Personale infermieristico, tecnico e medico, riorganizzazione dei servizi, mancanza di figure dirigenziali e stabilizzazione dei precari. Sono questi i punti di maggior rilievo trattati dai sindacati lunedì mattina all’ospedale di Foligno in merito alla situazione della Usl Umbria2: Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl hanno illustrato lo scenario del confronto in atto con la direzione della Usl Umbria2 e la Regione.
Carenze organico I sindacati hanno messo in evidenza che «sono circa cinquanta (quaranta infermieri e dieci operatori socio-sanitari) le figure professionali del comparto che mancano attualmente nell’organico della Usl Umbria2 (i dipendenti sono circa 3 mila e 500)» con cifra fornita specificando le carenze nel dettaglio per ogni presidio ospedaliero e territoriale (Foligno, Spoleto, Valnerina, Narni-Amelia, Orvieto e territorio ternano).
I problemi Ci sono altre questioni aperte: «Le criticità principali – le parole di Fabrizio Fratini (Fp Cgil), Giampiero Pincanelli (Fp Cgil Usl Umbria 2), Angelo Scatena (Fp Cgil), Mauro Patiti (segretario Fp Cgil Medici Usl Umbria 2), Michele Belladonna (Fp Cisl) e Riccardo Marcotulli (Uil Fpl) – riguardano non solo il personale infermieristico, tecnico e gli operatori socio-sanitari, ma anche il personale medico, con conseguente limitazione degli orari di apertura dei servizi (ad esempio la neurologia di Orvieto, la cardiologia di Spoleto, etc.). C’è poi bisogno – hanno aggiunto – di una radicale riorganizzazione dei servizi tecnico-amministrativi, vista la quasi totale mancanza di figure dirigenziali».
Il precariato C’è poi il nodo legato alla stabilizzazione del personale precario, per il quale è stato chiesto un incontro all’assessore regionale Luca Barberini: «Da tempo – hanno proseguito i sindacati – stiamo facendo pressione sulla direzione generale perché si dia compimento alla stabilizzazione di tutti coloro che presentano i requisiti della legge Madia (circa 55 unità, tra cui cinque dirigenti medici, secondo l’ultima mappatura aziendale della Usl Umbria2), altrimenti il rischio è che si comprometta il livello qualitativo e quantitativo dei servizi erogati e la sicurezza del e nel lavoro. Se infatti gli standard della sanità umbra sono ancora molto elevati lo si deve all’abnegazione e al sacrificio del personale tutto, che, seppure spesso in condizioni di carenze di organico e quindi, rinunciando a ferie e riposi, continua a garantire un’assistenza di altissimo profilo. Ma la situazione è ormai arrivata a un punto limite». In tal senso Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl «sollecitano il bando di un concorso pubblico per tempi indeterminati che dovrebbe interessare circa 200 infermieri tra la Usl Umbria2 e le aziende ospedaliere di Perugia e Terni».