Ex mercato coperto, transazione più vicina

Terni, il Comune dà mandato ai tecnici di preparare il documento per stop contenzioso con Coop. L’immobile si è svalutato del 26% in 10 anni: 3,8 milioni di euro

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di Simone Francioli

Una decisione che arriva a pochi giorni dall’udienza di merito fissata per il 16 gennaio al Consiglio di Stato. Un lungo elenco di motivazioni che, post anni di interlocuzioni senza prendere una piega definitiva, fa desistere il Comune nella lite giudiziaria con Superconti Supermercati Terni srl (ai tempi dell’aggiudicazione era la Grandi Magazzini Superconti S.p.A., è di proprietà Coop Centro Italia) per la vicenda dell’ex mercato coperto: l’esecutivo di palazzo Spada ha dato il via libera alla preparazione di uno schema di transazione per chiudere la partita e tentare altre vie rispetto a quella originaria stabilita nel bando di vendita. «La perpetuazione nel tempo della situazione, principalmente dovuta al contenzioso in corso, è idonea ad esacerbare le negatività tanto da renderle intollerabili e di ben difficile recupero. Esistono oggettivi e numerosi problemi posti dal prosieguo e dagli esiti, pure in prima fase positivi, del contenzioso in corso; appare primario per l’interesse pubblico valutare soluzioni alternative anche in ragione delle esternalità negative a carico della collettività poste dall’ipotesi di realizzazione del progetto originario, anche nel bilanciamento con i benefici potenziali».

A LUGLIO FISSATA L’UDIENZA AL CONSIGLIO DI STATO: 16 GENNAIO 2020

Lo stato al 20 luglio 2019

Il perenne problema

In estrema sintesi – la storia è più che nota – il nodo è il seguente. Il Comune, tramite apposito bando, aveva venduto il complesso dell’ex mercato coperto per 8 milioni 151 mila euro, dei quali 6,5 per la struttura ed i restanti per la cessione del diritto di superfice. L’aggiudicazione definitiva è datata 18 settembre 2009 (la deliberazione del bando è invece del novembre 2008) e l’unico versamento per le casse comunali è legato al milione di euro valido come anticipo per l’esecuzione dell’accordo. Null’altro, a tal punto che la stipulazione del contratto per terminare l’iter non è mai avvenuta. Da allora è trascorso quasi un decennio e i residenti/commercianti della zona più volte – giustamente – si sono fatti sentire per chiedere delucidazioni. Il degrado non è certo diminuto con il trascorrere del tempo.

L’AVVOCATURA DEL COMUNE IN PRESSING PER CHIUDERE LA FACCENDA

L’esterno

Superconti si tira indietro, la nota di ottobre

Il Comune nel 2014 ha vinto al Tar Umbria il ricorso presentato contro la Grandi Magazzini Superconti, con ordine a quest’ultima di pagare 7 milioni 351 mila euro a favore dell’amministrazione. Appello al Consiglio di Stato ed eccoci ai giorni nostri, con l’udienza fissata – a distanza di un quinquennio – per il 16 gennaio 2020. Nel luglio 2016 la società si era già fatta avanti per far sapere al Comune delle difficoltà nel realizzare ciò che era scritto nel bando, auspicando un percorso alternativo per risolvere lo stallo. Il bis – al netto dei confronti informali – lo scorso 4 ottobre con la nuova giunta: «Ha ribadito – la sintesi del Comune – le difficolti realizzative, funzionali ed economiche dell’intervento originariamente ipotizzato, avanzando una propria ulteriore intenzione transattiva focalizzata sulla necessità di contenere i costi dell’intervento principalmente mediante l’eliminazione dei costi di scavo e demolizione, con rinuncia alla realizzazione dei piani interrati e ristrutturazione dell’edificio esistente, fermi gli impegni economici relativi all’acquisto dell’edificio e rinuncia alla cessione del diritto di superficie del sottosuolo dell’area di piazza del Mercato, con conseguente venir meno del diritto dell’ente al previsto corrispettivo». Da ricordare che anche l’esecutivo a guida Leopoldo Di Girolamo cercò una via d’uscita per alternative alla rivitalizzazione della piazza, senza tuttavia avere un esito positivo.

