In occasione della tradizionale ricorrenza del XX giugno, giorno in cui tutta la città di Perugia ricorda le vittime del massacro perpetrato il 20 Giugno 1859 dalle truppe pontificie contro i cittadini che si erano ribellati al dominio del Papa ed, al contempo, la liberazione di Perugia da parte delle truppe alleate che entrarono in città dalla Porta San Pietro il 20 giugno del 1944, il sindaco Andrea Romizi, alla presenza dei rappresentanti di tutte le forze armate, ha partecipato, alle ore 10 in Borgo XX Giugno, alla deposizione delle corone di alloro al monumento ai Caduti del XX Giugno 1859 e alla lapide che ricorda i Patrioti fucilati dai nazi-fascisti presso il Poligono di Tiro.
I festeggiamenti Presenti molti rappresentanti delle Istituzioni, tra cui il vicesindaco Barelli, gli assessori Casaioli e Waguè, i consiglieri Perari, Nucciarelli, Mori, Bori, Bistocchi, Mencaroni e Borghesi, gli onorevoli Giulietti e Laffranco, la senatrice Cardinali, i neo eletti consiglieri regionali Rometti, Leonelli e Guasticchi. «Il XX giugno – ha sottolineato il sindaco Romizi in apertura del suo discorso – rappresenta sempre una grande emozione perché è la festa di tutti noi perugini e rappresenta il momento più importante per la nostra comunità . In giorni come questi sentiamo sempre più forte il senso di responsabilità di trovarci a governare questa magnifica città ». Il XX giugno di quest’anno, secondo il pensiero di Romizi, è anche l’occasione per fare una prima riflessione e stilare i bilanci del primo anno di governo da parte della nuova amministrazione, da lui guidata: «È stato un anno faticoso, molto intenso, ma anche bello, contraddistinto da scelte, a volte anche piuttosto dolorose. Per questo ed altri motivi la nostra responsabilità cresce di giorno in giorno, soprattutto ogni qual volta i cittadini hanno voluto condividere con noi le loro sofferenze, i momenti di difficoltà , ma anche progetti ed emozioni».
Riappropriarci degli spazi della città Il sindaco ha però invitato i tanti cittadini presenti a guardare con fiducia al futuro, che potrà riservare delle soddisfazioni, ma a due condizioni: da un lato le Istituzioni dovranno riconfermare in pieno il loro impegno e la passione. Dall’altro ogni perugino dovrà astenersi dal rilasciare le cosiddette ‘deleghe in bianco’: «tutti, infatti, dobbiamo riappropriarci degli spazi della città , perché noi siamo ciò che decidiamo di essere». Nessun alibi, dunque, perché alla fine siamo noi cittadini che possiamo fare la differenza ed abbiamo il compito di decidere cosa vogliamo fare della nostra vita e della nostra comunità , scegliendo di mettere in campo il coraggio». La storia, secondo Romizi, insegna: in primis quel XX giugno 1859, quando i cittadini di Perugia decisero di resistere al dominio pontificio, combattendo quasi senza armi. Quello è stato un grande esempio di coraggio, di amore disinteressato per la città . Perché tutti, da volontari, hanno deciso di scendere in campo combattendo per Perugia e per l’ideale dell’Unità d’Italia, a costo del sacrificio della propria vita. L’altro esempio indelebile risale al XX giugno 1944; in quel tempo la città viveva in una realtà sospesa, in un silenzio assoluto interrotto solo dal rumore dei proiettili. Da quella data, però, qualcosa è cambiato, e, grazie al coraggio dei cittadini, è stato possibile ritrovare la libertà e la gioia e sono ripresi i rintocchi della campana di Palazzo dei Priori, proprio lì dove ha vissuto Aldo Capitini.
Andrea Romizi «Il XX giugno, dunque, ci lascia una grande eredità che non possiamo solo contemplare passivamente – ha proseguito Romizi -; è giunto il momento, infatti, per tutti noi di scendere in campo, per cercare di far ripartire l’Italia cominciando proprio dai singoli Comuni, senza cedere mai all’apatia ed al qualunquismo». Sotto questo ultimo aspetto, Romizi ha lanciato un appello preciso: «basta con i disfattismi e le lamentele, perché serve responsabilità ed obiettività da parte di ognuno di noi; tutti devono fare la loro parte, in sostanza, per ritrovare la speranza e l’ottimismo, ma soprattutto la strada comune da percorrere. Una strada che possiamo tracciare noi stessi. Oggi, dunque, ci sentiamo di dedicare questa ricorrenza del XX giugno agli uomini operosi e di buona volontà , nonché agli uomini giusti». Dopo il discorso del sindaco, i bambini del coro del XX giugno hanno improvvisato un breve concerto, intonando alcuni canti, tra cui l’Inno di Mameli.
Le cerimonie per la festa del XX giugno sono proseguite con la deposizione, presso il Civico Cimitero, di una corona di alloro al Monumento ai Caduti e, successivamente, in Piazza Braccio Fortebraccio, con la deposizione di una corona di alloro alla lapide in memoria delle vittime di tutti i genocidi.
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