Terni, Ast-Ilserv: accordo in vista

La ‘mobilità’ sarà poco più di una formalità, ma per le piccole aziende dell’indotto sono in arrivo tempi duri

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di M.T.

Il totale degli esuberi resta fissato in 47. Ma per il momento almeno, dalla Ilserv di Terni non andrà via nessuno. Se non sulla base di accordi personali che prevedano un ‘incentivo’ economico da parte dell’azienda.

La trattativa Nella giornata di lunedì la trattativa è andata avanti spedita – martedì saranno le Rsu a dover dire la loro – e la strada sembra ormai tracciata: per 26 dipendenti di Ilserv si prospetta il ‘passaggio’ in Ast – le condizioni non saranno di massimo favore, ma un compromesso appare possibile – per far marciare Lpn1, Lpn2 e Lac 10, gli impianti per i quali l’appalto ad Ilserv non sarà rinnovato. Per gli altri 21, invece, ci saranno due alternative: accettare un ‘incentivo all’esodo’ (si parla di un massimo di 25 mila euro e una decina di addetti potrebbe finire con l’accettare) o essere ricollocati all’interno della stessa Ilserv in attesa che il rapporto con Ast venga ridefinito in maniera completa.

Le ipotesi Perché; questo è un tema delicato, ma fare finta di niente non è possibile; la strategia di Ast appare sempre più chiara: il destino delle più piccole, tra le così dette ‘ditte terze’, appare segnato e seguendo una strada che è già stata imboccata con decisione, la stessa Ast è intenzionata – anche sulla base di un’ipotesi di accordo quinquennale che andrebbe siglato con Ilserv – a fare sempre meno ricorso alle loro prestazioni.

Sostituzione L’Ilserv, insomma, appare destinata ad assumere il ruolo di quasi monopolista – che la mutinazionale Harsco, che la attualmente la controlla, sia ancora della partita o no, appare irrilevante – delle lavorazioni affidate in appalto da Ast ed ecco, quindi, che gli ‘esuberi’ annunciati – e la conseguente richiesta di procedura di mobilità per ‘perdita di appalto’ che sarà avviata per tutto il personle di Ilserv – vengono considerati come un incidente di percorso facilmente superabile.

Le altre ditte Diverso, ovviamente, il discorso relativo agli altri: le piccole e piccolissime aziende rischiano di andare in grande difficoltà, vedendosi via via sfilare di mano gli appalti e i loro dipendenti potrebbero, semplicemente, perdere il lavoro. Tutti argomenti che, si era detto, sarebbero stati oggetto di quel confronto che – lo ha ricordato lunedì in consiglio comunale il sindaco Di Girolamo – deve essere organizzato al Mise per la verifica complessiva dell’accordo del 3 dicembre 2014. Ma del quale non si hanno notizie.

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