I TIMORI PER IL RICORSO IN CASSAZIONE: LA COMMISSIONE

Piazza del mercato in occasione del ‘Concerto dai balconi’ 2017

Il contenzioso che allarma

Sponda comunale ci si appoggia sull’interesse pubblico ed una serie di considerazioni sullo scontro giudiziario in atto. Lungo elenco di motivazioni che spingono per lo ‘stop’: «Il contenzioso in atto ha riconosciuto la piena legittimità degli atti e dei provvedimenti pro tempore adottati dall’amministrazione. Con Superconti srl non si è mai raggiunto un accordo che potesse fine alle reciproche pretese; l’aggiudicatario ha resistito e continua a resistere con argomentazioni di carattere processuale e di merito, rivendicando profili di danno attribuibili al Comune». L’enigma preoccupa: «Ad oggi non si conosce la data in cui il contenzioso potrà essere definito né tantomeno è prevedibile l’esito». Questo al netto dell’udienza di merito prevista a gennaio. «Deve valutarsi – prosegue l’esecutivo – l’impatto che l’ulteriore protrarsi dei tempi giudiziari possa avere sull’ente e sulla collettività». Si teme la Cassazione se il Consiglio di Stato dovesse dar ragione al Comune. Non solo.

DA NON DIMENTICARE IL RICORSO DEI MERCATALI: RICORSI COLLEGATI

L’interno

Vittoria o sconfitta: non conviene. La svalutazione

Poi si entra nel merito della faccenda e, secondo il Comune, è meglio uscirne con un accordo: «Ove pure intervenga pronuncia giurisdizionale definitiva favorevole per il Comune, il contenuto precettivo della stessa potrebbe porre difficoltà nella fase esecutiva, specie con riferimento agli obblighi realizzativi posti a carico dell’aggiudicatario». Quindi l’altro eventuale esito: «Nell’ipotesi di soccombenza dell’amministrazione comunale e quindi di rientro in suo possesso dell’immobile, il valore dello stesso risulta notevolmente inferiore rispetto a quello a suo tempo determinato negli atti di gara e maggiorato in fase di aggiudicazione – l’importo base era di poco superiore ai 5 milioni – da parte della Superconti srl con evidenti danni gravanti sul bilancio dell’ente, a causa del protrarsi dei tempi di realizzazione dell’intervento che hanno determinato un ulteriore deterioramento e per la crescente crisi economica ed edilizia tutt’ora operante, così come risulta dalla stima effettuata dall’ufficio patrimonio dell’ente; il valore a suo tempo posto a base di gara – svolta una perizia – è stato rivalutato in 3 milioni 842 mila 617 euro con una svalutazione del 26,1%». C’è altro: «In caso di soccombenza, l’amministrazione si troverebbe nelle condizioni di dover restituire l’anticipo versato a suo tempo dalla Superconti». Vicolo cieco.

LA DIFFICILE PARTITA DELL’EX MERCATO COPERTO: AFFANNO DEL COMUNE

A destra l’avvocato Umberto Segarelli

La cessazione della contesa, la prudenza e il degrado

Chiaro l’input del Comune, anche perché con una transazione – attraverso reciproche concessioni – si chiuderebbe la questione giudiziaria e produrrebbe l’effetto di una sentenza passata in giudicato. «La giurisprudenza contabile – evidenzia l’amministrazione – ritiene legittima la transazione che ponga fine ad una controversia pluriennale, di dubbia soluzione per l’ente e in presenza della rinuncia della controparte privata all’azione giudiziaria pendente». Tutto ciò deve «indurre l’amministrazione a tenere atteggiamenti di prudenza», con l’elemento principale da prendere in considerazione legato «senza dubbio alla convenienza economica della transazione vista l’incertezza del giudizio». Spazio poi ad un discorso a sé per lo sviluppo dell’area: il Comune parla di «aspetto fatiscente e abbandonato dell’immobile che si riflette direttamente sull’ambito urbano circostante; per di più la collocazione a ridosso del corso principale rende le condizioni descritte fastidiosamente percettibili a cittadini e visitatori. La perpetuazione nel tempo della situazione, principalmente dovuta al contenzioso in corso, è idonea ad esacerbare le negatività tanto da renderle intollerabili e di ben difficile recupero». Gli avvocati coinvolti sono Paolo Gennari per il Comune ed Umberto Segarelli per la società del presidente Gianni Barbetti (uno dei tre consiglieri del CdA è il 33enne ternano Mattia Contessa, poi c’è lo spoletino Roberto Paolucci e il folignate Lorenzo Ortolani).

