Omicidio Raggi: Aziz poteva stare in Italia?

L’avvocato Massimo Proietti, legale della famiglia Raggi, ha chiesto tutti i documenti relativi alla posizione dell’omicida

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La famiglia di David Raggi vuole vederci chiaro, anche sulle condizioni di permanenza in Italia di Amine Aassoul, il 29enne che la sera del 13 marzo ha ucciso con un fendente alla gola il giovane ternano, 27 anni appena, in piazza dell’Olmo. Il dubbio è che l’omicida non fosse ‘inespellibile’, come dichiarato dal ministro Alfano durante la recente audizione in parlamento.

Verifiche Nel contesto delle indagini difensive avviate dall’avvocato Massimo Proietti, legale della famiglia Raggi, quest’ultimo ha chiesto al tribunale di Caltanissetta tutti gli atti legati alla posizione di Amine Aasoul in Italia, in particolare il provvedimento con cui la commissione territoriale competente ha rigettato la richiesta di asilo – tecnicamente di ‘protezione’ – presentata dall’uomo dopo il suo sbarco a Lampedusa, avvenuto nel maggio del 2014.

Sotto la lente La richiesta di acquisizione riguarda anche il ricorso presentato da Amine Aassoul dopo il rigetto della richiesta di asilo e il relativo provvedimento di sospensione emesso dal tribunale di Caltanissetta. «Tutto ciò – spiega l’avvocato Proietti – perchè riteniamo che Amine Aassoul non fosse ‘inespellibile’. Intendiamo verificare l’esistenza dei presupposti per la sospensione automatica ottenuta dall’Aassoul dopo il ricorso presentato dallo stesso».

L’ipotesi del legale è che l’omicida di David Raggi non avesse i requisiti per rimanere ulteriormente in Italia in seguito alla bocciatura della richiesta di asilo. «Stiamo cercando di verificare questo aspetto – spiega – perchè riteniamo che i presupposti di legge, in questo caso, escludano l’automaticità della sospensione che ha consentito ad Aassoul di restare nel nostro Paese, in ragione sia della falsa identità fornità al suo arrivo in Italia, sia dei numerosi precedenti per i quali era già noto da tempo. Se il ricorso di Aassoul fosse stato respinto in quanto manifestamente infondato o inammissibile – afferma l’avvocato Proietti – non ci sarebbero state le condizioni per applicare automaticamente la sospensiva che gli ha consentito di restare qui e di raggiungere di nuovo Terni».

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