Il ministro Alfano: «Aassoul inespellibile»

Terni, titolare degli Interni è intervenuto sull’omicidio di David Raggi: «Dai suoi familiari una grande lezione»

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Il ministro degli interni Angelino Alfano è intervenuto sul drammatico omicidio di David Raggi, durante la seduta parlamentare di mercoledì pomeriggio dedicata al question time. Il vicepresidente del consiglio ha risposto all’interrogazione posta da Edmondo Cirielli (Fdi-An).

«Grazie» Prima di entrare nel merito dell’interrogazione, Angelino Alfano ha espresso la vicinanza del Governo alla famiglia di David Raggi e – soprattutto – «gratitudine per le parole dei familiari che hanno dato grande lezione anti razzista a tutti coloro che volevano speculare su questa morte».

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Presenza ‘legittima’ Alfano ha poi ripercorso la storia di Amine Aassoul in Italia, ricollegando la sua presenza – «legittima» – alla permissività delle leggi in vigore. Norme che, ha annunciato il ministro, «verranno modificate grazie ai nuovi margini offerti dalle direttive europee in tema di asilo politico».

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La ricostruzione «L’omicida – ha detto il ministro degli Interni – era entrato in Italia regolarmente nel marzo del 2003, ancora minorenne, per il ricongiungimento con la madre residente a Terni. Dopo essersi allontanato dal nucleo familiare, aveva commesso tutta una serie di reati, caratterizzati anche da violenza, che avevano portato il questore a revocargli la carta di soggiorno, mentre l’autorità giudiziaria aveva disposto nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari, tramutati poi in obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria».

Asilo respinto «Espulso e rimpatriato nel dicembre del 2007, sette anni dopo (nel maggio 2014, ndR) Aassoul è sbarcato a Lampedusa fornendo le false generalità di Amine Aziz, grazie alle quali, dopo aver presentato domanda di protezione internazionale, ha potuto ottenere un permesso di soggiorno per richiesta di asilo. Trasferitosi presso la madre, che nel frattempo aveva acquisito la cittadinanza italiana, è stato raggiunto lì dalla decisione di rigetto della commissione territoriale di Siracusa che aveva intanto esaminato la sua istanza».

«Inespellibile» «Tuttavia Aassoul – ha detto Alfano – beneficiando della condizione di figlio convivente di una cittadina italiana, e come tale ‘inespellibile’ per la nostra legge, riusciva a permanere nel territorio nazionale fino al tragico epilogo di giovedì notte».

Nuove norme In riferimento alle azioni che l’esecutivo intende portare a compimento, per evitare la permanenza in Italia di soggetti stranieri già condannati, il vicepresidente del consiglio ha spiegato che «i margini che offrono le nuove direttive europee in tema di asilo, ci danno lo spazio con il decreto legislativo che a breve le recepirà, e che verrà sottoposto al vaglio parlamentare, di introdurre una nuova norma che stabilirà l’obbligo di trattenimento presso i Centri di identificazione ed espulsione (CIE, ndR) per quei cittadini stranieri che in base al loro profilo e al loro personale vissuto, siano senza alcun dubbio ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, fino quando non si sarà definitivamente concluso l’iter della domanda di protezione. In questo modo – ha concluso Alfano – si farà sì che i soggetti con tali precise connotazioni, che abbiano utilizzato la domanda di protezione internazionale per sottrarsi al tratteniemento presso i CIE, restino invece sotto la nostra vigilanza anche nell’evetuale fase di riesame da parte dell’autorità giudiziaria».

La replica Nella sua replica, Edmondo Cirielli ha ricordato come «solo due anni fa tale Kabobo, che si trovava in Italia per motivi analoghi a questo marocchino che ha assassinato David Raggi, commetteva un triplice omicidio a Milano. Anche allora i familiari delle vittime, per senso dello Stato, diedero fiducia a questo governo e dissero parole accettabili. Vada a leggere le parole dette dopo la condanna ad appena 20 anni inflitta a quell’omicida. I fatti che lei ha citato – ha detto Cirielli rivolto al ministro – dimostrano una sola cosa: una persona entrata clandestinamente in Italia, espulsa perché ha commesso tantissimi reati, può rientrare, può chiedere asilo, può liberamente girare in Italia e può commettere, rimanendo impunito grazie alle leggi che avete fatto, sperare in una pena mite».

Il sottosegretario «Le parole ispirate alla più alta forma di convivenza civile pronunciate da Valter Raggi che, proprio in nome del figlio, si rifiuta di aggiungere violenza a violenza, mi hanno commossa. Vogliamo esprimere, insieme alle condoglianze, la nostra stima profonda nei confronti del padre del ragazzo ucciso con tanta crudeltà a Terni». Così il sottosegretario al lavoro e politiche sociali con delega all’integrazione, Franca Biondelli, sul drammatico fatto di piazza dell’Olmo. «Condanniamo nella maniera più severa il reato commesso – aggiunge – e chiediamo che la giustizia, con fermezza, faccia il suo doveroso corso. La responsabilità penale è individuale e i criminali devono essere assicurati alla giustizia.Un assassino è un assassino, indipendentemente dalla sua nazionalità».

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