DICEMBRE 2010, LO SCHEMA DI ACCORDO PER L’ALIENAZIONE. POI IL NULLA

Piazza del Mercato

L’intervento ‘impossibile’

Citati anche fattori specifici riguardanti ciò che era previsto nel bando. In negativo: «La realizzazione di un nuovo fabbricato con almeno due piani interrati, è potenzialmcnte idonea a creare problemi all’edificato circostante sotto il profilo statico e tenuto conto che — al momento — non sono neanche note le caratteristiche geognostiche dei terreni e non si è a conoscenza di possibili residuati bellici; le operazioni di scavo, demolizione e ricostruzione comporterebbero l’allestimento di un cantiere di imponenti dimensioni servito da una quantità rilevante di mezzi operativi, nonché la movimentazione di numerosi mezzi destinati al trasporto di materiali da e verso il sito di realizzazione; i trasporti sarebbero probabilmente da instradare nel tragitto piazza Corona per poi uscire da via delle Portelle e via Carbonario; i lavori di cantiere genererebbero rilevanti criticità connesse all’inquinamento atmosferico ed acustico, con impatto negativo su igiene, salute e vivibilità anche in ragione della movimentazione di mezzi e terra; le operazioni di demolizione sarebbero particolarmente impattanti in termini di polveri e di inquinamento acustico a carico dei residenti nelle vicinanze». Questi i principali elementi indicati che portano ad una constatazione: «Esistono oggettivi e numerosi problemi posti dal prosieguo e dagli esiti, pure in prima fase positivi, del contenzioso in corso; appare primario per rinteresse pubblico valutare soluzioni alternative anche in ragione delle esternalità negative a carico della collettività poste dall’ipotesi di realizzazione del progetto originario anche nel bilanciamento con i benefici potenziali».

PIAZZA DEL MERCATO, UNO DEI TANTI APPELLI: «STIAMO MORENDO»

Il mercato coperto in largo Manni

La massa da recuperare e la pianificazione

Tirato in ballo anche il dissesto finanziario e le conseguenze: «Il valore scaturito dall’aggiudixazione all’allora Grandi Magazzini Superconti S.p.A. È inserito all’interno della massa attiva del Comune gestita direttamente dall’Osl; fondamentale recuperare tutte le somme inserite all’interno della massa attiva nel più breve tempo possibile». Ma cosa succede con la transazione condivisa con la controparte? «Non dovrebbe – sottolinea il Comune – prescindere dalla corresponsione dei valori economici a suo tempo determinati (6,5 milioni per il fabbricato), oltre agli interessi legali e alle imposte non versate per effetto del ritardo nel trasferimento del bene. L’ipotesi transattiva potrà valutare anche una diversa scelta di pianificazione che potrebbe ipotizzarsi attraverso il recupero/ristrutturazione dell’edificio già sede del mercato con destinazioni comunque consentite dalla strumentazione urbanistica vigente, anche senza procedere alla costituzione di diritti di superficie sull’area circostante il fabbricato e senza procedere ad un nuova procedura di evidenza pubblica alla luce del fatto che il valore che verrebbe messo a base della nuova gara sarebbe notevolmente inferiore rispetto a quello aggiudicato».

LA PIAZZA RIVITALIZZATA DALLA MUSICA

La possibile compensazione e gli operatori

In definitiva il Comune ha dato mandato agli uffici tecnici di attivarsi in tal senso con una serie di azioni da perseguire: valutazione della possibilità di compensare i valori oggetti della precedente gara con opere di recupero funzionali all’area circostante (pavimentazione stradale, ammodernamento delle reti e pubblica illuminazione), recupero delle spese legali sostenute dal Comune per il contenzioso con espresso impegno della Superconti Supermercati Terni srl a rinunciare alla prosecuzione della lite pendente e mantenimento dei corrispettivi oggetto del bando 2008 riguardante il fabbricato senza procedere alla costituzione di diritti reali sulla zona. Per quel che concerne lo scherma di transazione i criteri prevedono «l’incremento dell’importo di 200 mila euro sulle somme dovute quale contro valore economico per l’utilizzo pieno ed incondizionato delle superfici, così come era stato inizialmente previsto, riservate gratuitamente al Comune per un triennio per l’allora ipotizzata ricollocazione – nell’ambito dell’ex mercato coperto – degli operatori commerciali, le cui concessioni nel frattempo sono state definitivamente trasferite in largo Manni; la garanzia di tempi certi e ragionevolmente ristretti per la realizzazione dei lavori; il riassetto in termini di fruibilità collettivi degli spazi latistanti la struttura». Si va verso l’accordo. Ma prima servirà il via libera del segretario generale del Comune Giampaolo Giunta: il suo ‘sì’ allo schema di transazione è necessario.

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