Una scoperta macabra e orribile domenica pomeriggio all’ospedale di Foligno, dove una giovane donna nigeriana è arrivata al pronto soccorso con forti dolori all’addome.
Mix di farmaci
Non conosceva l’italiano e non è riuscita a spiegarsi ma dall’ecografia è emersa la verità: dentro di sè aveva un feto alla 28esima settimana di gestazione, già morto. Il sospetto è che sia stato volontariamente ucciso da un mix di farmaci: sarebbe questa, infatti, la causa dell’aborto. Ora la ragazza – che è ospite di una casa famiglia con lo status di rifugiata – è indagata dalla procura della Repubblica di Spoleto.
Il precedente
Il sospetto è che qualcuno l’abbia costretta. E così torna alla mente un’altra nigeriana morta, appena due mesi fa, in un albergo di Corciano: anche lei aveva la protezione internazionale in quanto rifugiata. E anche in quel caso – stando alla ricostruzione pubblicata da La Nazione – furono ritrovati farmaci sospetti nella stanza. Un aspetto su cui ci sono indagini in corso.
C’entra la prostituzione?
Sarà preziosa, in tal senso, la collaborazione della giovane madre: dalle sue parole si capirà se si tratti di una carnefice o se anch’ella è vittima di soprusi da parte di qualcuno, che l’avrebbe indotta o addirittura costretta ad assumere farmaci per abortire. Massimo riserbo da parte di tutti i soggetti inquirenti, ma è inevitabile che il pensiero corra alla tratta della prostituzione, su cui già in passato sono state compiute eclatanti operazioni dalla questura perugina.