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Home » Perugia, sgravi fiscali per chi lavora gratis

Perugia, sgravi fiscali per chi lavora gratis

di Lucina Paternesi
11 Marzo 2017
in Attualità, Dal territorio, Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Incuria e sporcizia

Incuria e sporcizia

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Nei giorni in cui a Roma, in Parlamento, arriva l’approvazione della legge delega contro la povertà e che introduce il reddito di inclusione per le fasce più vulnerabili della popolazione, anche l’amministrazione perugina prova a tendere una mano ai più deboli.

Associazioni e cittadini si potranno dedicare alle aree verdi

Partenariato sociale E lo fa con l’introduzione di una clausola, un articoletto, il 5 bis, dedicato al baratto amministrativo, o partenariato sociale, previsto dal decreto legislativo numero 50 del 2016. «Misure che tendono a promuovere forme di sussidiarietà orizzontale e di collaborazione attiva tra amministrazione e cittadini per la tutela e valorizzazione del territorio nonché il benessere della collettività, instaurando una cooperazione che consente, tra gli altri, di rafforzare il rapporto di fiducia tra l’Istituzione e la città».

Sgravi fiscali In pratica, è questa la previsione della nuova norma, basterà prendersi cura di un’area verde, un parco o, più semplicemente, garantire la pulizia e il decoro di un marciapiede o di un edificio, per non pagare tributi come la Tari sui rifiuti, l’Imu sulla seconda casa o la Tosap sui passi carrabili. La proposta, frutto di un lungo lavoro di studio da parte degli uffici comunali dopo l’approvazione della finanziaria 2014 e di un ordine del giorno proposto dai consiglieri del Pd è stata messa nero su bianco in una relazione finale che recepiva anche gli indirizzi della Corte dei conti. Ora, la pratica, dovrà passare il vaglio del consiglio comunale prima di diventare operativa una volta che gli uffici del comune avranno redatto il disciplinare di applicazione.

Requisiti Mancano, ancora, le linee guida. Quello che al momento è certo è che per accedere al baratto amministrativo, come ha spiegato l’assessore Bertinelli, basterà specificare il rapporto che intercorre tra il tributo, esclusivamente di competenza comunale, e il richiedente. Non sarà possibile, dunque, l’attivazione per altri tipi di entrate, come locazioni o simili e ci dovrà essere una stretta correlazione tra il tributo dovuto ed il cittadino o l’associazione relativa ad uno dei casi tassativamente previsti dalla legge.

Niente tasse a chi fa lavori socialmente utili

Disciplinare Al momento, dunque, ancora non c’è un disciplinare di applicazione che, appunto, dovrà essere redatto dagli uffici dopo il passaggio in consiglio comunale. Ci vorranno ancora un paio di mesi, ha assicurato il dirigente De Paolis, ma si tratterà comunque di una sorta di ‘scambio’ di prestazioni, ma occasionale e non continuativo «perché non è legato al disagio sociale tout court – come ha ricordato l’assessore – per il quale ci sono altri strumenti previsti dalla normativa». 

Le reazioni Non tutti, però, si sono dichiarati soddisfatti. Per la consigliera Rosetti, dal 2014 ad oggi l’amministrazione avrebbe già dovuto attivare il baratto. «Tanti annunci, tante belle parole, ma il baratto amministrativo, che, ribadiamo essere uno strumento di politica sociale, non una politica di bilancio, grazie alla Giunta Romizi, Ã¨ ancora al palo. – ha affermato la Rosetti – Il M5S ha chiesto con determinazione che nei tempi di approvazione del bilancio di previsione, 31 marzo 2017, pervenga una proposta di regolamento da redigere a cura degli uffici e da approvare, senza ulteriori dilazioni, visto che tanti altri comuni hanno già da tempo approvato appositi regolamenti. Se non sarà così, la Giunta Romizi avrà di nuovo preso in giro in cittadini». Secondo la consigliera del Pd Alessandra Vezzosi, invece, dovrebbe essere l’amministrazione a proporre progetti quadro e non il cittadino con il rischio è di allungare i tempi vanificando la misura. Le soluzioni, dunque, dovrebbero essere due: i cittadini o le associazioni potranno partecipare ad appositi bandi redatti dagli uffici o proporre, spontaneamente, specifici progetti che saranno approvati dall’ente.

 

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