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Home » Lo strano caso del palco di Umbria Jazz

Lo strano caso del palco di Umbria Jazz

di Redattore
10 Maggio 2018
in Apertura 5, Attualità, Cultura, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di P.C.

«Il palco di Umbria Jazz in piazza IV Novembre è uno dei simboli di Umbria Jazz e resterà lì dov’è da 45 anni»: parole e musica (proprio il caso di dirlo) di Carlo Pagnotta, che del marchio UJ, in tutte le sue sfaccettature, è il simbolo vivente. Il riferimento è alle anticipazioni – esclusiva umbriaOn – con le quali la Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalli, aveva prospettato un parere negativo all’installazione del palco sul lato destro della fontana: si parlava di manifestazioni relativamente ‘minori’ per portata culturale e tradizione (Eurochocolate e Concertone del Primo Maggio), ma era inevitabile pensare anche a Umbria Jazz, che monta un palco ben più grande e ‘impattante’. Pur riconoscendo il valore della manifestazione, la Soprintendente Mercalli aveva fatto sapere che voleva valutare il progetto e che avrebbe chiesto quantomeno degli accorgimenti.

LA CONCESSIONE DI MARICA MERCALLI: «PER UMBRIA JAZZ VALUTEREMO IL PROGETTO» – INTERVISTA

palco concerto primo maggio perugia
Il palco a sinistra

La patata bollente Di certo, c’è che il progetto non è stato ancora presentato, quindi non c’è ancora alcuna autorizzazione. Ma evidentemente Pagnotta parla a ragion veduta, dopo la riunione preliminare, tenuta alla vigilia della presentazione, proprio con la Soprintendente. Che si tratti di fuga in avanti o di dichiarazione fatta su basi certe lo vedremo nelle prossime settimane, quando la richiesta arriverà effettivamente sul tavolo della Mercalli, che a quel punto dovrà motivare la sua decisione. Una patata bollente non da poco. L’alternativa è fra gli strali di Pagnotta (in caso di diniego) e quelli di Guarducci e sindacati, che a quel punto si chiederebbero legittimamente perché a Eurochocolate e Concertone del Primo Maggio sia stata negata una autorizzazione invece concessa a Umbria Jazz.

UMBRIA JAZZ TUTTO L’ANNO – ARCHIVIO UMBRIA ON

Il piano anti panico Una volta superato lo scoglio estetico sulla posizione del palco, Pagnotta e i suoi si troveranno a superare quello legato alla sicurezza, che già nella scorsa edizione aveva suscitato non poche polemiche, visto che Umbria Jazz fu la prima manifestazione dopo i famigerati fatti di Torino, quando durante la finale Champions il fuggi fuggi generale (innescato, ora lo sappiamo, da una mini gang di rapinatori con spray urticante) provocò decine di feriti e, purtroppo, anche una vittima. Da lì, furono varate nuove rigorosissime norme sulle manifestazioni pubbliche, con contapersone e vie di fuga sufficientemente capienti. Anche da questo punto di vista, i vertici della Fondazione hanno avviato per tempo un confronto con Prefettura e Questura, provando ad ammorbidire le misure troppo rigide con cui gli appassionati di musica ebbero a che fare l’anno scorso, quando in cartellone c’erano nomi meno invitanti di quelli che arriveranno quest’anno.

IL PROGRAMMA DI UMBRIA JAZZ: DIRETTAMENTE DAL SITO UFFICIALE

Renzo Arbore e Carlo Pagnotta

Il programma Già, c’è anche il cartellone. Quest’anno è molto più ricco di nomi altisonanti, grazie soprattutto all’aumento dei fondi a disposizione (istituzionalizzato un milione di euro dal Ministero: poco rispetto ad altre realtà internazionali, ma pur sempre qualcosa). Quello che andrà in scena a Perugia dal 13 al 22 luglio viene definito «un programma di altissimo profilo». In ordine sparso, ci saranno artisti del calibro di Quincy Jones, Caetano Veloso, Massive Attack, David Byrne, Roy Hargrove, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, Daniele Di Bonaventura, Antonello Salis, Danilo Rea. Formula solita: al Santa Giuliana i concerti a pagamento, in centro quelli gratuiti, al teatro Morlacchi i ‘round midnight’, alla Galleria nazionale dell’Umbria le performance di mezzogiorno.

LE PRIME NOTE DI UMBRIA JAZZ 2017 – VIDEO

La polemica con la Cassa di Risparmio Come da tradizione, ad ogni conferenza stampa, c’è tempo pure per una polemica: l’ultima fu quella con il Festival dei Due Mondi di Spoleto sulla sovrapposizione delle date e prima ancora con le misure anti panico. Stavolta le invettive di Pagnotta sono rivolte alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha fatto venir meno il consueto contributo alle Clinics Berklee che da 33 anni consente a centinaia di studenti di arrivare a Perugia da ogni parte del mondo per studiare musica. Un contributo progressivamente ridottosi dagli iniziali 60 mila euro fino allo zero attuale, nonostante ci fosse sostanziale apprezzamento per l’iniziativa. La replica non si è fatta attendere: «Per le sue politiche erogative – ha fatto sapere il presidente Giampiero Bianconi – il consiglio ha promosso specifici bandi a tema. Questo è lo strumento che privilegia lo stanziamento delle risorse su progetti con obiettivi specifici che rispondono alle cresciute esigenze del territorio. Con tale scelta strategica la Fondazione intende promuovere in modo ancor più incisivo azioni per lo sviluppo e l’assistenza ai nuovi bisogni, basandosi su tre requisiti fondamentali: innovazione, efficienza e soprattutto sostenibilità nel tempo, cioè la capacità di crescere in autonomia evitando stabili contributi di gestione».

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