Sacrificato sull’altare della crisi politica del Comune di Montecastrilli dal sindaco Fabio Angelucci: dallo scorso 13 febbraio – data in cui il primo cittadino ha comunicato il ritiro delle numerose deleghe, fra cui quella ai lavori pubblici – Riccardo Aquilini (il più votato della lista civica di centrosinistra ‘Insieme per il bene comune’, con 417 preferenze alle elezioni del giugno 2016) non è più assessore. E sabato mattina ha parlato in una sala consiliare piena, con diverse persone in piedi, spiegando il proprio punto di vista e togliendosi pure qualche ‘sassolino’.
La ricostruzione
In apertura di intervento Aquilini, emozionato ma deciso, ha ricostruito la vicenda: «Lo scorso 21 gennaio tre assessori comunali, Raggi, Sensini e Baiocco, unitamente ad altri tre esponenti della maggioranza in consiglio, Finistauri, Ceccarelli e Ferrotti, hanno scritto al sindaco, i primi rassegnando le proprie dimissioni, chiedendo un cambiamento per un’azione amministrativa più efficace. La reazione del sindaco, poco meno di un mese dopo, qual è stata? Non un rilancio, non una verifica politica reale sull’operato di una maggioranza che ha sempre condiviso ogni decisione. Semplicemente mi ha revocato le deleghe».
L’accusa
«A questa decisione – ha affermato Aquilini – non è estranea l’influenza dei capibastone del Pd, burattinai che da lustri muovono il teatrino della politica locale, restando fuori dai luoghi istituzionali deputati e interessati. La priorità è per i posizionamenti personali per il presente ed il futuro. Forse, però, a questa parte di maggioranza che ha sostenuto il sindaco, dà fastidio chi lavora con impegno e passione».
Il bilancio
Riccardo Aquilini, oltre a ricordare «di averci sempre messo la faccia, anche su vicende come quella della Tari che non ho condiviso ma che ho difeso, perché è così che si sta in maggioranza, a differenza delle scorrettezze di alcuni», ha ricordato gli interventi portati avanti «grazie anche alla Regione Umbria, con finanziamenti importanti per il campo sportivo di Quadrelli, la riqualificazione degli orti di Farnetta, l’impianto termico del palazzetto dello sport che potrà godere di un’idoneità».
La lettura politica
Gira che ti rigira, però, si finisce come spesso capita a parlare delle ‘beghe’ interne del Pd, da molti ritenuti all’origine della crisi – poi ricomposta – dell’amministrazione Angelucci. «La mia esperienza politica è di natura civica – ha spiegato l’ex assessore – e non ho tessere di partito. Registro però l’assoluta assenza del Pd, ad ogni livello, su questa vicenda. Di quello locale, che mi risulta abbia registrato un solo nuovo tesseramento nel 2018, ma pure del Pd provinciale e di quello regionale. Ma se c’è un Partito Democratico che ancora crede in un impegno civile, allora batta un colpo. Da consigliere resterò fedele al programma elaborato nel 2016 e voterò gli atti coerenti con quel programma. Ma non sarò in un maggioranza che non è in grado di trovare soluzioni per la nostra comunità e che, in alcuni casi, cerca soluzioni e scorciatoie degne della Prima Repubblica, che offendono non tanto me ma i cittadini».
Il messaggio al sindaco
Del sindaco Fabio Angelucci che lo ha estromesso ‘per trovare la quadra’, Aquilini dice di avere «una stima inalterata per la sua persona ed anche per questo gli chiedo di sottrarsi al ricatto politico a cui è stato sottoposto». Applausi dei presenti fra cui c’è chi gli consiglia, però, di restare nella maggioranza. «Ci penserò» ha risposto l’ex assessore. Ma la ferita resta aperta e il pensiero va già al voto amministrativo in programma fra due anni: una data distante ma, con questo clima, immaginare un Aquilini in pista non è un’operazione di pura fantasia.