Non la prima ‘ispezione’, quanto piuttosto veri e propri sondaggi, carotaggi, analisi – legate nel loro insieme alle condizioni del Sito di interesse nazionale Terni-Papigno – su ciò che c’ĆØ nel sottosuolo delle acciaierie di Terni. Si tratta di uno dei filoni – probabilmente il principale – della maxi indagine ambientale che, annunciata nei mesi scorsi dal procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, ha compiuto negli ultimi giorni alcuni importanti passi nell’area di Ast ed altri ĆØ destinata compierne anche nell’area delle discariche Ast ed ex comunale, ovvero in vocabolo Valle comprese le gallerie della Terni-Rieti giĆ oggetto di specifiche indagini negli anni scorsi.
CRITICITĆ AMBIENTALI, AST FA IL PUNTO
Pozzi sotto la lente
L’accertamento, condotto dai carabinieri del Noe dell’Umbria, coordinati dal maggiore Francesco Motta, unitamente alla polizia giudiziaria applicata presso la procura ed ai tecnici incaricati dall’autoritĆ giudiziaria, ĆØ emerso a seguito di quanto riportato dal Corriere dell’Umbria nell’edizione di mercoledƬ mattina. Indagine che andrebbe avanti da alcuni giorni, quella del Noe, e che avrebbe posto – almeno all’interno del sito Ast di Terni – l’attenzione su una parte dei trenta pozzi che insistono nell’area delle acciaierie.
Il piezometro F19
In uno di questi pozzi – ricollegabile al piezometro F19, situato nei pressi del reparto Lac2, area Pix1 – era stata giĆ individuata in passato una concentrazione di inquinanti in falda acquifera decisamente superiore alla media. Tanto che la stessa azienda si era attivata con il pompaggio, e l’invio agli impianti di depurazione, delle acque lƬ contenute e la creazione di un pozzo di dimensioni più grandi per agevolare il processo. Quella contaminazione, unita alla vicinanza con il corso del fiume Nera, ha portato gli inquirenti a vederci chiaro su una situazione che, stante la lunga storia del complesso siderurgico, affonderebbe le proprie radici nel passato.
L’indagine
Sugli accertamenti della magistratura c’ĆØ, per il momento, un assoluto riserbo, motivato anche dall’assenza di risultati e numeri certi che, ĆØ prevedibile, potrebbero giungere nel corso delle prossime settimane. Obiettivo complessivo del fascicolo aperto a palazzo Gazzoli sarebbe quello di ricostruire nel dettaglio la situazione ambientale della conca ternana, le sue eventuali connessioni con l’insorgenza di patologie nel corso del tempo, ed individuare – puntualmente, se del caso – eventuali responsabilitĆ che siano ancora addebitabili.