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Home » Umbria, geotermia: «Negare l’intesa»

Umbria, geotermia: «Negare l’intesa»

di Simone Francioli
26 Aprile 2018
in Ambiente e salute, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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del Coordinamento associazioni orvietano, Tuscia e lago di Bolsena

Gentile presidente Catiuscia Marini, gentile assessore Fernanda Cecchini,

L’equivoca sentenza del Tar Umbria sulla vicenda della geotermia a Castel Giorgio ripropone in modo ultimativo la necessità di una decisione della Regione dell’Umbria in merito a questa vicenda, che si trascina da ben sette anni. Equivoca perché la sentenza si basa su disposizioni normative inconferenti e/o interpretate in modo aberrante, su una ricostruzione dei fatti distorta e travisata oltre che su motivazioni illogiche e contraddittorie con una scorretta interpretazione di istituti giuridici di rango costituzionale che regolano i rapporti tra stato e regioni, come quello dell’intesa. E non è solo il nostro parere, ma anche di qualificati attori della vicenda.

Ma nel contempo è la Regione che porta da tempo la responsabilità prima di questa situazione, non avendo deciso su indicazione dei territori e dello stesso consiglio regionale di bocciare tale progetto, rinunciando così alle sue prerogative anche di legge. È già successo in Italia altre volte (questi impianti pilota da 5 MW non sono strategici), come ha fatto recentemente la Regione Campania sugli impianti pilota geotermici di Napoli e di Ischia o come spesso ha fatto la stessa Regione Toscana quando si era coagulata una vasta opposizione popolare ed istituzionale, o come ha fatto recentemente il Lazio inserendo una moratoria sulle decisioni, finché non saranno definite le aree idonee o non idonee alla geotermia.

Tutte le Regioni da cinque anni non autorizzano impianti geotermici (segnatamente i ‘piloti’), viste le preoccupazioni vivissime provocate dalle attuali tecnologie che portano con sé estese problematiche ambientali, sanitarie ed inducendo diseconomie nei territori, ma anche per l’alto costo del KWh geotermico (4 volte di più del KWh prodotto con altre fonti) dovuto alle laute incentivazioni che muovono tutto l’ambaradan. E questa legislatura favorevole alla geotermia è stata spazzata via dai recenti risultati elettorali, si è aperto un terremoto politico che potrà ancora colpire chi non tiene conto delle aspettative dei cittadini. La stessa Unione Europea, che pure aveva collocato la geotermia tra le fonti rinnovabili, nei mesi scorsi ha avuto un motivato ripensamento per cui entro l’anno emetterà una revisione della sua posizione.

Cara presidente, cara assessore, ora la giunta non ha più alibi: la tecnica del ‘binario morto’ non è più sostenibile. Crediamo che un rispetto dovuto per la posizione di contrarietà dei sindaci della Regione Umbria e dei vicini della Regione Lazio, dell’assemblea legislativa regionale, quella dei cittadini che vogliono un altro sviluppo dell’Alfina vi porterà a non concedere l’intesa. C’è ancora tempo per negare l’intesa nelle prossime settimane, rispettando la volontà dei cittadini. Prima che sia troppo tardi per tutti: cittadini, politici e amministratori. È quanto come cittadini e come associazioni, in lotta da circa sette anni, ci aspettiamo.

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