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Home » Ambiente, il caso-Terni in consiglio regionale

Ambiente, il caso-Terni in consiglio regionale

di Marco Torricelli
16 Ottobre 2015
in Ambiente e salute, Ast, Attualità, Dal territorio, In evidenza, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
I consiglieri del M5S in Regione

I consiglieri del M5S in Regione

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La decisione è stata presa all’unanimità. Il consiglio regionale – su proposta prima di Raffaele Nevi (Fi) e poi di Eros Brega (Pd) – ha stabilito che la mozione del gruppo del Movimento 5 Stelle, contenente una serie di interrogativi e di misure relativi alla «tutela della salute pubblica e alla risoluzione della situazione ambientale della Conca ternana», venga approfondita in commissione, prima di tornare in aula.

Liberati Nell’illustrazione l’atto, il capogruppo del M5S ha rimarcato come «finalmente, dopo 45 anni, si affronta una situazione che non riguarda la sola Conca ternana, ma l’intero territorio regionale, alle prese con inquinamento da metalli pesanti e diossine. Emissioni acclarate – ha aggiunto – da tutti gli studi di Arpa e dell’Istituto superiore di sanità». Secondo Liberati «va però rimarcato come i tecnici della Regione hanno disertato le ultime sette conferenze dei servizi riguardanti il rilascio ed il rinnovo delle autorizzazioni per il polo siderurgico ed il polo di incenerimento, è necessario fare un passo avanti e sostenere le produzioni industriali, mitigandone un inquinamento tale da interessare molte riviste scientifiche e quotidiani nazionali».

I fondi Liberati ha anche chiesto, tra l’altro, «lo stanziamento, nel prossimo bilancio, delle provvidenze necessarie all’avvio di misure di contenimento e rimedio della contaminazione delle matrici aria, acqua e suolo per la Conca ternana»; ma anche «l’inserimento all’interno della programmazione per l’istituzione dell’area di crisi industriale complessa Terni-Narni, portando l’istanza sul tavolo del Mise riguardo agli assi relativi alliinnovazione ambientale del polo siderurgico, alla bonifica del territorio e allo sviluppo di settori industriali come la biochimica e la Zero Waste Industry in grado di riconvertire e rilanciare il tessuto industriale della città, creando nuova e qualificata occupazione»; e poi «l’impegno della Regione in sede di conferenza Stato-Regioni a non individuare nessuno degli impianti a recupero energetico presenti nel territorio regionale e a non favorire l’arrivo di rifiuti regionali ed extra-regionali nei medesimi impianti, sostenendo invece il recupero delle materie prime e seconde e la chiusura del ciclo dei rifiuti senza trattamento termico».

Marini La presidente Catiuscia Marini ha evidenziato che «l’insediamento siderurgico di Terni risale a oltre 130 anni fa e la città ci è cresciuta intorno. Nel sottosuolo di quella città ci sono elementi che risalgono a quando certe sensibilità e conoscenze non c’erano. Esiste dunque una complessità legata ad attività che hanno creato la ricchezza di quella città, ma anche condizionato la situazione ambientale. Le responsabilità per il rispetto dell’ambiente devono essere conciliate con le esigenze produttive. Bisogna anche chiedersi se è compatibile una attività produttiva con il territorio, chiedendosi, senza trarre conclusioni sbrigative, se si può fare a meno di un’industria pesante, la prima di questa regione.  Abbiamo disponibili fondi europei e i 5 milioni di euro che la giunta ha messo a disposizione per la chiusura del ciclo degli scarti di produzione. Un impegno economico che serve a sostenere
scelte dell”azienda che vadano in direzione del rispetto ambientale. Dopo un anno quei fondi sono ancora disponibili, ma nessuno ci ha presentato progetti per utilizzarli».

 

 

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