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Home » Confesercenti: «Noi non amati in Regione»

Confesercenti: «Noi non amati in Regione»

di Francesca Torricelli
2 Dicembre 2015
in Attualità, Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Italo Federici e Lino Busà

Italo Federici e Lino Busà

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di Francesca Torricelli

Tra distaccamenti, polemiche e rinvii, la vicenda del Centro commerciale naturale di Terni sembra aver trovato una conclusione. O forse no. Il 13 novembre, sul bollettino ufficiale della Regione Umbria, è stata pubblicata la graduatoria provvisoria per le ammissioni al bando pubblico per la concessione di contributi per le imprese commerciali, artigianali e che esercitano l’attività di proiezione cinematografica, costituite in Centri commerciali naturali innovativi e stabili nella aree dei centri storici di Perugia e Terni. Il progetto ‘Associazione centro commerciale naturale di Terni’, presentato da Confesercenti, non è stato ammesso, ma a Lino Busà, presidente nazionale dell’associazione, qualcosa non torna. Ma andiamo per ordine.

Il percorso del Bando Nel novembre 2014 dalla giunta regionale venne approvato il bando per la concessione di contributi per le imprese costituite in Centro commerciali naturali. Per quanto riguarda Terni in ballo c’era più di 1 milione di euro e a provarci c’erano 4 associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e CNA). A marzo 2015, però, Confesercenti, «a causa di alcune incomprensioni», secondo il presidente Italo Federici, ha deciso di distaccarsi dal progetto comune e «portarne avanti un altro in assoluta autonomia». Da lì in poi, per il bando – per quanto riguarda Terni – hanno gareggiato due progetti: quello di Confesercenti e quello delle altre associazioni di categoria. Ad aggiudicarselo è stata proprio quest’ultima.

Il progetto di Confesercenti «L’iniziativa da noi messa in campo – spiega Lino Busà – riguardava 34 imprese, per un totale di 2 milioni e 150 mila euro di progetto. Di tutto questo la Regione ci ha cancellato 4 imprese e circa 500 mila euro, per motivi più o meno discutibili e per i quali chiederemo delucidazioni. Secondo la Regione, a seguito di questi tagli, non rispettavamo più dei parametri indispensabili, perché il rapporto tra progetti comuni e progetti singoli, presentati all’interno del progetto, doveva essere rispettivamente del 35% e 65% e, a seguito dei tagli, per quanto riguarda i progetti comuni siamo scesi sotto il 35%».

L’INTERVISTA A LINO BUSA’ – IL VIDEO

I dubbi Ma la cosa che risulta strana a Busà, principalmente, è un’altra. «A dieci giorni dalla comunicazione ufficiale dei progetti ammessi al bando, da alcuni funzionari della Regione, ci è stato detto che entrambi i progetti presentati a Terni erano ok, che i contributi c’erano e ci è stato consigliato nuovamente di unire le forze per un progetto comune». Ma Confesercenti non ci stava, «volevamo proseguire per la nostra strada e con il nostro progetto. Il 13 novembre è arrivata la bella sorpresa. Dal nostro progetto sono state tolte le 4 imprese, taglio giustificato da, a detta della Regione, cambiamenti nei criteri di valutazione». Ma i criteri non erano già scritti nel bando? «Certo, ma sono interpretabili».

Azioni legali e politiche Secondo Busà «questo bando è stato fatto per avere un consorzio a Terni e uno a Perugia e noi siamo sempre stati visti come elemento di disturbo. Ora, però, vogliamo capirci qualcosa in più. Abbiamo richiesto gli accessi agli atti, sia per quanto riguarda il nostro progetto che per gli altri, perché ci risulta che anche a loro sono state cancellate delle imprese e non capiamo come mai i loro parametri sono rimasti invariati. Agiremo per vie legali facendo, il più presto possibile, ricorso al Tar. Ma non solo, agiremo anche in ambito politico. Chiederemo un incontro con i capigruppo in consiglio comunale e regionale, perché questa cosa sia più chiara e trasparente possibile».

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