Nella seduta di martedì mattina del consiglio regionale dell’Umbria, dedicata al question time, il consigliere Carla Casciari (Pd) ha interrogato l’assessore alla sanità Luca Barberini per sapere se la giunta regionale «intende estendere il modello di accoglienza ‘Dama’ (Disabled adavanced medical assistance), attivato a Terni, anche nelle altre strutture ospedaliere della regione, per offrire su tutto il territorio un efficace strumento di accoglienza e presa in carico delle persone con disabilità e delle loro famiglie».
Il Centro accoglienza disabilità a Terni
Nell’atto ispettivo la Casciari spiega che «nel febbraio 2018 presso l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni è nato il Centro accoglienza disabilità (Cad), primo in Umbria, cui si può accedere direttamente o tramite un numero verde attivo dal lunedì al venerdì. Grazie all’attivazione di questo percorso, dedicato alle persone con disabilità complessa intellettivo-relazionale, l’azienda ospedaliera ternana è entrata a far parte della rete nazionale ‘Dama’ che comprende anche i nosocomi di Milano, Mantova, Varese, Bologna, Empoli, Bolzano e Cosenza. I punti caratterizzanti del ‘Dama’ sono la presenza di un’equipe multidisciplinare dedicata e di personale volontario qualificato, la facilità di contatto con le famiglie mediate l’attivazione di un call center e di un archivio con i dati di tutti i pazienti».
L’estensione del progetto ‘Dama’ in Umbria
Nella risposta l’assessore Barberini ha spiegato «l’intenzione è quella di replicare il progetto ‘Dama’ nei nostri principali presidi ospedalieri. Si è già fatto molto attraverso strumenti regionali nelle due aziende ospedaliere e c’è una programmazione molto seria e articolata nelle due Usl. In Italia cinque persone su cento sono disabili e una su cento è in condizione di grave e gravissima disabilità. Quando c’è necessità di cure in fase acuta, occorre un percorso di accoglienza e di inserimento per superare le difficoltà legate alla situazione di disabilità e una maggiore attenzione per i familiari. A Terni è in corso una implementazione del modello ‘Dama’, con l’obiettivo della diffusione della cultura dell’accoglienza, l’organizzazione della formazione del personale e l’intensificazione dei rapporti con le associazioni di volontariato. Per l’azienda ospedaliera di Perugia fin dal 2014 è previsto un percorso per non vedenti e ipovedenti che prevede la presa in carico del paziente e l’accompagnamento all’interno della struttura. In tutta la Regione, poi, è stata attivata una sperimentazione con la Croce Rossa Italiana per una centrale operativa con esperti nella lingua dei segni che fornisce ai non udenti tutta l’assistenza possibile nei servizi sanitari regionali. Nei presidi della Usl 1 sono diffusamente presenti associazioni di volontariato che lavorano per la facilitazione dell’accesso dei soggetti con disabilità. È partita la formazione delle realtà associative, come prima fase del progetto ‘Dama’, a Città di Castello e Gubbio. Nella Usl 2 il progetto sperimentale sta partendo a Foligno, Spoleto e Orvieto per poi replicare il modello anche nei restanti presidi ospedalieri. Particolare attenzione è stata data ai percorsi riabilitativi con la presa in carico negli ospedali di Trevi, Cascia e la ‘Domus Gratiae’ di Terni». Nella replica Carla Casciari ha detto di aver apprezzato le parole dell’assessore ma ha ricordato che il progetto ‘Dama’ «prevede l’accompagnamento in tutto il percorso. Mi auguro che l’esperienza di Terni – ha aggiunto la consigliera del Pd – possa essere almeno estesa all’azienda ospedaliera di Perugia e agli altri ospedali più grandi».