di P.C.
La bella storia che arriva da Passignano sul Trasimeno, dove un antico uliveto, completamente abbandonato per 30 anni, è stato recuperato da un gruppo di volontarie riunite sotto il nome ‘Le Olivastre’. Gli ulivi possono essere adottati a distanza, ricevendo in cambio due bottiglie di olio biologico e la carta d’identità dell’ulivo, oltre alla soddisfazione di aver contribuito al recupero di una pianta e al mantenimento di una tradizione antichissima.
«ECCO COME ABBIAMO SALVATO L’ULIVETO DI PASSIGNANO» – VIDEO INTERVISTA

Uliveto storico Situato in località San Crispolto, alle spalle del centro abitato, l’uliveto era inserito nei catasti urbani fin dal Settecento, prima come proprietà del vescovado di Perugia e poi passato di mano in mano fino ai latifondisti. Abbandonato per circa 30 anni, dal 2013 è stato recuperato, ripulito e adesso è diventato produttivo grazie a un gruppo di attivisti – animato da tre donne del sud; Paola, Antonella ed Emanuela – che hanno creato una ‘green community’ coinvolgendo appassionati ed esperti.
Esempio per la comunità A parlare per tutti e Paola Sticchi: «Credo che la nostra attività sia anche un esempio virtuoso per la comunità , come stimolo alla partecipazione attiva alla vita del proprio territorio». La finalità è infatti soprattutto sociale e pedagogica. Il gruppo organizza visite guidate, corsi di potatura e degustazioni di olio extra vergine. Inoltre, Le Olivastre producono saponi artigianali e zafferano. E per finanziarsi hanno varato la campagna ‘Adotta un olivo genealogico’, in collaborazione con la facoltà di Agraria.

Adotta un ulivo Con un contributo simbolico di 20 euro, si può ‘adottare’ un albero, ricevendo a casa la sua ‘carta d’identità , una scheda di riconoscimento dell’albero nella quale sono inserite tutte le caratteristiche della pianta e delle olive, che vanno poi a comporre la cosiddetta ‘cultivar’. Inoltre, quando arriverà il momento del raccolto e della spremitura, ogni ‘genitore adottivo’ riceverà due bottiglie di olio biologico del Trasimeno fatto proprio in quell’uliveto salvato dall’abbandono. «Le persone che hanno adottato in qualsiasi momento possono venire a trovarci nel campo e magari partecipare alle varie operazioni, ad esempio potare insieme a noi»: una bella esperienza, soprattutto per i bambini, che possono imparare cose nuove stando a contatto con la natura e le tradizioni del territorio.
Coltivazione e innovazione Il progetto di Passignano serve anche per testare nuovi strumenti di coltivazione: a breve verrà installato nell’uliveto un dispositivo che sarà in grado di incrociare i dati meteorologici con i rilievi sulle foglie dell’ulivo, così da prevenire attacchi della mosca olearia e concimare in modo mirato, con minor impatto sull’ambiente e maggior tutela per la pianta. Uno strumento che può diventare un aiuto prezioso per chi fa agricoltura biologica.