Terni, costa caro vendere le farmacie

Il Comune deve farle valutare, ma al proprio interno non avrebbe nessuno capace di farlo e pagherà 30 mila euro ad un perito esterno

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Nel Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il Comune aveva dichiarato di voler di incassare 7 milioni e 872 mila euro (6.720.000 nel 2017 e 1.152.000 nel 2019) attraverso la vendita di un bel pezzo di FarmaciaTerni. Intanto, però, per portare a termine quell’operazione – o, meglio, per avviarla – dovrà sborsare 30 mila euro, che la giunta comunale ha deciso di prelevare dal fondo di riserva.

Il perito I pratica succede questo: FarmaciaTerni – sempre al centro di polemiche politiche – va ‘valutata’ e «considerata la necessità indifferibile ed urgente di procedere alla valutazione patrimoniale della Società, da effettuarsi previa individuazione di un perito che avverrà nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenzialità» e che, secondo il dirigente Luciano Sdogati «la figura professionale che necessita per la realizazione dell’attività oggetto di conferimento di incarico richiede mansioni altamente qualificate e specifiche da attribuire ad esperti di provata competenza, esperienza e professionalità. Pertanto il sottoscritto, previa apposita ricognizione all’interno dell’Ente, potrà avviare l’iter procedimentale per l’affidamento dell’incarico di opera professionale all’esterno», il perito lo si prenderà fuori.

Nessuno all’altezza Secondo la giunta comunale, infatti, «la figura professionale altamente qualificata che necessita per la realizzazione dell’attività inerente il conferimento dell’incarico professionale è oggettivamente non rinvenibile nell’ambito delle risorse umane a disposizione dell’amministrazione conferente» e siccome «solo per fronteggiare obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi, da obblighi tassativamente previsti dalla legge e per garantire la prosecuzione o l’avvio di attività soggette a termini o scadenza, il cui mancato svolgimento determinerebbe danno per l’ente come previsto dal Piano di riequilibrio finanziario». E quindi: siccome in Comune non c’è nessuno capace di fare la valutazione, si spenderanno 30 mila euro per un perito esterno. Certamente bravissimo.

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