La Camera dei Deputati ha approvato l’emendamento alla Legge Europea 2017, prima firma quella della vice presidente dell’assemblea Marina Sereni (Pd), che comporta lo stanziamento di oltre 43 milioni di euro – fra 2017 e 2018 – in favore delle vittime di reati violenti e che – soprattutto – annulla qualsiasi distinzione di reddito: motivo questo che aveva comportato l’esclusione dei familiari di David Raggi – assassinato il 12 marzo del 2015 in piazza dell’Olmo, a Terni – dal riconoscimento di un indennizzo da parte dello Stato. Decisamente soddisfatto il legale della famiglia Raggi, l’avvocato Massimo Proietti, che ha condotto la battaglia a fianco dei parlamentari e all’interno dell’associazione, l’Unavi, che riunisce le vittime di reati intenzionali violenti e i loro familiari.

«Sanata un’ingiustizia» «Con l’approvazione dell’emendamento – affermano Marina Sereni e il senatore ternano Gianluca Rossi (Pd) -, frutto di un lavoro di squadra con il Governo e i colleghi Pd di Camera e Senato, si sana un’ingiustizia che vedeva le vittime di reati violenti e gli eredi, espropriati di qualsiasi indennizzo a carico dello Stato nel caso avessero avuto un reddito pari o superiore a 11.528 euro annui».

Il caso David Raggi «In questa norma assurda – affermano i due parlamentari – era incappata, tra gli altri, la famiglia di David Raggi, il ragazzo ternano ucciso nel marzo del 2015 da un giovane marocchino ubriaco davanti ad un locale a Terni. E così, dati riferiti al 2012, su un numero totale di vittime di delitti intenzionali pari a 10.623, gli indennizzi erano stati appena 320. Per questo nelle settimane scorse abbiamo interloquito con l’Unavi per cercare di dare una risposta dignitosa al dolore e allo sconcerto di tante persone e famiglie in Italia».

«In linea con l’Europa» «Non ci ha mossi l’intento di assicurare un sussidio a persone svantaggiate – spiegano la vicepresidente della Camera e il senatore Pd – ma quello di rendere esigibile un diritto a persone violentate, pestate, uccise da criminali non identificati, non punibili o impossibilitati a risarcire. D’altro canto, proprio lo scorso anno il nostro Paese aveva recepito la direttiva comunitaria 80 del 2004 con la legge 122 che riconosce l’accesso all’indennizzo ‘equo e adeguato al pregiudizio sofferto’ indipendentemente dal luogo dell’Unione Europea in cui il reato è stato commesso. L’emendamento approvato consente dunque al nostro paese di essere più coerentemente in linea con la normativa comunitaria».
I fondi Per il 2017, con l’emendamento, vengono stanziati finanziamenti aggiuntivi per 12,8 milioni di euro e 31,4 milioni per il 2018 che «seppure non potranno mai riportare in vita o cancellare i segni in chi ha subito violenza – dicono Marina Sereni e Gianluca Rossi – mostrano la volontà dello Stato di essere vicino a queste persone e cancellano un pregiudizio oggettivo sulle vittime o sui loro parenti».

«Atto di giustizia» «Nessuna cifra – le parole del sindaco Di Girolamo – potrà mai restituire David Raggi alla sua famiglia, ai suoi affetti, ai suoi carissimi amici, ma il senso di giustizia passa anche attraverso un risarcimento pecuniario. A maggior ragione a fronte di una vita spezzata giovane ma in buona parte spesa per costruirsi, con sacrifici anche economici, l’indipendenza attraverso lo studio e l’avvio al lavoro, proprio come aveva fatto il nostro David Raggi. La modifica alla legge che regola il fondo della sicurezza e che ora prevede risarcimento da parte dello Stato a famiglie delle vittime, eliminando una soglia di reddito ridicola, è un atto di giustizia per Terni e per la famiglia di questo ragazzo vittima di una violenza inconsulta. Grazie all’impegno dei due parlamentari umbri, Marina Sereni e Gianluca Rossi, e del legale della famiglia Raggi, l’avvocato Massimo Proietti, si sana un’ingiustizia che vedeva le vittime di reati violenti o gli eredi espropriati di qualsiasi indennizzo a carico dello Stato nel caso avessero avuto un reddito pari o superiore a 11 mila e 528 euro. La politica, in questo caso, ha saputo agire con efficacia, determinazione, capacità. Una risposta che poteva arrivare solo dalla politica e che, almeno in questo caso, dalla politica è arrivata».