Il progetto lo presenteranno, ufficialmente, solo venerdì. Ma i sindacati si portano avanti con il lavoro e lo contestano già dal giorno prima. Si tratta di quello che viene presentato come il potenziamento dei Centri per l’impiego della Provincia di Terni e, con l’occasione, verranno anche illustrati i risultati del rogramma ‘Garanzia giovani’.
La contestazione «Si può potenziare un servizio – chiedono la Rsu della Provincia, i sindacati confederali e la Usb – senza salvaguardare le risorse umane che vi operano da oltre 14 anni e che ad oggi sono ancora part-time, malgrado sia da molto tempo che si chiede per le stesse l’estensione oraria? La lentezza nella risposta a tale istanza, stride con la velocità con cui si è deciso di ricorrere alla collaborazione di un soggetto esterno (Sviluppumbria, con cui si è stipulata una convenzone; ndr), processo posto in essere in totale assenza di informazione agli operatori deputati all’erogazione dei servizi in questione, alle organizzazioni sindacali, a tutti i dipendenti della Provincia ed ai cittadini».
Le contraddizioni In un non lontano passato, insistono i sindacati, «i livelli di efficacia e di efficienza raggiunti dai Centri per l’impiego della Provincia di Terni sono stati riconosciuti a livello nazionale (con il premio ‘Brunetta’; ndr). Ricordiamo che gli operatori sono rimasti gli stessi. Si può potenziare un servizio, senza prima effettuare una ricognizione delle risorse interne al servizio ed all’ente nel suo complesso, in una fase di riorganizzazione complessiva? Perché non sono state valutate altre scelte organizzative e non sono state effettuate altre ipotesi alternative a quella della ‘esternalizzazione’, sia pure con una società in house?».
«Nessun progetto» Integrazione tra pubblico e privato, insistono i sindacati, «non vuol dire sostituzione del pubblico con il privato. Dovrebbe significare piuttosto avere un disegno di consolidamento e crescita del servizio pubblico, che comprenda la valorizzazione del patrimonio professionale esistente, la messa a sistema delle buone pratiche e una visione universalistica, in una logica di programmazione e valutazione molto più forte rispetto al passato. E, sulla base di questo, programmare l’eventuale apporto di risorse e funzioni esterne. Dove è questo disegno?».
La denuncia La convenzione predeverebbe, denuncia Graziella Cetorelli, dell’Usb, «l’utilizzo di 5 unità, messe a disposizione da Sviluppumbria, 4 aTerni e una a Orvieto, che dovrebbero lavorare con un contratto ‘a progetto’ (il costo sarà di 33 euro l’ora, Iva inclusa; ndr)», con il risultato finale, è la denuncia sindacale, «che dal 1° gennaio 2016, otto operatori dei Centri per l’impiego della Provincia di Terni e del ‘Collocamento mirato’, opereranno a 25 ore settimanali». Loro, invece, chiedono «il tempo pieno, la salvaguardia delle professionalità, e maggiore trasparenza e condivisione nella programmazione delle attività del servizio pubblico per l’impiego».