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Home » Norcia: «Torno a casa ma non ho più niente»

Norcia: «Torno a casa ma non ho più niente»

di Lucina Paternesi
13 Gennaio 2017
in Attualità, Dal territorio, In evidenza, Terremoto 2016
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di L.P.

Il pranzo degli ospiti al Tre isole di San Feliciano
Il pranzo degli ospiti al Tre isole di San Feliciano

Ha vinto la casetta – lui è tra gli sfollati che sono ospitati nelle strutture del Trasimeno – ma Enrico lo ha saputo in ritardo. Legge e rilegge la lista dei fortunati che sono stati estratti nel pomeriggio di mercoledì dal sindaco di Norcia Alemanno e, in effetti, c’è anche il suo nome. E’ tra i 12 che, da fine mese, potranno di nuovo tornare a Norcia e avere un tetto in testa e stare al caldo nei quaranta metri quadri dei Sae appena consegnati alla popolazione. «Avevo capito che ero una riserva – racconta, ancora un po’ incredulo – e invece allora no. Sono stato estratto per davvero». La bella notizia interrompe il pranzo degli ospiti nella struttura di San Feliciano. «Te l’avevo detto che l’avevi vinta – gli urla una signora seduta accanto a lui – non ci volevi credere».

Enrico Ossoli
Enrico Ossoli

L’estrazione Eppure la gioia e la felicità non sono quelle di chi può tornare finalmente a casa. C’è un po’ di imbarazzo nella sala da pranzo del villaggio Tre isole di San Feliciano. Imbarazzo misto a delusione, amarezza. Soprattutto tra chi non è rientrato nell’estrazione. «C’è chi è partito all’alba, il giorno della tombola per l’assegnazione della casetta – racconta un’altra signora – pregando che fosse il proprio nome a essere estratto. Mamma e figlia, laggiù, hanno trascorso un’intera giornata al freddo, mercoledì, sperando di vedersi assegnata un’abitazione perché vivono con la nonna malata. Ma la fortuna non ha girato nel verso giusto e ora non vogliono parlare con nessuno».

Tra gli sfollati Enrico dovrebbe fare i salti di gioia. «Non è questo il momento per gioire – racconta – non c’è niente di cui essere contenti. Certo, mi ritengo fortunato, perché è solo questione di fortuna se hanno tirato su dal bussolotto il mio nome. Poteva capitare a chiunque e mi dispiace per tutti gli altri qui, che non sono stati estratti come me». A vivere da mesi, tutti insieme, nello stesso villaggio, le famiglie si allargano e i bambini chiamano un po’ tutti gli anziani ‘nonno’. Si condividono gioie e dolori, ci si dà una mano a vicenda, si crea una piccola comunità. «Per questo non mi sento di gioire – prosegue Enrico – e poi, sì, torno a Norcia, ma io neanche lavoro più. C’è tanta gente che fa avanti e dietro a spese proprie perché un lavoro ce l’ha».

sfollati san feliciano tre isole terremoto norcia
Il villaggio Tre isole a San Feliciano

Una nuova casa Enrico è in cassa integrazione da cinque anni. Lavorava all’ex Pozzi di Spoleto, «fino al prossimo anno sono a posto, ma poi che cosa mi metterò a fare?» si domanda. Certo, ora che avrà di nuovo una casa può ricominciare da capo ma non è facile. «L’idea di tornare a Norcia mi fa un certo effetto. Tornare a vivere lì, uscire di casa e vedere tutte le macerie. La cosa che mi fa più male è che con questo terremoto ho perso tutto quello che avevo. Dodici anni di fatiche e sudori per costruire e pagare una casa. Ora è da buttare giù, tutta la palazzina dovrà essere demolita».

Nuove casette Per tutti gli altri, invece, la speranza è nelle prossime 63 casette che saranno installate nella zona industriale di Norcia a partire dalla fine del mese dove sono ancora in corso i lavori di urbanizzazione. Grande attesa anche a San pellegrino per l’assegnazione di altri 17 moduli abitativi con le stesse modalità con cui mercoledì sono state consegnate a Norcia. «Tredici andranno direttamente a coloro che hanno avuto una certificazione Aedes di tipo E – spiega l’assessore alla cultura Giuseppina Perla – mentre le restanti quattro saranno assegnate per sorteggio tra chi ha avuto una classificazione omogenea ma diversa dalla E». Anche in questo caso gli alloggi si riferiscono alle domande presentate a seguito del sisma del 24 agosto.

Verifiche Devono, invece, essere completate le verifiche sugli edifici lesionati con la scossa del 30 ottobre. «I sopralluoghi dei tecnici regionali nel centro storico stanno proseguendo – spiega l’assessore – speriamo che in breve saremmo in grado di avere un quadro globale della situazione così da permetterci di adoperarci per dare una risposta anche a queste domande». Intanto sul fronte dell’edilizia pubblica è attesa l’apertura del nuovo plesso. «Si tratta di tre moduli destinati alla materna, elementare e medie che sono stati installati vicino all’asilo nido – spiega ancora Perla – contiamo di aprirli entro febbraio così da mettere fine al doppio turno scolastico in vigore adesso». All’interno del centro storico, nella porzione fuori dalla ‘zona rossa’, le attività continuano a riaprire i battenti. Negli ultimi giorni si registra il ritorno anche di un secondo bar e di un altro ristorante mentre da giovedì sera a Norcia è tornata anche la luce nel quartiere Capolaterra, la parte alta della città. «Un nuovo segnale di vita importante per la nostra rinascita», spiega il sindaco, Nicola Alemanno, sottolineando che sono state riaperte anche altre due strade, via Dante e via Foscolo. «Nei prossimi giorni, spero già da domenica, sarà riaperta anche Porta Ascolana con via Legnano, così da ridurre ulteriormente la zona rossa nel centro storico della città», aggiunge Alemanno.

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