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Home » Ispettorato del lavoro, agitazione a Terni

Ispettorato del lavoro, agitazione a Terni

di Simone Francioli
31 Ottobre 2017
in Apertura 5, Economia, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
L'ispettorato del lavoro di Terni

L'ispettorato del lavoro di Terni

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Ispettorati territoriali del lavoro di Terni, scatta lo stato di agitazione. Ad annunciarlo è l’assemblea del personale: dal 1° novembre via a una serie di azioni come forma di protesta per la situazione attuale.

ITL, TERNI, RIETI E BATTAGLIA

«Organo abbandonato» «L’articolo 1 – inizia così la lunga nota – della costituzione recita: l’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. Pertanto, non si comprende perché l’organo dello stato preposto a tale tutela è stato completamente abbandonato sotto ogni profilo: dotazione delle risorse economiche, delle strumentazioni nonché di misure che incentivino e valorizzino il personale quali ad esempio la formazione. Gli uffici risultano impossibilitati ad esercitare le funzioni assegnate: per contrastare le innumerevoli violazioni in materia di lavoro gli strumenti a disposizione sono malfuzionanti, ferragginosi, incompleti e non idonei per attivare un vero sistema di intelligence contro chi sfrutta il lavoro.

Tempo e risorse Il personale denuncia che il «il sistema così com’è attualmente strutturato, oltre a non funzionare a dovere, è estremamente frammentato tanto che, per avere la possibilità di valutare ‘a tavolino’ le situazioni di rischio, occorre perdere tempo prezioso che invece potrebbe essere destinato ad un maggiore controllo del territorio. Le risorse sono insufficienti ed inadeguate. Questa è la situazione in cui versano gli ispettorati territoriali del lavoro ed in particolare quello di terni, il quale con un organico di 40 dipendenti (14 ispettori amministrativi per il controllo in tutti i settori merceologici, 6 ispettori tecnici per il controllo della sicurezza e 20 unità amministrative di supporto all’ispezione) deve controllare un territorio dove insistono almeno 20 mila aziende iscritte alla Camera di commercio alle quali si aggiunge il sommerso. Quindi è l’ intero sistema delle Itl che non funziona rispetto alle esigenze sociali contemporanee che richiedono specializzazione e strumentazione efficace. Bisogna superare la mera politica dei numeri.

Organizzazione e tagli «Non è sufficiente – prosegue il personale – ‘dare i numeri’, è necessario improntare l’ attività ispettiva puntando alla qualità al fine di sconfiggere i fenomeni di lavoro nero e di morti bianche che da anni ormai affliggono i nostri territori. Per quanto sopra rappresentato, e a seguito della mobilitazione proclamata dai sindacati a livello centrale, in data 26 ottobre presso l’Itl sede di terni, si è tenuta un’assemblea di tutto il personale profondamente preoccupato in ordine alle seguenti problematiche: organizzazione e la gestione del nascente inl.. Infatti, a fronte di una programmata unità di intenti e di risorse tra Ministero del lavoro, Inps ed Inail, nella nuova agenzia inl non è stata attuata di fatto nessuna condivisione di banche dati e strumenti informatici, né sono state stanziate risorse per il funzionamento del nuovo soggetto; taglio a ritroso del fua 2015, già certificato e pagato dal Mef e preannunciato dallo stesso organo, senza indicarne per iscritto i motivi giustificativi, nonostante le sollecitazioni pervenute dalle parti sociali; mancata certificazione del fua 2016 con la conseguente impossibilità di poter accedere alle progressioni economiche e mortificazione delle giuste aspettative del personale tutto, amministrativo e ispettivo; deludente e preoccupante sperimentazione sul nuovo orario di lavoro effettuata senza il mantenimento del trattamento economico e giuridico, a dispetto di ogni garanzia normativa. A fronte dell’accordo sottoscritto a livello centrale l’8 giugno 2017, i dirigenti territoriali stanno operando in genere con determinazioni verbali disomogenee sul territorio nazionale, in palese violazione di quanto previsto dal contratto di lavoro ed in modo del tutto autonomo ed arbitrario rispetto all’accordo stesso.

Sfruttamento e tutela Viene messo in evidenza che «in conseguenza di tutto ciò il personale si trova impossibilitato a svolgere dignitosamente ed efficacemente l’azione istituzionale a cui è preposto. In un contesto sociale in cui il lavoro diventa sempre più precario e aumenta l’esigenza di combattere il lavoro nero, lo sfruttamento dei lavoratori dovuto all’uso improrio degli strumenti normativi e le morti sul lavoro paradossalmente l’organo preposto a garantire e tutelare i lavoratori viene depotenziato e svilito».

La protesta E dunque, dal 1° novembre, ci sarà una triplice forma di protesta: «Revoca da parte del personale ispettivo della disponibilità all’uso del mezzo proprio e richiesta di anticipo delle spese per l’utilizzo dei mezzi pubblici; rifiuto da parte del personale ispettivo ed amministrativo di svolgere qualsiasi prestazione di lavoro straordinario o ispezioni in orario disagiato (serale, notturno, festivo e prefestivo) e riserva di adottare ulteriori forme di protesta all’esito dell’assemblea nazionale odierna ed eventuali forme di tutela da attivare nelle sedi opportune».

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