Terni: «Sospendere il bilancio comunale»

Enrico Melasecche (I love Terni): «Non solo non è emendabile ma, come i precedenti è “falsato” nei limiti in cui nasconde partite pesantissime di crediti inesigibili»

Condividi questo articolo su

Enrico Melasecche

Enrico Melasecche

di Enrico Melasecche
Lista Civica “I love Terni”

Sostengo da anni che questa maggioranza è riuscita a sopravvivere grazie ad una menzogna sistematica, creata e mantenuta scientemente in bilancio, per nascondere una situazione che è andata peggiorando di anno in anno, nascondendo tonnellate di sporcizia sotto la moquette di Palazzo Spada. Grazie a decine e decine di milioni di crediti, dichiarati ma irreali, sono stati confezionati bilanci in pareggio o addirittura con la sfrontatezza dell’avanzo.

Ma, grazie alla normativa che ha imposto criteri di maggior serietà, gli stessi da noi invocati, il quadro è cambiato e durante la discussione del consuntivo 2015, sono emersi i primi due disavanzi, il primo, di 52.000.000 di euro, che Piacenti chiama eufemisticamente “disavanzo tecnico”, frutto di anni ed anni di spese clientelari, furbizie, grandeur ingiustificate, bilanci di partecipate in perdita, disavanzo che deriva appunto dalla cancellazione di una montagna di crediti inesigibili.

Il secondo di 3.500.000 di euro funzionale al solo 2015. Il tutto comporta non tre anni di lacrime e sangue, che sarebbe già idilliaco, ma l’obbligo di defalcare i primi 10 milioni nei tre anni residui di consiliatura da un bilancio già di per sé rigido come il ghiaccio.

Da che mondo è mondo, quando un credito non è più esigibile, se non si vuol ingannare gli azionisti (nel caso del Comune tali sono i cittadini) va eliminato immediatamente riducendo la spesa per creare corrispondenti fondi svalutazione crediti. Nessuna banca che si rispetti, leggendo un bilancio del genere e facendo un minimo di controlli concederebbe ad un privato un minimo fido.

Aggiungo, in una qualsiasi impresa, questa furbizia porta gli amministratori diretti alla bancarotta fraudolenta.

Conseguenza di tutto ciò le manovre disperate degli ultimi anni nell’unico intento di salvare la faccia e la poltrona della giunta. Abbiamo assistito a sistematici anticipazioni di cassa, misura di per sé del tutto straordinaria, a svendite del patrimonio immobiliare pubblico con esiti quanto meno incerti (Chiostro di S. Pietro ed ex Convento di Colle dell’Oro messi in bilancio per anni come venduti quando non c’era uno straccio di contratto probante), inserimento in bilancio di crediti fantasiosi nei confronti della Telecom, mancato riallineamento del bilancio del Comune con quelli delle partecipate, a cominciare dall’ASM, ATC Parcheggi e ATC Servizi, rinegoziazione dei mutui a tassi pari al doppio di quelli di mercato pur di spalmare il debito nei decenni a venire, il tutto togliendo futuro alla città per non parlare del tentativo per ora fallito, fra mille difficoltà, di dare il benservito in massa a decine di dipendenti in base alla pre Fornero.

Ma la novità che intendo qui rilevare è che, fidandomi ben poco delle dichiarazioni spesso mendaci di questi amministratori, ho voluto approfondire i documenti inerenti il mantenimento in bilancio dei “residui attivi conservati”.

Ebbene da un calcolo veloce ma veritiero, basato sull’allegato al consuntivo 2015, su cui necessariamente si basa il preventivo in discussione 2016, emergono almeno altri 20 milioni di crediti farlocchi (oltre i 52 di cui sopra) che sfido chiunque a dichiarare esigibili e che aumentano in modo esponenziale il disavanzo dichiarato, in proporzione alla non copertura di tali crediti dal fondo volto a garantire contro il rischio di inesigibilità.

Ricordo che a fronte di un importo complessivo di oltre 100 milioni di residui attivi il fondo di garanzia è pari soltanto ad 8,5 milioni. Si deduce quindi che la differenza non coperta, pari al 45 % di quell’importo (misura rigorosa che farà salire l’obbligo di copertura ogni anno fino a raggiungere il 100% nel 2019) fa emergere un buco di bilancio reale che impone una ben più pesante copertura.

Vediamo qualche dettaglio: anno 2005, circa 4 milioni di crediti relativi a multe derivanti in gran parte dal codice della strada non pagate oltre ad ICI, TARSU, TOSAP di quell’anno non riscosse in questo decennio. Anno 2006: circa 3 milioni, 2007 circa 5 milioni, 2008 3 milioni, ecc., e così via per tutti gli anni fino ad oggi.

Emerge inoltre una confusione notevole di crediti vantati nei confronti di ATC & Partners il consorzio “chiacchierato” che “scroccò” al Comune vari milioni di euro per centinaia di migliaia di chilometri mai percorsi dai pulmini grazie ad una “gara avvenuta con intenti fraudolenti” (reato guarda caso prescritto) ma ancor oggi ancora tenuti in contabilità, crediti nei confronti dell’Istituto Briccialdi che lo stesso mai sarà in grado di onorare, crediti notevoli nei confronti dell’ASM nei cui confronti è stata seguita una politica di rapina forse proprio per depotenziarla e venderla a quattro soldi al miglior offerente, bollette mai pagate dai gestori del CAOS di cui il Comune non ha ancora preteso il rimborso, crediti nei confronti del SII, quella sorta di ircocervo con cui è stata consegna l’acqua potabile della intera provincia ad un privato che con il 25% del capitale si è fin qui assegnato 120.000.000 di appalti senza gara.

In conclusione, il bilancio 2016 non solo non è emendabile ma, come i precedenti è “falsato” nei limiti in cui nasconde partite pesantissime di crediti inesigibili non coperti integralmente dal fondo apposito. Non è quindi votabile.

Ritengo doveroso sospenderne la votazione, produrre da parte della giunta i documenti richiesti, procedere ad un accertamento in contraddittorio fra consiglio e giunta e solo allora riportare il bilancio in consiglio.

Diversamente manderemo queste osservazioni sia alla Corte dei Conti che all’Ispettorato Generale di Finanza affinché rivedano il disavanzo reale del Comune riportandolo a verità. Ancor più drammatica ma pur sempre verità.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli