Mustacchio, un giro nel museo del Perugia

L’esterno si diverte a sfogliare l’album dei ricordi biancorossi e ammette: «Grande occasione per rilanciare la mia carriera»

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Presentazione innovativa, nel museo del Grifo, per il forte esterno bresciano, che arriva dalla Pro Vercelli a titolo definitivo (contratto triennale) e dice: «Essere qui è un’emozione, il punto più alto della mia carriera». Mustacchio ha conosciuto da vicino Berrettoni e Beghetto e si è divertito a rivedere le loro figurine esposte nel museo biancorosso. Ad un certo punto non si è trattenuto: «Guarda qui, Emanuele aveva ancora i capelli».

LA PRESENTAZIONE NEL MUSEO DEL PERUGIA

La rovesciata di Mustacchio (foto Pro Vercelli – Ivan Benedetto)

Quel gol sotto la curva Mustacchio si è fatto conoscoere molto bene dai tifosi perugini quando, lo scorso anno, mise a segno uno straordinario gol in rovesciata con la maglia della Pro: «Quando ho fatto quella rovesciata, lo scorso anno, i tifosi mi hanno applaudito e questa è stata un’emozione. Anche da avversario il muro biancorosso mette soggezione – ammette Mustacchio – figuriamoci ora da giocatore del Perugia».

Un bel gruppo «Volta mi aveva parlato benissimo sia del gruppo che dello staff tecnico ma anche di tutto l’ambiente e dei tifosi – dice Mattia – quando sono arrivato ho verificato che tutto quanto mi diceva corrispondeva al vero. Non conoscevo personalmente tutti i ragazzi che sono qua ma da quello che ho potuto notare è che ci sono ragazzi forti tecnicamente e fantastici dal punto di visita umano. Io farò lo stesso, metterò in campo tutte le mie qualità sia tecniche che umane. Non vedo l’ora di entrare in campo».

Mustacchio scopre Berrettoni con i capelli

La posizione in campo «Il mio ruolo principale è esterno di attacco ma negli anni ho cambiato diversi ruoli: mezzala, quinto di centrocampo, quest’anno ho giocato anche da seconda punta. Sono a completa disposizione del mister e della squadra – assicura Mustacchio – perché sono convinto che si vince con il gruppo e vincere tutti insieme è ancora più bello».

La dolce metà «Devo ringraziare mia moglie Paola che mi ha aiutato molto nei momenti difficili: in quel periodo mi ero un po’ buttato giù – ammette Mattia, ricordando l’inizio folgorante al Mondiale under 20 – poi ho conosciuto lei, ho cambiato procuratore, ho dato nuovo impulso alla mia carriera e ho ricominciato ad inseguire il mio sogno con forze e coraggio. Arrivo qui con tanta voglia e non vedo l’ora di scendere in campo».

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