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Home » Terni, ‘L’Astrolabio’: «Collescipoli muore»

Terni, ‘L’Astrolabio’: «Collescipoli muore»

di Francesca Torricelli
2 Marzo 2017
in Altre notizie, Attualità
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Fonte Castello

Fonte Castello

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«Molti abitanti di Collescipoli non si sono rassegnati al declino del proprio borgo e hanno continuato a viverlo con affetto e senso di appartenenza. Già da un anno ci siamo resi conto di quanto i collescipolani amano il loro paese, vedendo alcuni residenti murare i ciottoli dei marciapiedi o tappare le buche sull’asfalto pigmentato, ormai distrutto dal traffico veicolare». L’associazione culturale ‘L’Astrolabio’ vedendo tanta energia ha voluto lanciare un’iniziativa aperta a tutti i volontari: ‘Il sabato del villaggio’.

Il progetto «è rivolto a rivalutare alcuni aspetti del paese nascosti o lasciati al più completo abbandono, prestando opere che vanno dalle più umili a quelle di riscoperta di monumenti e manufatti con rilevanza culturale. L’iniziativa è stata possibile in quanto la quasi totalità dei materiali sono stati pagati dalla nostra associazione, ma alcuni cittadini, compresi i volontari, il centro sociale Collescipoli, il negozio Arti e Colori, e la Pro loco Collescipoli, hanno contribuito con materiali e mezzi economici».

Fonte Castello L’intervento più importante, secondo l’associazione, «ultimato in questi giorni dai volontari per Collescipoli, è stato il recupero di Fonte Castello, un bene culturale tutelato dal Ministero dei Beni Culturali, ma lasciato nel più completo abbandono dal Comune di Terni, addirittura posto in vendita a soli 40 mila euro. La storia di questo bene si interseca con quella del borgo di Collescipoli. Fonte Castello, o Fontana Castelli, fu la prima fonte ad uso pubblico costruita dalla Comunità di Collescipoli nella seconda metà del 1400. La conduttura dell’acqua, dalla sorgente situata negli strati sotterranei di Porta Ternana, fino a questa fonte, fu realizzata in galleria, seguendo una progettazione moderna, innovativa ed unica nella bassa Umbria. Nel 1650 alla vasca-abbeveratoio in travertino bianco fu congiunto un lavatoio, alimentato dalle acque di sfioro che vi confluivano mediante un canale della stessa pietra. Nel 1866, quando venne realizzato l’attiguo Mattatoio su progetto del geometra Augusto Battistelli, il lavatoio costruito nel 1650 fu demolito».

L’abbandono La fonte «era totalmente invasa dai rovi, interrata, priva di tetto, con la vegetazione che copriva ogni sua parte. I volontari di Collescipoli hanno ridato vita a questo bene eliminando la vegetazione infestante, asportato le grandi quantità di detriti che ne facevano temere il crollo, ricostruendo il tetto e suturando con materiali congrui le murature de coese. Di fronte a tanta voglia di fare, stride quanto sta accadendo alle spalle di questo bene, dove alcuni privati si sono appropriati di una strada pubblica, costruendo addirittura baracche in zona sottoposta a vincolo e se non bastasse qualcuno aveva scambiato il mattatoio come magazzino dove rubare materiali . Se solo ci fosse un minimo di controllo con i proventi delle sanzioni il Comune sarebbe potuto intervenire direttamente nel recupero di Fonte Castello».

L’Università Intanto, però, si prospettano nuove occasioni di valorizzazione per il borgo ternano. La giunta comunale ha, infatti, deliberato la predisposizione e pubblicazione di un nuovo avviso di manifestazione d’interesse per l’utilizzo e la gestione di palazzo Catucci come sede universitaria.

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