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Home » Covid-19 in Umbria: 24 casi, 348 in isolamento

Covid-19 in Umbria: 24 casi, 348 in isolamento

di Fabio Toni
8 Marzo 2020
in Ambiente e salute, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
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Alla mezzanotte del 6 marzo, in Umbria 24 persone risultano positive al coronavirus: ai 16 casi dei quali era già stata accertata la positività nella giornata di venerdì, se ne sono aggiunti altri 8 che hanno contratto l’infezione e che, al momento, sono in isolamento nelle loro abitazioni seguiti dai medici delle Usl Umbria 1 e Usl Umbria 2. Attualmente dei 24 soggetti positivi restano ricoverati in quattro, di cui due in terapia intensiva nell’ospedale di Perugia, uno nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Terni e uno nel reparto di malattie infettive di Perugia. Le persone in osservazione sono 348: tutte in buona salute ma sotto controllo medico perché venute a contatto con soggetti risultati positivi al virus Covid-19. Di questi, 258 sono nella provincia di Perugia e 90 in quella di Terni. Nel complesso, entro le ore 24 del 6 marzo sono stati eseguiti 134 tamponi. A riferirlo è la direzione sanità della Regione Umbria. Intanto c’è la bozza del nuovo decreto per l’estensione delle cosiddette ‘zone rosse’: Lombardia e undici Province verso la ‘chiusura’ con divieto di spostamento in entrata ed in uscita.

PRIMO CASO DI GUARIGIONE IN UMBRIA. ORVIETO, CHIUSI DUE REPARTI OSPEDALE: INFERMIERE POSITIVO

TUTTO SUL CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Per ora il contagio è contenuto». Verso nuovo decreto

«Al momento il contagio in Umbria è contenuto – spiega il direttore regionale alla sanità, Claudio Dario – e il numero delle persone in isolamento non deve destare preoccupazione ai cittadini, ma al contrario, dimostra che la rete dei controlli che ha attivato la task force regionale sta funzionando e che siamo riusciti a contattare e monitorare le persone entrate in contatto con i soggetti positivi al virus». Nella serata di sabato è stato definito un secondo decreto – c’è la bozza per ora – per le altre zone d’Italia, Umbria compresa: tra i provvedimenti c’è la sospensione di matrimoni, funerali ed eventi di qualsiasi natura che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza intepersonale.

LA BOZZA DEL DECRETO 7 MARZO: ‘CHIUSE’ LOMBARDIA E ALTRE 11 PROVINCE

Claudio Dario

L’isolamento fiduciario domiciliare

Claudio Dario ribadisce che «l’isolamento fiduciario di soggetti sani presumibilmente venuti a contatto con soggetti infettati, è una misura volta a prevenire la diffusione di una malattia infettiva nella comunità. In questo periodo di isolamento fiduciario – spiega – gli operatori del servizio di igiene o sanità pubblica contattano quotidianamente la persona sorvegliata, per avere notizie sulle sue condizioni cliniche di salute. Il soggetto è informato di provvedere all’autocontrollo domiciliare della temperatura corporea due volte al giorno e di controllare l’eventuale comparsa di sintomi, anche lievi. In caso di comparsa di febbre o sintomi lievi, il paziente deve contattare telefonicamente il medico curante e, per sintomatologia più severa, il 118. In entrambi i casi comunicando la sua situazione di isolamento domiciliare fiduciario».

Primo caso ad Orvieto

Intanto ha raggiunto anche Orvieto (Terni) il coronavirus con la prima persona contagiata nella città della Rupe. A rendere noto il fatto è il Comune: «Il sindaco – si legge – attraverso apposita ordinanza, ha attivato l’isolamento contumaciale per un residente del Comune di Orvieto risultato positivo al Covid-19. Il cittadino residente si trovava già in isolamento fiduciario presso il proprio domicilio per contatti avvenuti con persona proveniente da fuori regione. La fonte di trasmissione è risultata esterna al territorio comunale. Gli operatori sanitari hanno svolto tutte le indagini necessarie per ricostruire i contatti avuti dal soggetto con terze persone le quali sono già state sottoposte ad isolamento cautelativo fiduciario. La situazione è costantemente monitorata dal servizio sanitario».

