Covid-19 in Umbria: 24 casi, 348 in isolamento

Il punto della Regione alla mezzanotte di venerdì. Altri due casi a Terni, il primo ad Orvieto

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Alla mezzanotte del 6 marzo, in Umbria 24 persone risultano positive al coronavirus: ai 16 casi dei quali era già stata accertata la positività nella giornata di venerdì, se ne sono aggiunti altri 8 che hanno contratto l’infezione e che, al momento, sono in isolamento nelle loro abitazioni seguiti dai medici delle Usl Umbria 1 e Usl Umbria 2. Attualmente dei 24 soggetti positivi restano ricoverati in quattro, di cui due in terapia intensiva nell’ospedale di Perugia, uno nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Terni e uno nel reparto di malattie infettive di Perugia. Le persone in osservazione sono 348: tutte in buona salute ma sotto controllo medico perché venute a contatto con soggetti risultati positivi al virus Covid-19. Di questi, 258 sono nella provincia di Perugia e 90 in quella di Terni. Nel complesso, entro le ore 24 del 6 marzo sono stati eseguiti 134 tamponi. A riferirlo è la direzione sanità della Regione Umbria. Intanto c’è la bozza del nuovo decreto per l’estensione delle cosiddette ‘zone rosse’: Lombardia e undici Province verso la ‘chiusura’ con divieto di spostamento in entrata ed in uscita.

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«Per ora il contagio è contenuto». Verso nuovo decreto

«Al momento il contagio in Umbria è contenuto – spiega il direttore regionale alla sanità, Claudio Dario – e il numero delle persone in isolamento non deve destare preoccupazione ai cittadini, ma al contrario, dimostra che la rete dei controlli che ha attivato la task force regionale sta funzionando e che siamo riusciti a contattare e monitorare le persone entrate in contatto con i soggetti positivi al virus». Nella serata di sabato è stato definito un secondo decreto – c’è la bozza per ora – per le altre zone d’Italia, Umbria compresa: tra i provvedimenti c’è la sospensione di matrimoni, funerali ed eventi di qualsiasi natura che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza intepersonale.

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Claudio Dario

L’isolamento fiduciario domiciliare

Claudio Dario ribadisce che «l’isolamento fiduciario di soggetti sani presumibilmente venuti a contatto con soggetti infettati, è una misura volta a prevenire la diffusione di una malattia infettiva nella comunità. In questo periodo di isolamento fiduciario – spiega – gli operatori del servizio di igiene o sanità pubblica contattano quotidianamente la persona sorvegliata, per avere notizie sulle sue condizioni cliniche di salute. Il soggetto è informato di provvedere all’autocontrollo domiciliare della temperatura corporea due volte al giorno e di controllare l’eventuale comparsa di sintomi, anche lievi. In caso di comparsa di febbre o sintomi lievi, il paziente deve contattare telefonicamente il medico curante e, per sintomatologia più severa, il 118. In entrambi i casi comunicando la sua situazione di isolamento domiciliare fiduciario».

Primo caso ad Orvieto

Intanto ha raggiunto anche Orvieto (Terni) il coronavirus con la prima persona contagiata nella città della Rupe. A rendere noto il fatto è il Comune: «Il sindaco – si legge – attraverso apposita ordinanza, ha attivato l’isolamento contumaciale per un residente del Comune di Orvieto risultato positivo al Covid-19. Il cittadino residente si trovava già in isolamento fiduciario presso il proprio domicilio per contatti avvenuti con persona proveniente da fuori regione. La fonte di trasmissione è risultata esterna al territorio comunale. Gli operatori sanitari hanno svolto tutte le indagini necessarie per ricostruire i contatti avuti dal soggetto con terze persone le quali sono già state sottoposte ad isolamento cautelativo fiduciario. La situazione è costantemente monitorata dal servizio sanitario».

Altri due casi a Terni

Intanto nel corso della mattinata di sabato sono emersi altri due casi di Covid-19 sul territorio comunale di Terni, con il totale parziale che sale ora a cinque. Si tratta di un uomo e una donna, entrambi in isolamento domiciliare e legati ad altri casi verificatisi precedentemente sul territorio ternano.

Aumentano i casi a Città della Pieve

Sempre sabato è emerso il quarto caso a Città della Pieve. Così il sindaco Fausto Risini via social: «È arrivata la comunicazione ufficiale di un quarto caso di Covid-19 nel nostro comune, rientrante nella rete del ceppo proveniente dal senese. Confermo che comunque la situazione è sotto controllo».

Altri due casi a Bastia Umbra

Così il sindaco di Bastia Umbra, Paola Lungarotti, sabato in una nota: «Relativamente al caso di Covid-19 a Bastia Umbra di cui si è data notizia ieri (venerdì, si tratta di un 50enne ricoverato in terapia intensiva a Perugia, ndR), confermo di aver avuto oggi dalla Usl Umbria 1 comunicazione di ulteriori due tamponi positivi nella stessa famiglia. La Usl – prosegue il sindaco – sta monitorando e contattando tutte le persone che sono state in contatto con i pazienti per il controllo del caso. Voglio dire ai miei concittadini che è adesso che dobbiamo mantenere maggiormente la calma, non farci prendere dal panico e seguire invece con attenzione tutte le precauzioni che ci sono state indicate per evitare il contagio. A breve mi incontrerò con lo staff di emergenza civile – Centro operativo comunale (Coc) che va attivato in questa situazione per emettere la necessaria seconda ordinanza operativa».

Secondo caso a Castiglione del Lago

Sale il numero anche in questo caso. La conferma arriva direttamente dal Comune: «Informiamo la cittadinanza di un secondo tampone positivo. Il soggetto, i familiari e i contatti a rischio sono già in quarantena volontaria. Come da indagine anche questo è un caso di ‘importazione’, ovvero, il contagio non è avvenuto nel nostro Comune».

«’Tanto muoiono solo anziani’? Basta, serve rispetto»

Mario Bravi dello Spi Cgil di Perugia polemizza con uno dei luoghi comuni di questo triste periodo: «Il ritornello che ci inonda: ‘per fortuna muoiono solo i vecchi e i malati’ è stucchevole e cinico – afferma -, così come l’invito a isolare l’anziano a casa. Nella provincia di Perugia gli ultra 65enni sono ben 154 mila (di questi 21.500 vivono da soli) e gli ultra 80enni, 48 mila. Spesso vivono nei centri storici e nelle realtà più periferiche della nostra provincia, dove gli anziani sono l’ultimo presidio rimasto rispetto allo spopolamento devastante in atto. Enfatizzando l’età e minimizzando il problema, se il coronavirus colpisce le persone più avanti negli anni, si tende a raffigurare queste persone come semplici numeri. E questo comporta un rischio per la nostra società: che gli anziani vengano visti come un peso e non come una risorsa per la nostra comunità. Che siano un punto fondamentale della tenuta sociale in un momento così difficile – osserva Bravi – lo dimostrano tanti elementi oggettivi. L’ultimo in ordine di tempo è che di fronte alla chiusura delle scuole decisa dal Governo, sono in gran parte proprio nonne e nonni a svolgere una funzione fondamentale in una logica di grande legame intergenerazionale. Per questo invitiamo le istituzioni tutte a sostenere la terza e la quarta età, in un momento delicato e difficile per tutti, nella consapevolezza necessaria che gli anziani costituiscano una cerniera fondamentale di tenuta della coesione sociale dei nostri territori».

Aggiornamenti a seguire

 

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