Perugia, in comune ‘rispunta’ il crocifisso

«Esposizione permanente in consiglio comunale»: passa l’odg del consigliere Camicia, anche con il voto della Mori del Pd

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Segno di identità, storia e simbolo di cultura. In consiglio comunale ‘rispunta’ fuori il crocifisso, così come da ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Carmine Camicia del Psi. E la vicenda è destinata a far discutere.

L’ordine del giorno Lunedì, con undici voti a favore, tra cui quelli della maggioranza e della consigliera Pd Emanuela Mori, otto contrari – Movimento 5 stelle, il consigliere forzista Massimo Perari, Angela Leonardi, Franco Ivan Nucciarelli, Sarah Bistocchi e Elena Ranfa – e le tre astensioni dei consiglieri di Progetto Perugia, è passato l’ordine del giorno firmato Carmicia che richiede all’amministrazione comunale «l’esposizione permanente del crocifisso nella sala del consiglio comunale, quale segno – si legge nell’atto – della nostra identità, della nostra storia e come simbolo della cultura di un Paese che affonda le sue radici nella civiltà e nella tradizione cristiana».

Storia e cultura Secondo Camicia, infatti, «non solo la nostra storia e la nostra cultura sono legate alla religione cristiana, ma la stessa Costituzione italiana, pur assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose, cita solo quella cattolica e, peraltro, non prescrive alcun divieto all’esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come il crocefisso, fa parte del patrimonio storico. Un concetto ripreso anche dal Consiglio di Stato che –come riporta il consigliere- in un autorevole parere, avrebbe definito il crocifisso simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione».

Esposizione permanente Secondo Camicia, insomma, «l’immagine del crocifisso, non può costituire motivo di costrizione della libertà individuale a manifestare le proprie convinzioni in materia religiosa; piuttosto, cancellare i simboli della nostra identità potrebbe significare svuotare di significato i principi su cui si fonda la stessa società italiana, dal momento che –conclude- il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma è anche simbolo della cultura e della storia della nostra Nazione».

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