISTA DOPPIA: PARLANO MASTALIA (AURET) E L’ASSESSORE BARBERINI – VIDEO

Mastalia: «Pratiche discriminatorie» «Si potrebbe stare a parlare ore sulle problematiche discriminatorie di questo provvedimento, che è contrario anche alla convenzione di Oviedo, ma quello che a noi preme in questo momento è consentire ai bambini che hanno già iniziato nel settembre scorso, d’altra parte è ingiusto e contrario a ogni norma che nel mezzo di un ‘contratto’ come quello stipulato fra i genitori e la scuola all’improvviso si cambiano le regole del gioco; ci sono genitori che avevano fatto la pre iscrizione prima della legge e hanno maturato una legittima aspettativa di avere un figlio che andava a scuola fino a giugno 2018 e magari avevano preso un impegno in tal senso».

Barberini: «Regione può far poco» «La Regione ha trasmesso agli istituti scolastici che stanno procedendo a ciò che prescrive la legge. «Dobbiamo prendere atto delle normative, che impongono al servizio sanitario regionale di fare questa attività, poi si può condividere o meno – dice Luca Barberini – abbiamo fatto una approfondita campagna sulle vaccinazioni, la Regione Umbria è stata la prima in Italia ad inviare a casa le certificazioni da consegnare alle scuole, cercando di non gravare troppo sulle famiglie. Capisco le ragioni dei genitori ma la soluzione non può arrivare su base regionale, se la legge è nazionale, un nuovo provvedimento di eventuale deroga va fatto dal parlamento italiano».

La voce delle mamme «Ad un certo punto – aggiunge Francesca Pizzichini, una delle mamme – ci siamo resi conto che o ci muovevamo dal basso come genitori oppure era difficile farci ascoltare perché anche a livello associativo c’è un modo diverso di muoversi: i genitori a un certo punto dovevano prendere la palla al balzo, così ci siamo appoggiati alla mozione di Mancini e per questo siamo venuti in Reginoe. Ci sono tantissime contraddizioni interne in questa vicenda, a cominciare dal danno enorme che si fa ai bambini dal punto di vista delle interazioni con gli altri bambini: la nostra è diventata una battaglia di giustizia. Pensate ai compagni di classe che trovano il banco vuoto. Come glielo spiegano che i loro compagni non vanno più a scuola? Alcuni dirigenti sono impauriti dalle circolari mentre invece la legge non parla di esclusione ma di ‘diritto di accesso’. Noi chiediamo di rimandare tutto all’estate».

Mancini in aula

«Un genitore lo sa» «Molte di queste famiglie hanno avuto reazioni avverse ai vaccini in passato, magari in altri figli, e non vogliono correre il rischio – aggiunge mamma Francesca – i genitori devono volere il bene dei loro figli e non possono esporli ad ulteriori rischi. Un genitore che si prende questa responsabilità sicuramente non lo fa per leggerezza. Moltissimi genitori hanno fatto esami anticorpali ai propri figli e non vogliono rischiare una sovraimmunizzazione». C’è anche un problema relativamente alle multe:«In molti hanno chiesto un confronto con l’Asl ma stanno partendo le multe senza i necessari colloqui con le famiglie, previsto dal comma 4 dell’articolo 1 della legge».

La mozione torna in commissione Nel pomeriggio il consigliere Mancini è intervenuto in aula proprio su questo tema. «Abbiamo presentato una mozione affinché la giunta interceda presso il governo, per far sì che i bambini non in regola con i vaccini, finiscano almeno l’anno scolastico. Considerato l’emergenza in Umbria e il fatto che alcune Regioni hanno già prolungato i termini ultimi di vaccinazione. Fin dall’inizio il testo del decreto, poi trasformato in legge, è apparso lacunoso e contraddittorio – spiega Mancini – non è razionale intimare le famiglie a vaccinare i propri figli se poi pagando una multa di oltre 500 euro, i bambini possono tornare a scuola e i pericoli di malattie contagiose vengono cancellati con uno sterile bonifico». Il documento è stato rimandato in commissione per ulteriori approfondimenti.

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