Terni: «Non toccate i mosaici della fontana»

La Soprintendenza fa dietrofront e scatena la reazione del Comune. Tutto da rifare sui mosaici del Cagli

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Terremoto sulla fontana di piazza Tacito. È quello scatenato dalla soprintendenza belle arti e paesaggio dell’Umbria che, attraverso il nuovo soprintendente Stefano Gizzi, ha sostanzialmente resettato il percorso impostato da quasi due anni a questa parte per il recupero dell’opera. E la reazione del Comune di Terni non si è fatta attendere.

FOTO GALLERY: I MOSAICI DELLA DISCORDIA

La vicenda Dall’incontro – istituzionale – dello scorso 30 marzo fra l’amministrazione comunale e il nuovo soprintendente, ci si attendeva qualche novità. Non si può dire siano mancate, ma nel senso esattamente opposto a quelle attese. Da Comune e fondazione Carit si cercava l’ultimo via libera – atteso da tempo – per avviare il tavolo tecnico che avrebbe dovuto portare alla definizione del progetto definitivo di recupero e all’affidamento dei lavori. Seguendo sempre lo schema ‘distacco delle tessere – musealizzazione – rifacimento ex novo dei mosaici’. Invece no.

Dietrofront Dopo l’incontro del 30 marzo, in cui non è mancato un breve sopralluogo al cantiere della fontana, la soprintendenza ha inviato una lettera al Comune e alla fondazione Carit in cui dice chiaramente che non è il caso di rimuovere ciò che resta dei mosaici del Cagli e che non devono essere fatti ex novo. La strada consigliata – e bocciata a suo tempo – è una sola: restaurare in situ tutto ciò che è rimasto, programmando un adeguato piano di manutenzione. Amen.

La reazione non è solo nella lettera di risposta inviata da palazzo Spada, ma anche e soprattutto nelle parole dell’assessore comunale ai lavori pubblici Stefano Bucari: «Abbiamo appreso con stupore della presa di posizione della soprintendenza – spiega – e la giudico una mancanza di rispetto nei confronti della città. Siamo stati fermi per mesi, in attesa che la stessa soprintendenza comunicasse i nomi dei due tecnici, già indicati dal ministero, che avrebbero dovuto fare parte della commissione incaricata di stilare progetto e far partire la gara d’appalto per il rifacimento dei mosaici». Invece, al posto dei nomi, è arrivata una doccia gelata, e parecchio.

Altolà «Con questa presa di posizione – afferma l’assessore ai lavori pubblici – la soprintendenza smentisce sé stessa, i tecnici impegnati, le conclusioni stilate dall’istituto Venaria di Torino e lo stesso ministero dei beni culturali. Visto che il progetto era stato presentato all’ultimo Salone del restauro di Ferrara proprio per i suoi contenuti innovativi». Stefano Bucari non chiude la porta, ma mette paletti che somigliano a candelotti di dinamite: «Rimaniamo in attesa di un confronto ma voglio dire, sin da ora, che non consentiremo che gli interventi, questo ed altri, costino un euro di più a causa di valutazioni affrettate. Soprattutto nella fase attuale di crisi, caratterizzata da carenze di fondi in tutti i settori. Spero ci siano dei margini per un ulteriore ripensamento».

La Fondazione Il presidente della fondazione Carit, Mario Fornaci, preferisce trattenere il disappunto, comunque palpabile: «Aspettiamo di verificare la questione direttamente con la soprintendenza – dice – ma è chiaro che l’umore, oggi, non è dei migliori. C’è rammarico ma prima di dire la nostra vogliamo approfondire la questione con i soggetti competenti».

Il senatore Nel bel mezzo della buriana, da palazzo Spada non viene esclusa la possibilità che il sindaco si attivi con i parlamentari del territorio, per sollecitare un intervento da parte dello stesso ministero dei beni culturali. Sul punto il senatore Gianluca Rossi (Pd) afferma che «non si può ritardare ulteriormente la riconsegna di un bene così importante per la città, di fronte ad uno sforzo congiunto come quello messo in campo da Comune e fondazione Carit. Le norme vanno rispettate – aggiunge il parlamentare – ma non si può ricominciare ogni volta da capo solo perché è cambiata la guida di un ente, in questo caso la soprintendenza».

Cambio di rotta E in effetti, andando indietro nel tempo, nel febbraio del 2014 Fabio De Chirico, allora dirigente della soprintendenza per i per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Umbria era stato categorico: «Non è possibile effettuare alcun intervento ‘in loco’ sui mosaici della fontana – aveva detto – e dovranno quindi essere interamente rimossi e adeguatamente conservati». Una prospettiva ribaltata a distanza di un anno.

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