Vigili del fuoco: «Riforma mancata»

Terni, Marco Malatesta, coordinatore degli iscritti alla Cgil: «Dalle prime bozze, la strada intrapresa è di pura e semplice conservazione»

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Quanto emerso, nei giorni scorsi a Perugia, durante la presentazione dei progetti relativi alle sedi dei vigili del fuoco in Umbria, secondo Marco Malatesta coordinatore provinciale degli iscritti alla Cgil, «è stato certamente di grande rilievo – dice – ma ciò che ritengo sia più importante, sono le dichiarazione del sottosegretario Giampiero Bocci che ha utilizzato l’occasione per evidenziare che “il vigile del fuoco non è più quello che sale sulla scala, ma un operatore in grado di garantire il soccorso a 360” cioè in tutti gli scenari del soccorso».

Le norme Malatesta, però, fa qualche ‘distinguo’: «A quelle parole – spiega – aggiungerei, malgrado le normative che regolano il servizio, in primo luogo i decreti 217/2005 e 139/2006, i quali penalizzano fortemente il personale che svolge l’attività di soccorso, cioè vigili, capi squadra e capi reparto, di conseguenza, colpiscono i cittadini che ricevono il servizio. Le difficoltà causate dai decreti sono così evidenti – insiste il coordinatore egli iscritti Cgil – da costringere il parlamento a citarli esplicitamente, per la loro modifica, nella legge delega di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (la ‘legge Madia’; ndr)».

«Pura conservazione» Il governo, secondo Marco Malatesta, «ha quindi l’occasione per migliorare il servizio reso ‘a casa dei cittadini, occasione che non può essere sprecata correndo dietro a rendite di posizione o interessi parziali, ma concentrando l’attenzione sul vero scopo dell’esistenza stessa del corpo nazionale, il soccorso dei vigili del fuoco.
Dalle prime bozze di modifica dei decreti la strada intrapresa è di pura e semplice conservazione, nulla a che vedere con lo spirito riformista impresso dal governo Renzi al Paese, non vi è, ad esempio, alcun tentativo di innalzare il livello culturale di ingresso di coloro che lavoreranno direttamente a servizio dei cittadini».

La vera riforma Secondo Malatesta, infatti, «è necessaria una riforma del corpo nazionale, a cominciare dal titolo di studio necessario per l’accesso al ruolo di vigile del fuoco, che dovrebbe essere il diploma, e non la licenza di terza media. Altro punto che dovrebbe essere senza dubbio riformato è l’organizzazione periferica del corpo, ancora basata su due livelli, i quali, oltre ad essere costosissimi, per un eccessivo affollamento di dirigenti, determinano, per il semplice fatto di esistere, un aggravio delle procedure burocratiche rendendo più difficoltoso il soccorso».

Doppie funzioni In sostanza, spiega il coordinatore dei vigili del fuoco iscritti alla Cgil di Terni, «mentre vengono eliminate le Province, nei vigili del fuoco permangono, oltre al livello nazionale, due livelli di direzione periferica, provinciale e regionale. Due soli miglioramenti ovviamente non fanno una riforma, ma sarebbero, a mio avviso, punti di svolta per migliorare sensibilmente il servizio ‘a casa dei cittadini’ e risparmiare moltissime risorse pubbliche».

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