Altri due casi a Terni

Intanto nel corso della mattinata di sabato sono emersi altri due casi di Covid-19 sul territorio comunale di Terni, con il totale parziale che sale ora a cinque. Si tratta di un uomo e una donna, entrambi in isolamento domiciliare e legati ad altri casi verificatisi precedentemente sul territorio ternano.

Aumentano i casi a Città della Pieve

Sempre sabato è emerso il quarto caso a Città della Pieve. Così il sindaco Fausto Risini via social: «È arrivata la comunicazione ufficiale di un quarto caso di Covid-19 nel nostro comune, rientrante nella rete del ceppo proveniente dal senese. Confermo che comunque la situazione è sotto controllo».

Altri due casi a Bastia Umbra

Così il sindaco di Bastia Umbra, Paola Lungarotti, sabato in una nota: «Relativamente al caso di Covid-19 a Bastia Umbra di cui si è data notizia ieri (venerdì, si tratta di un 50enne ricoverato in terapia intensiva a Perugia, ndR), confermo di aver avuto oggi dalla Usl Umbria 1 comunicazione di ulteriori due tamponi positivi nella stessa famiglia. La Usl – prosegue il sindaco – sta monitorando e contattando tutte le persone che sono state in contatto con i pazienti per il controllo del caso. Voglio dire ai miei concittadini che è adesso che dobbiamo mantenere maggiormente la calma, non farci prendere dal panico e seguire invece con attenzione tutte le precauzioni che ci sono state indicate per evitare il contagio. A breve mi incontrerò con lo staff di emergenza civile – Centro operativo comunale (Coc) che va attivato in questa situazione per emettere la necessaria seconda ordinanza operativa».

Secondo caso a Castiglione del Lago

Sale il numero anche in questo caso. La conferma arriva direttamente dal Comune: «Informiamo la cittadinanza di un secondo tampone positivo. Il soggetto, i familiari e i contatti a rischio sono già in quarantena volontaria. Come da indagine anche questo è un caso di ‘importazione’, ovvero, il contagio non è avvenuto nel nostro Comune».

«’Tanto muoiono solo anziani’? Basta, serve rispetto»

Mario Bravi dello Spi Cgil di Perugia polemizza con uno dei luoghi comuni di questo triste periodo: «Il ritornello che ci inonda: ‘per fortuna muoiono solo i vecchi e i malati’ è stucchevole e cinico – afferma -, così come l’invito a isolare l’anziano a casa. Nella provincia di Perugia gli ultra 65enni sono ben 154 mila (di questi 21.500 vivono da soli) e gli ultra 80enni, 48 mila. Spesso vivono nei centri storici e nelle realtà più periferiche della nostra provincia, dove gli anziani sono l’ultimo presidio rimasto rispetto allo spopolamento devastante in atto. Enfatizzando l’età e minimizzando il problema, se il coronavirus colpisce le persone più avanti negli anni, si tende a raffigurare queste persone come semplici numeri. E questo comporta un rischio per la nostra società: che gli anziani vengano visti come un peso e non come una risorsa per la nostra comunità. Che siano un punto fondamentale della tenuta sociale in un momento così difficile – osserva Bravi – lo dimostrano tanti elementi oggettivi. L’ultimo in ordine di tempo è che di fronte alla chiusura delle scuole decisa dal Governo, sono in gran parte proprio nonne e nonni a svolgere una funzione fondamentale in una logica di grande legame intergenerazionale. Per questo invitiamo le istituzioni tutte a sostenere la terza e la quarta età, in un momento delicato e difficile per tutti, nella consapevolezza necessaria che gli anziani costituiscano una cerniera fondamentale di tenuta della coesione sociale dei nostri territori».

Aggiornamenti a seguire

 

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