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Home » Terni, servizi educativi: «Ora impegni precisi»

Terni, servizi educativi: «Ora impegni precisi»

di Francesca Torricelli
25 Marzo 2016
in Attualità, Caso mense, Economia, In evidenza, Opinioni, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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della Federazione Usb P.I. di Terni

Ad essere preoccupati, giustamente e da tempo, per il futuro dei S.e.c. (Servizi educativi comunali) sono in tanti, le centinaia di famiglie dei bambini che li frequentano e tutto il personale che vi lavora. Ma la vera novità sta nel cambio significativo di atteggiamento da parte di quelli che vivono quella preoccupazione, infatti non si limitano più ad esprimerla, ma hanno intrapreso la strada della partecipazione attiva e propositiva.

I genitori, costituiti nel Cosec (Comitato servizi educativi comunali), hanno convocato la prima assemblea cittadina il 13 gennaio, per fare il punto sulle molteplici problematicità che i servizi educativi stanno attraversando, confrontarsi sulle azioni da intraprendere e le proposte da portare avanti. Questi genitori non si sentono e non vogliono essere dei semplici utenti dei servizi, si avverte, al contrario, dalle loro parole, un forte senso di appartenenza, al nido o alla scuola che hanno scelto per il proprio bambino o bambina, oltre alla consapevolezza dell’elevato valore educativo e formativo che caratterizza i S.e.c. e soprattutto, la preoccupazione di chi coglie consistenti e significativi segnali che fanno sorgere dubbi sul loro futuro.

L’assemblea, oltre a quello informativo, aveva l’obiettivo di coinvolgere tutti coloro che possano o vogliano dare il proprio supporto e contributo. A cominciare infatti, da subito, dalle scuole statali del territorio, con le quali i S.e.c. condividono il ‘problema’ mense: sulla questione è in atto un acceso dibattito, sia a livello locale che nazionale, ed i genitori hanno raccolto e continuano a raccogliere significativi argomenti a supporto e sostegno di quella che è, in maniera inequivocabile e assolutamente condivisibile, la loro unica ‘opzione’, il mantenimento della preparazione dei pasti nelle cucine interne delle scuole e non solo, ma anche il ripristino delle cucine in quella percentuale di scuole nelle quali già attualmente il servizio di refezione scolastica viene erogato con la modalità ‘trasportato’.

Come evidenziato durante l’assemblea, appare peraltro paradossale che, mentre da un lato l’amministrazione comunale decide di smantellare le cucine nelle scuole, sottovalutando le ben più importanti componenti relative alla salute, alla prevenzione, all’educazione alimentare ed alla socializzazione e, adducendo motivazioni esclusivamente economiche, procede nell’ormai consueta e deleteria modalità dei tagli lineari, dall’altro sia ‘al palo’ per quanto riguarda la riscossione delle rette, e da settembre non abbia ancora inviato alle famiglie i relativi bollettini, provocando ulteriori problemi alle casse comunali a causa delle mancate entrate e grandi disagi alle famiglie, che si troveranno ad affrontare i pagamenti cumulati, invece che con cadenza mensile.

Contemporaneamente alla mobilitazione delle famiglie si sta concretizzando anche quella del personale, anch’esso, così come i genitori, fortemente preoccupato per il futuro dei S.e.c. Sulla scorta di quanto avvenuto nel corso dell’estate (incomprensibili, almeno a quel momento, ritardi nella comunicazione delle ammissioni ai nidi ed ai centri per bambini e famiglie, comunicazione solo telefonica di riduzioni di orario e di altri provvedimenti per alcune scuole dell’infanzia, in un periodo nel quale si e fuori tempo massimo per qualunque alternativa) già a settembre, ad anno scolastico appena avviato, il personale aveva sentito la necessità di discutere e confrontarsi sulla possibilità di avere una visione d’insieme delle problematiche, ed eventualmente costruire un percorso comune per affrontarle: questo percorso era iniziato con un’assemblea (svoltasi il 18 settembre), dalla quale era scaturita una prima ricognizione delle principali criticità relative ai S.e.c., ed è proseguito con il coinvolgimento della Rsu, che deve, per sua natura, farsi carico delle criticità che emergono nei vari settori dell’amministrazione comunale.

La Rsu si è quindi attivata, all’indomani della costituzione al proprio interno delle Commissioni di lavoro di settore che ha raccolto, tramite una serie di colloqui con il personale svoltisi nel corso di sopralluoghi presso le strutture, tutti gli aspetti problematici sia di tipo generale che peculiari di ciascun servizio. La Commissione ha prodotto un documento, che esamina ogni aspetto di criticità evidenziato grazie alla collaborazione del personale dei S.e.c. (che evidentemente e quello che meglio conosce i servizi dall’interno), nella forma di relazione, la quale è stata consegnata a tutti i componenti la Rsu, perché ciascuno potesse conoscere nei dettagli ogni aspetto problematico di un settore complesso qual è quello dei servizi educativi, e perché la Rsu nella sua interezza se ne potesse fare carico e portarne le istanze presso l’amministrazione comunale.

La Rsu al termine di un’audizione nella quale alcune rappresentanti del personale hanno ricapitolato tutte le questioni emerse, ha deciso di chiedere all’amministrazione comunale un incontro per avviare la discussione, che si prospetta complessa, sul futuro dei S.e.c., anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che mette l’amministrazione nelle condizioni di assumere il personale insegnante ed educativo nei posti vacanti per pensionamenti e dimissioni volontarie.

È evidente quindi che i Servizi educativi comunali hanno molti fan, i quali intendono chiedere conto tutti insieme all’amministrazione comunale, di una politica concentrata soltanto sui tagli e sulla riduzione dei costi, volutamente confusa e che non tiene in considerazione la storia, l’alto livello di qualità, la professionalità del personale dei servizi e, soprattutto, le necessità ed i diritti dei bambini che li frequentano. Il movimento che si è creato intorno ai S.e.c., con le famiglie e il personale, non intende limitarsi a ottenere una risposta chiara dall’amministrazione comunale sul futuro dei servizi, né si accontenterà di rassicurazioni e generiche dichiarazioni di intenti, pretende impegni precisi nella direzione della salvaguardia, della promozione e del potenziamento dei servizi comunali.

In questo la Usb di Terni, in particolare con le proprie componenti in Rsu, così come già fatto in passato, non farà mancare attenzione, competenze e contributi per la soluzione delle problematiche, sia con azioni rivolte alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi, con cui conferma un rapporto costante di presenza e dialogo, sia attraverso la collaborazione con tutti coloro, siano essi comitati o associazioni, che intenderanno spendersi in tal senso.

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