Quasi 6 milioni di euro stanziati in 12 mesi a favore del territorio, due in più rispetto a quanto previsto nel 2019, ma sale nel complesso ad oltre 15 milioni il gettito erogato nei tre anni di reggenza del consiglio di amministrazione in carica: la Fondazione Carit snocciola i dati del bilancio consuntivo 2018 – approvato dal comitato di indirizzo su predisposizione del cda e con il parere favorevole dell’assemblea dei soci -, presentato giovedì mattina nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede di palazzo Montani Leoni. Un edificio, quest’ultimo, che a breve andrà ad ‘arricchirsi’ di nuovi spazi, visto che a partire dal mese di maggio sarà fruibile il piano terra oggetto recentemente di restauto e risanamento conservativo.
Gli impegni
«Il bilancio consuntivo costituisce un momento molto significativo nella gestione di una Fondazione bancaria, in quanto non rappresenta soltanto un documento di rendicontazione contabile, ma la sintesi del lavoro svolto in un anno solare a favore della comunità e del territorio dagli organi e dallo staff» ha sottolineato il presidente della Fondazione, Luigi Carlini, che ha anche ricordato che il 24 luglio scorso l’ente ha compiuto 26 anni. «Ventisei anni di impegno a fianco del non profit e delle istituzioni – ha proseguito -, appena più di un quarto di secolo costruito, anno dopo anno, insieme alla propria comunità. Un impegno che non si è limitato alla sola selezione e finanziamento delle proposte progettuali pervenute da terzi, ma che si è rivolto anche allo sviluppo di progetti propri, esercitando un ruolo di catalizzatore di soggetti, competenze ed esperienze necessarie per un’efficace azione di sostegno per il territorio. In questi ultimi tre anni, in particolare, la Fondazione è cambiata, è cresciuta, si è rinnovata, ha sviluppato una maggiore autonomia gestionale, ha acquisito consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie potenzialità, ha allargato progressivamente la propria sfera di azione e ha assunto importanti ruoli complementari alla propria funzione erogativa».
I numeri
Nei tre esercizi di reggenza (2016-2017-2018) il cda in carica ha assicurato al territorio locale un gettito erogativo pari ad oltre 15 milioni e 700 mila euro, due in più rispetto al triennio precedente. «Ciò è avvenuto, peraltro – ha detto ancora il presidente -, malgrado la situazione turbolenta dei mercati finanziari, in particolare proprio nel 2018, definito annus horribilis, e nonostante l’incremento esponenziale della tassazione delle rendite da investimenti finanziari». Quanto al bilancio 2018, dalle risultanze è emerso un avanzo di esercizio pari 7,9 milioni di euro che, al netto di riserve e accantonamenti, consentirà di destinare nel 2019 al territorio circa 4 milioni di euro da suddividere tra i sei settori di intervento istituzionale. «L’apprezzabile risultato conseguito acquisisce rilevanza se inquadrato, come già detto, nel grave contesto che ha caratterizzato i mercati finanziari nel 2018. La lungimiranza, la determinazione e la prudenza hanno caratterizzato gli investimenti finanziari della Fondazione, che potrà così garantire anche nel 2019 il consueto trend erogativo». Il patrimonio si è inoltre elevato ad oltre 203 milioni di euro.
I sei settori d’intervento
Come stabilito nel documento programmatico provvisionale annuale e nel programma pluriennale 2018-2020, la Fondazione ha deliberato nel 2018, nei sei settori di intervento, circa 5 milioni 894 mila euro complessivi, sia attraverso lo strumento del bando (138 le richieste accolte) che attraverso progetti propri (81). Quasi il 32% dei finanziamenti (1 milione 880 mila euro) sono stati destinati al settore dell’arte, attività e beni culturali, circa il 21% a volontariato, filantropia e benificenza (1 milioni e 269 mila) e allo sviluppo locale (1 milione 247 mila), il 10% a salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa (594 mila) e ad educazione, istruzione e formazione (638 mila), infine il 4% alla ricerca scientifica e tecnologica. Il 40% delle risorse è stato destinato ai 9 bandi (eventi musicali, palestre e spazi esterni adibiti ad attività motorie nelle istituzioni scolastiche pubbliche del secondo ciclo, richieste generali di contributo, promozione e valorizzazione siti turistici e culturali, welfare di comunità, lettori madrelingua per le scuole, sostegno attività annuale delle associazioni senza fine di lucro ed enti ecclesiastici,visite guidate, viaggi d’istruzione e uscite didattiche, call for proposal-Restauro beni storico artistici.
Tra musica e arte
Il 41% delle risorse è stato poi destinato alle iniziative proprie, tra cui le attività musicali (Umbria Jazz Spring, Gershwiniana concerto con l’orchestra Roma Sinfonietta al Teatro Secci di Terni, Philharmonische Camerata Berlin presso l’ex Fabbrica delle Armi, concerto di Natale in collaborazione con l’Associazione Visioninmusica) le mostre Tra Macchiaioli e Belle Époque (aprile-giugno 2018) e Presenze artistiche in Umbria (dicembre 2018-febbraio 2019). Da segnalare anche l’acquisto di opere per la collezione d’arte della Fondazione, come Sosta di cavalleggeri di Giovanni Fattori, una Scultura in marmo bianco raffigurante la Testa di Caracalla di provenienza italiana (Roma) del XVII secolo e la tela Combustione di Alberto Burri. Il 15% delle risorse è andato poi alle iniziative pluriennali tra cui la più importante ha riguardato il Fondo per il Contrasto della povertà educativa minorile per il triennio 2016-2018. In questo periodo la Fondazione ha potuto beneficiare di un credito di imposta pari a 1 milione 482 mila euro. Nel territorio di intervento della Fondazione sono stati riversati oltre 977 mila euro per il finanziamento di 37 interventi proposti in 5 progetti nazionali.
Il lavoro della Consulta e i nuovi spazi di corso Tacito
Infine il 4% delle disponibilità economiche del 2018 è stato destinato alle iniziative promosse dalla Consulta delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Umbre, di cui la nostra Fondazione fa parte fin dalla sua costituzione avvenuta nell’aprile del 2004. Interesse della Consulta è quello di qualificare ulteriormente l’operatività e gli interventi delle sei consorelle umbre sul territorio regionale mediante iniziative comuni. «L’aver potuto finalmente completare il restauro dell’edificio istituzionale costituisce per il consiglio di amministrazione – ha concluso Carlini in merito al restauro dei 500 metri quadri al piano terra della sede – è motivo di orgoglio e di grande soddisfazione. Mi auguro che palazzo Montani Leoni, in questa sua nuova veste architettonica moderna e funzionale, possa divenire il centro culturale e artistico della città aperto a tutta la collettività».