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Home » «Via lo straniero», anche dal consiglio

«Via lo straniero», anche dal consiglio

di Lucina Paternesi
15 Dicembre 2016
in Attualità, Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Il consiglio comunale

Il consiglio comunale

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di L.P. e E.M

Un nuovo passo indietro per il riconoscimento dei diritti e per la tutela della multiculturalità. Dopo più di un anno, infatti, nei giorni scorsi si è messa la parola fine all’esperienza del consigliere aggiunto a palazzo dei Priori.

La vicenda Dopo l’esperienza maturata nelle due precedenti legislature, quando furono eletti, in rappresentanza degli stranieri, due consiglieri senza diritto di voto, Lidiya Shemshur e Iyad Hafez, con l’arrivo della giunta Romizi, però, la loro presenza in consiglio comunale è stata messa di nuovo in discussione e il rinnovo delle cariche annullate. Già un anno fa, in sede di commissione affari istituzionali, era stata votata l’abrogazione dell’articolo 24 dello st statuto che garantiva, appunto, la presenza del consigliere straniero aggiunto, su proposta del capogruppo della Lega Nord Michelangelo Felicioni.

PARLA IYAD HAFEZ, IL CONSIGLIERE FATTO FUORI – L’INTERVISTA

Abrogazione Già a febbraio, all’indomani dell’abrogazione dell’articolo 24, fu inviata al sindaco Romizi una lettera firmata da numerose associazioni in cui si affermava che «il Comune di Perugia, precedentemente capofila in progetti di inclusione sociale, si muove in controtendenza rispetto al resto dei comuni italiani dove la figura del consigliere aggiunto sta assumendo sempre più rilievo e importanza e questo a prescindere dagli schieramenti politici delle maggioranze». E invece, proprio come si prefigurava nella missiva, rimasta senza risposta, con un colpo di spugna della maggioranza e senza neppure interpellare i diretti interessati, i due consiglieri sono stati cancellati. «Un’azione del tutto strumentale” – affermano i consiglieri Sarah Bistocchi e Tommaso Bori – che tradisce una sensibilità politica completamente distante dal sentire comune dei perugini e dall’atteggiamento di apertura, di dialogo e di confronto che la città ha sempre dimostrato e alla quale il Sindaco Romizi ha assistito inerme e silenzioso, avallando di fatto la richiesta di una forza politica necessaria alla maggioranza, tanto da dettare scelte amministrative così determinanti per l’azione di governo».

LA LETTERA INVIATA A ROMIZI E FIRMATA DALLE ASSOCIAZIONI

Il consigliere aggiunto Eletto dai cittadini stranieri regolarmente residenti nel territorio di Perugia, circa 15 mila persone, Iyad Hafez, nato in Siria ma in Italia dal 2002, per molti anni si è dedicato alle tematiche degli stranieri residenti e di creare una forma di raccordo tra i cittadini italiani e quelli immigrati. La beffa? Iyad, nel 2010, ha preso più di mille voti, qualche centinaio in più degli stessi consiglieri comunali che oggi siedono a palazzo dei Priori. Sicuramente più del consigliere Felicioni che è stato eletto tra le file del Nuovo centrodestra con 661 preferenze. «Il problema  – spiega Iyad – è che il nostro lavoro non è mai stato pubblicizzato, si è parlato poco di noi e del nostro contributo ai lavori in consiglio comunale. Noi non abbiamo colore politico, siamo apartitici, lavoriamo per il bene comune della città. Siamo un ponte tra culture». E, soprattutto, lavorano gratis.

Attività Non avendo diritto di voto e non potendo intervenire su questioni pratiche, i due consiglieri aggiunti, negli anni, hanno lavorato con associazioni, organizzato corsi di lingua italiana, hanno fatto formazione alle badanti straniere e hanno fornito assistenza tecnica e burocratica per tutti quegli immigrati che si vogliono mettere in regola, spiegando la normativa e aiutando nella compilazione dei formulari. «Siamo stati una forza al servizio di tutti i partiti e abbiamo aiutato nel favorire l’integrazione di tutti gli stranieri presenti a Perugia. Oggi nessuno porterà avanti queste iniziative, anche con le scuole, sarà una grande perdita per la città». Soprattutto perché, da più di un anno, giace in un cassetto la proposta di riattivazione della consulta degli stranieri.

Volontariato «Non c’è la volontà, non c’è un progetto politico e non ci sono alternative perché, semplicemente, queste tematiche non fanno parte dell’agenda politica di questa giunta». Ricercatore in etnomusicologia, ma anche commerciante e proprietario di un’azienda, Iyad è in Italia da più di dieci anni. Dopo aver lavorato a costo zero per la comunità che l’ha accolto e l’ha ospitato, accoglie la decisione presa dall’amministrazione con un po’ d’amaro in bocca. «Non ho preso un centesimo per la mia attività, non ho neanche mai consegnato gli scontrini dei parcheggi quando partecipavo ai lavori in comune. Cento per cento volontariato, non era neanche una questione di soldi, ma solo di dare voce a tante realtà già esistenti. Ancora una volta, anziché fare un passo in avanti, Perugia fa qualche passo indietro e ora non ha più modo di dare voce agli immigrati, quelli regolari, quelli che vivono in città e che pagano anche le tasse».

Lega Nord «Non fa comodo a nessuno aver tolto questa figura, è una perdita per Perugia e per la comunità – conclude Iyad – abbiamo provato anche a parlare con l’assessore Wagué ma non c’è stato nulla da fare. Lui non ha sostenuto l’importanza del nostro ruolo e tutta questa storia non si basa su nessuna questione tecnica. E’ solo una battaglia politica, portata avanti dalla Lega Nord per dare un segnale della sua presenza a Perugia. Ora chi porterà avanti le istanze degli stranieri che lavorano e versano i contributi?».

 

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