Ast, cromo nei pozzi: «Magistratura agisca»

Liberati (M5S) attacca il Comune («Dove sono gli otto piezometri imposti dal ministero?») e invoca l’intervento dei giudici

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Il capogruppo del M5S in consiglio regionale, Andrea Liberati, torna sul ‘balletto’ delle ordinanze relative alla presenza di cromo esavalente nei pozzi Tk-Ast, per quello che definisce «il doppio salto mortale carpiato all’indietro del Comune di Terni, nel mutismo assoluto di Regione e Usl». Sulla situazione ambientale collegata, l’esponente pentastellato invoca «l’intervento urgente della magistratura».

AST: «NEI TERRENI C’E’ CROMO ESAVALENTE»

«Tedeschi assecondati» «Come noto – afferma Liberati – il ruggito dell’unico padrone della città, la Thyssen, si è fatto sentire. I tedeschi, anziché esser finalmente costretti a investire quelle centinaia di milioni necessari per sistemare gli impianti, sono stati viceversa nuovamente assecondati, senza che il Comune si sia reso conto dei rischi impliciti ed espliciti della propria scelta».

TERNI, GIALLO SUL CROMO: «IL COMUNE MENTE»

«Dove sono gli otto piezometri?» Il consigliere dei 5 Stelle elenca poi tutte le ragioni per cui la seconda ordinanza emessa dal sindaco Di Girolamo, quella del ‘dietrofront’ sulla chiusura dei pozzi dopo le rimostranze della ThyssenKrupp, non è coerente con la reale situazione ambientale: «È assodato che, pure a causa dell’inerzia del Comune di Terni, non esiste né potrà esistere per i prossimi due anni un report idrogeologico certo del flusso e del comportamento della falda acquifera locale. Sul punto – afferma Liberati – è contraddittorio quanto riferisce l’assessore comunale all’ambiente in una sua nota («Nello specifico il Comune chiede un approfondimento della vicenda delle risorse idriche che rientrano nell’area Ast e nelle immediate vicinanze», ndR). Ebbene, l’assessore dovrebbe anzitutto guardare in casa propria, poiché il Comune deve ancora posizionare gli otto piezometri prescritti dal ministero dell’ambiente per definire quella maglia di campionamenti volta a capire una volta per tutte il comportamento della falda acquifera».

«La magistratura faccia presto» Per il capogruppo M5s, poi, «Arpa Umbria ha sempre sostenuto che il ‘laghetto’ di cromo esavalente rinvenuto all’atto dello scavo della galleria Tescino fosse stato determinato dalla rottura dei tubi del percolato della discarica di scorie Thyssen: le contaminazioni registrate in queste settimane su plurime matrici e in aree distanti dalla discarica – afferma Liberati – raccontano invece di una realtà ben più drammatica e di una fonte contaminante indiscutibile. Nel frattempo la Usl non fa sapere pubblicamente nulla su eventuali analisi condotte sulle acque dello stabilimento, confermando un’opacità di lunga data. Abbiamo sempre sostenuto che i primi a pagare per questi molteplici disastri ambientali sono i lavoratori Thyssen e poi i cittadini di Terni. La condotta inutilmente rassicurante assunta in coro dalle istituzioni pubbliche locali e regionali, da sempre asservite ai padroni delle ferriere, non fa altro che confermare questi rischi: ecco perché, a fronte di tante gravi e reiterate anomalie, invitiamo soltanto la magistratura a fare presto».

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