Un ulteriore strumento per assicurare la tutela del turista e contrastare forme irregolari di ospitalità. Questo il senso dell’istituzione del Codice identificativo regionale delle strutture ricettive e delle locazioni turistiche in Umbria: il via libera da palazzo Donini è arrivato mercoledì. L’azione rientra nell’ambito della lotta all’abusivismo.
IL PROTOCOLLO DI LEGALITÀ DELL’ESTATE 2019
COVID-19, TURISMO AL PALO: «AGIRE»
Di cosa si tratta
Il Cir è una stringa alfanumerica utile ad identificare ubicazione e categoria delle strutture ricettive del territorio umbro: è composto dal codice Istat della provincia (tre caratteri), del Comune (tre), tipologia e categoria da Turismatica (cinque) e codice progressivo già attribuito (cinque), per un totale di sedici. Sarà riportato nel canale open data del portale della Regione, su quello di Umbriatourism e nelle altre pubblicazioni on-off line che riguarda il settore turistico. «Tale esigenza – in riferimento al contrasto dell’abusivismo e a nuove misure – appare ancora più forte in un momento come quello contingente in cui la necessità di garantire la massima sicurezza sanitaria diventa ancora più stringente e quindi necessita di maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni coinvolte», viene specificato nel documento firmato dalla responsabile del procedimento Serenella Petini, dalla dirigente Antonella Tiranti, dal direttore regionale cultura-turismo Carlo Cipiciani e dall’assessore Paola Agabiti. L’utilizzo del nuovo codice sarà obbligatorio.