La giunta regionale dell’Umbria ha approvato, con la delibera 698, il disegno di legge ‘Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro’. Una normativa strategica, nata per coniugare l’autonomia energetica con la salvaguardia del paesaggio e della cultura del territorio, nel rispetto degli obblighi previsti dal D.Lgs. 199/2021.
Il nuovo testo, ora all’esame dell’assemblea legislativa, è frutto di un percorso partecipativo capillare, come sottolinea l’assessore all’energia e al paesaggio Thomas De Luca: «Il disegno di legge è il risultato di quasi cento incontri e sei plenarie in tutta la regione. Sindaci, tecnici, imprese, associazioni e cittadini hanno contribuito a migliorarne il contenuto, che oggi è più condiviso e più forte».
Obiettivo centrale: raggiungere la neutralità climatica e l’autonomia energetica dell’Umbria entro il 2050, costruendo un modello basato su sostenibilità ambientale ed economica, equità sociale e giustizia climatica. Il provvedimento stabilisce un quadro normativo preciso: installare impianti Fer in aree idonee sarà più semplice, veloce e a rischio zero; al contrario, proporre progetti in aree non idonee equivarrà quasi con certezza al rigetto, avverte l’assessore.
Nonostante la recente sentenza del Tar Lazio che ha sospeso l’efficacia del decreto attuativo nazionale (DM 21 giugno 2024), la Regione ha scelto di procedere senza ulteriori attese, per porre un freno all’assalto di grandi progetti industriali in aree non idonee, spesso completamente fuori scala per l’Umbria. «Nel vuoto normativo – afferma De Luca – il nostro territorio continua a essere bersaglio di progetti invasivi, mentre le Cer e le nostre imprese sono paralizzate da una sorta di moratoria fantasma».
La legge promuove un mix energetico diversificato, che include idroelettrico da pompaggio, accumulo gravitazionale e idrogeno verde. Grande attenzione è riservata agli impianti diffusi, di piccole e medie dimensioni, vicini alla domanda, e alle Comunità energetiche rinnovabili, considerate pilastri del nuovo sistema. Ogni area destinata a Cer sarà dichiarata idonea.
Viene poi definita in modo dettagliato la mappa delle aree idonee, che comprendono: superfici edificate o compromesse; coperture, parcheggi, discariche; aree dismesse e infrastrutture esistenti. Per queste zone saranno semplificati i tempi autorizzativi e il parere paesaggistico non sarà vincolante, favorendo la rigenerazione delle aree antropizzate.
Attenzione anche al tema dell’agrivoltaico, con requisiti stringenti nelle aree non idonee per assicurare il rispetto della biodiversità e dell’identità culturale umbra. Il disegno di legge impone criteri rigorosi per ridurre gli impatti ambientali, garantire una distribuzione equa degli impianti sul territorio e proteggere le comunità locali. Sono previste: garanzie finanziarie per la futura dismissione degli impianti; un programma di compensazioni a carico dei proponenti, con una quota significativa dei proventi da destinare ai Comuni o alle Cer.
L’auspicio della giunta è che l’iter legislativo sia rapido, per arrivare all’approvazione definitiva entro l’estate. Una scadenza simbolica e concreta allo stesso tempo, per dare all’Umbria uno strumento forte e coerente con le sue ambizioni ambientali, energetiche e paesaggistiche.