Parlare con i calciatori e avvertirli dei pericoli – calcistici e penali, soprattutto – causati dal match-fixing. In un percorso di conoscenza e formazione per combattere la frode sportiva e promuovere il gioco pulito: è ‘Regoliamoci’, il progetto realizzato dalla Lega B grazie all’integrity partnership dell’Istituto di credito sportivo, con la collaborazione di Federbet.
A Terni Di questo hanno parlato in un hotel cittadino l’ex calciatore del Gubbio e attuale collaboratore Figc e Lnpb su temi di natura etica Simone Farina, il segretario generale Federbet Francesco Baranca, il coordinatore marketing dell’Istituto di credito sportivo Alessandro Bolis e il responsabile della piattaforma responsabilità sociale Lega B Gianluigi Pocchi. A rappresentare la Ternana la responsabile marketing Agnese Passoni e l’addetto stampa Lorenzo Modestino. Il progetto è giunto al quarto anno, con la novità nell’ultimo biennio legata all’adesione al protocollo Uefa e Sport Radar.
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Difendere la credibilità Alessandro Bolis ha voluto sottolineare come la frode sportiva consenta un «erosione del valore economico del sistema; per colpa del match-fixing sponsor e spettatori fuggono dal calcio e come banco pubblico abbiamo il dovere di difendere la credibilità del sistema. Con questo progetto cerchiamo di ridare al calcio i suoi aspetti positivi».

Alibi finiti Federbet è l’agenzia europea specializzata nel contrasto alla pratica del match-fixing, con sede a Bruxelles. Il segretario generale Baranca ha spiegato che il volume d’affari per weekend «è di circa 80 miliardi di euro; ormai gli alibi per i calciatori non ci sono più e sanno bene che rischiano tantissimo, anche a livello penale. I controlli sono severissimi e la prevenzione è l’unico modo per combattere il fenomeno». Dal 2011, ha proseguito Baranca, «c’è stato un notevole cambiamento su sensibilità e conoscenza della problematica». Nella stagione 2015-2016, in serie B, nessun caso anomalo di scommesse.
Ternana come il Barcellona Non sul piano tecnico, ovvio. Ma sulla battaglia contro la frode sportiva sì: «La Lega B e quella spagnola hanno attuato dei protocolli rigidissimi, sono le prime in Europa ad averlo fatto. La Ternana ha lo stesso di Barcellona e Real Madrid. I giocatori devono percepire bene il messaggio, non si può ignorare».

Risposta positiva Simone Farina denuncio nel 2011 il tentativo di combine – rifiutò soldi – della gara Cesena-Gubbio. E, una volta terminata l’attività di calciatore, il 33enne romano è stato ‘acquistato’ dalla Figc e dall’Aston Villa per aiutare i calciatori, più o meno giovani, a comprendere la problematica del match-fixing, e respingerla: «Stanno rispondendo bene, ho notato una grande partecipazione. La Lega B ha lavorato molto bene, ma ovviamente bisogna restare sempre molto vigili: solo con la prevenzione e l’educazione si può combattere».
Protezione Sulla denuncia del 2011 Farina ha spiegato che «ho fatto la scelta giusta, perché in quel modo ho protetto la mia passione, il mio lavoro e la mia professionalità. Gli inglesi ci tengono molto all’integrità e ci lavorano molto fin da giovanissimi: si deve iniziare dalle scuole, poi sono i più piccoli che alimenteranno stadio e pubblico».