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Home » Orvieto e la discarica: «No all’ampliamento»

Orvieto e la discarica: «No all’ampliamento»

di Lucina Paternesi
15 Maggio 2016
in Ambiente e salute, Attualità, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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L.P.

Manifestazione Orvieto discarica - 14 maggio 2016In più di trecento sabato pomeriggio si sono ritrovati in piazza Cahen, a Orvieto. Altri se ne sono aggiunti lungo il cammino. L’obiettivo è uno solo, scongiurare l’ampliamento della discarica Le Crete.

marcia OrvietoLa Marcia Nasce così, dal comitato #Saveorvieto, la Marcia del rispetto e della bellezza. In contemporanea con la manifestazione che vede sfilare a Firenze i cittadini contro gli inceneritori, una camminata a piedi lungo le vie principali della città, da piazza Cahen a corso Cavour sino a piazza Duomo per raccogliere adesioni, sensibilizzare i cittadini e dire che Orvieto tutta è contro l’ampliamento della discarica e la realizzazione di un terzo calanco. Un no che viene dal territorio, un no che vuole essere ascoltato dalle istituzioni locali e nazionali. Un no che ha raccolto l’adesione anche del sindaco Giuseppe Germani e che arriva fino al Parlamento con l’adesione e la presenza dei portavoce alla Camera e al Senato del Movimento 5 Stelle, della vice presidente della commissione ambiente della Camera Serena Pellegrino, dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste, i consiglieri regionali del M5S e della Lega Nord, e i consiglieri comunali di Forza Italia.

marcia Orvieto
L’intervento di Serena Pellegrino, vicepresidente commissione ambiente alla Camera

Politica diversa Da parte di tutti la volontà di aiutare questo territorio a rilanciare la propria vocazione giungendo ad una politica sui rifiuti diversa. «E l’aiuto, ovviamente, per far cambiare idea alla Regione dell’Umbria – dicono – sarebbe bello se, dopo questa Marcia, la politica volesse rendere un favore a questa città e, insieme alle istituzioni, volesse proporre in modo trasversale un Forum Nazionale sull’Ambiente che abbia al centro le politiche innovative per la gestione dei rifiuti. Sarebbe un modo per riportare Orvieto al centro delle tematiche ambientali nazionali. Istituzioni e politica che ascoltano i segnali che arrivano dai cittadini e le associazioni ambientaliste locali e nazionali e scelgono la nostra città per discutere delle principali politiche innovative in tema di salvaguardia dell’ambiente e della bellezza dei territori».

Rischi «Pretendiamo certezze – dicono – vogliamo le analisi sulle acque del fiume Paglia, sull’aria che respiriamo intorno alla discarica, su quel che c’è dentro il primo e il secondo calanco e su quali rifiuti speciali sono entrati, negli anni, e continuano a entrare ancora oggi». Non ancora certi di aver scongiurato il pericolo ampliamento, nonostante le rassicurazioni del sindaco Germani che, in piazza, è tornato a ribadire la contrarietà sua e dell’intero consiglio comunale a una nuova sopraelevazione del secondo calanco – dopo averlo ribadito anche all’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini e alla presidente Catiuscia Marini, che aveva lanciato il diktat per scongiurare l’installazione di un nuovo inceneritore in Umbria – Orvieto ha deciso di far sentire la propria presenza a livello regionale.

marcia orvietoLe Crete Così dal mondo associativo a quello che raccoglie le imprese agricole e produttive locali, dalle associazioni ambientaliste alla cittadinanza tutta, l’idea è che proprio dalla Rupe può nascere una nuova idea di gestione dei rifiuti.«Mentre l’Europa ci dice di chiudere le discariche entro il 2020, qui continuiamo a volerle ampliare e Orvieto rischia di diventare la pattumiera dell’Umbria. Un’altra strada è, invece possibile, è quella dei ‘rifiuti zero’, un ciclo virtuoso che, dalla differenziata, arrivi a un effettivo riciclo dei materiali».

«Passo indietro» Per Ciro Zeno, responsabile provinciale del dipartimento sanità lavoro ambiente del PCdI, «è universale, trasversale e inequivocabile il giudizio negativo sulla presenza della discarica. Orvieto è altro, è slow e buon vivere è turismo arte agricoltura. La vocazione naturale e storica della nostra città è caratterizzata no dai rifiuti ma tutt’altro. Chiediamo alla presidente Marini di fare un passo indietro sull’ok e sul parere favorevole all’ampliamento del secondo calanco. La Cecchini faccia analisi e progetti, innanzitutto un piano dei rifiuti regionale che cancelli Orvieto come discarica strategica dell’Umbria. Nel 2020 vanno chiuse e noi non vorremmo che rimanga qui una discarica per i rifiuti speciali non pericolosi dato che il limite temporale 2020 è solo per i rifiuti solidi urbani».

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